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Il mondo mascherato, il lavoro negato

Il direttore Imperiale nell'editoriale di capodanno: "per salvare taluni, non si facciano morire talaltri"

Editoriale – Dopo mesi di mascherine, lockdown a colori, ed un pressing ansiogeno mediatico che perdura ormai da mesi, i sacrifici delle feste in questo ultimo periodo sembrano vani. I casi aumentano, ed il bollettino di fine anno è già una sentenza. La curva rallenta ma non velocemente, l’indice Rt a cui è appeso il nostro destino piu’ che sui valori di analisi del sangue dimenticati ormai da tