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Cannabis, attesa per le posizioni del governo giallorousseau. Ma la legalizzazione è ancora lontana

In teoria sono tutti d'accordo. Ma la legalizzazione della cannabis potrebbe restare sulla carta anche nell'era di governo giallorosso

ROMA – In teoria sono tutti d’accordo. Ma la legalizzazione della cannabis potrebbe restare sulla carta anche nell’era di governo giallorosso. Pd, M5s e Leu non si nascondono le difficolta’. Interpellati dalla Dire, gli esponenti della nuova maggioranza ammettono che non sara’ facile depenalizzare il consumo di cannabis.

“I numeri sulla carta ci sono. Ma nel Pd le posizioni sono molto variegate. Nella direzione non se n’è mai parlato”, spiega Enza Bruno Bossio, firmataria di una delle tre proposte del Pd per la legalizzazione.

Tre le proposte depositate anche per il M5s, la piu’ nota delle quali a firma del senatore Matteo Mantero. “Il primo banco di prova per capire se c’e’ la volonta’ politica e’ la modifica della legge sulla canapa industriale. Dopo la recente sentenza della Cassazione dobbiamo regolamentare meglio lo sfruttamento di foglie, e infiorescenze, olio e resina. Abbiamo chiesto che l’aula si pronunci tra settembre e ottobre sulla priorita’ da accordare alla modifica. Se passa l’urgenza, allora e’ giusto essere ottimisti. Altrimenti…”, glissa Mantero.

I Radicali ci credono: “I numeri ci sono, questa volta si puo’”, dice Marco Cappato. Ma l’ex Benedetto Della Vedova, oggi segretario di Piu’ Europa, e’ scettico: “E’ una pia illusione”.

 

CAPPATO-PERDUCA: NUMERI CI SONO, LEGALIZZAZIONE PUÒ PASSARE

“Torniamo alla carica con la legalizzazione della Cannabis, le proposte di M5s e Pd ci sono e se riusciamo a portare un testo al voto del Parlamento, vinciamo”. Marco Perduca, ex senatore radicale e coordinatore della campagna ‘Legalizziamo’, e Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, interpellati dalla Dire, credono che con la maggioranza giallorossa si possa aprire una fase nuova.

“Le proposte di Pd e 5 stelle ci sono e differiscono di poco. Passata la fase di bilancio, che occuperà la maggior parte dell’attenzione del parlamento, il 2020 sarà l’anno per rilanciare il lavoro dell’intergruppo sulla Cannabis”. Il coordinatore di ‘Legalizziamo’, la piattaforma internazionale promossa dall’Associazione Luca Coscioni, vuole vedere come i ministri competenti di Giustizia, Salute, Agricoltura e Ricerca si comporteranno.

“A chiacchiere sono tuti a favore e sulla carta, vedendo i numeri della fiducia, aggiungendo anche qualche indipendente come ad esempio Emma Bonino, si potrebbe portare a casa una regolamentazione della produzione, del consumo e del commercio e anche una depenalizzazione dell’uso e del possesso di tutte le sostanze stupefacenti, ponendo l’Italia all’avanguardia in Europa”.

Perduca infine annuncia un incontro a fine gennaio 2020 a Milano, organizzato assieme a decine di associazioni e alla Cgil milanese, per mettere a punto proposte e idee da portare al tavolo di confronto con la politica. Insomma, sottolinea, stavolta “possiamo farcela”.

Anche Marco Cappato è fiducioso sui numeri: “Sulla carta ci sarebbero, in questi casi il problema è la spinta che viene dal basso, se si è in grado di organizzare una mobilitazione adeguata. Una volta che il tema arriva all’ordine del giorno si vince, se si vota sulla Cannabis si vince. Il problema è sempre superare il filtro dei partiti”.

 

DELLA VEDOVA SCETTICO: MOLTISSIMI DUBBI CHE M5S PER LEGALIZZAZIONE

Benedetto Della Vedova dubita fortemente che l’alleanza Pd-M5s-Leu riuscira’ a legalizzare la cannabis. L’iter del ddl promosso dall’intergruppo di cui il segretario di Piu’ Europa era presidente prevedeva proprio questo: “L’opzione antiproibizionista sulla marijuana non è più semplicemente un’idea, ma è diventata una concreta strategia di governo, con effetti positivi sul piano sociale, sanitario e del contrasto alle organizzazioni criminali e con una dimostrabile efficienza sul piano fiscale”, si leggeva nel manifesto, diffuso nella passata legislatura. Ora la legalizzazione e’ possibile. Ma solo in teoria, secondo Della Vedova. Nella pratica non e’ cosi’.

“E’ vero che nella legislatura precedente quando avevo promosso l’intergruppo per la cannabis legale Di Maio aveva sottoscritto il disegno di legge e poi non si riusci’ ad arrivare alla fine per le resistenze del Pd, anche se moltissimi deputati lo avevano sottoscritto. Ora- spiega alla Dire Della Vedova- se ci fosse coraggio, in teoria probabilmente si potrebbe trovare la maggioranza parlarmentare per una riforma che ha a che fare con la legalita’, con la sicurezza, e che porta un po’ di soldi sottraendo il mercato alla criminalita’. Sara’ una delle cartine di tornasole per capire quanto coraggio i M5s hanno di rompere con l’eredita’ proibizionista leghista e quanto coraggio ha il Pd di segnare con una richiesta forte la nuova maggioranza”.

Chi dovrebbe prendere l’iniziativa? “E’ un tema parlamentare, e’ comprensibile che non sia nell’agenda di governo. Ma coloro che pensano che la legalizzazione della cannabis crei una situazione migliore di quella attuale, dal punto di vista della sicurezza, della legalita’ e anche del controllo delle sostanze, con una garanzia maggiore per chi consuma, dovrebbe dare un segnale. Io, ripeto, ho qualche dubbio che abbiano questo coraggio…”.

Ma vede piu’ resistenze nel Pd o nel M5s? “Per quello che ho conosciuto della politica del M5s anche nella scorsa legislatura, nelle aule parlamentari, e per quello che ho visto in questa legislatura nel voto all’unisono tra Lega e M5s, credo che sia una pia illusione da parte del Pd quella di ritenere che i M5s non sarebbero piu’ una pericolosa forza populista, senza bussola sul piano internazionale, euroscettica e che si siano trasformati in un partito liberaldemocratico a impronta moderata. E credo che sia totalmente incoerente da parte del Pd non aver chiesto una discontinuita’ vera. Ribadisco: che possano andare oltre questa maggioranza di governo ‘di emergenza’, nata contro il ‘pericolo Salvini’, che sia possibile una saldatura tra il Pd e il partito di Casaleggio, di Rousseau, di Grillo e di Di Maio a me sembra una pia illusione. Per questo, anche sulla cannabis, se promuovessero la legalizzazione sarebbe un segnale positivo, ma ho moltissimi dubbi”.

 

MANTERO (M5S): LEGALIZZAZIONE? NON IMPOSSIBILE, PRESTO UN VOTO IN AULA

“Non sara’ facile, ma un tentativo va fatto”. Matteo Mantero non drammatizza. L’esponente dei M5s che piu’ convintamente ha combattuto la battaglia della legalizzazione, e’ pronto alla prossima sfida: modificare la legge sulla cannabis industriale.

“Sia nel Pd che nel M5s ci sono visioni diverse sulla depenalizzazione e sulla legalizzazione. La vedo molto complicata arrivare a un voto favorevole. Ma non e’ impossibile. Prima era impossibile, quando in maggioranza c’era la Lega”, spiega il senatore Cinquestelle, interpellato dalla Dire.

Un tentativo va fatto. “A mio avviso – osserva Mantero- il primo passo e’ la modifica della legge sulla canapa industriale, la 242 del 2016, che prevedeva il rilancio della coltivazione della canapa industriale. Ha avuto ottimi risultati, creando 9-10mila posti di lavoro e un fatturato di decine di milioni di euro principalmente per la vendita di fiori, dell’estratto e dei derivati. Come ha rilevato la Cassazione la norma non e’ chiara e va regolamentata meglio per quanto riguarda le categorie merceologiche, il livello di Thc ed altri aspetti. In questo modo legalizza pienamente la cannabis ‘analcolica’, possiamo dire con una battuta. E’ un primo passettino importante al quale puo’ seguire anche la legalizzazione tout court”.

Su questo il Senato sara’ chiamato a pronunciarsi a breve. “Io e altri colleghi – spiega- abbiamo presentato una proposta di modifica della legge del 2016 e abbiamo chiesto che venga dichiarata l’urgenza nel calendario dei lavori. Su questo ci sara’ un voto dell’aula tra settembre e ottobre. Questo e’ il primo passo per mettere alla prova la nuova maggioranza”.

Lo stesso schema si potrebbe adottare per i ddl pro-legalizzazione. “Esattamente. I ddl restano vivi, bisogna solo cercare di trovare lo spazio per calendarizzarli, eventualmente forzando la mano per la richiesta di urgenza come fatto per la canapa industriale. Stiamo valutando inoltre di far ripartire l’intergruppo. Non ci arrendiamo”.

(Alfonso Raimo – www.dire.it)

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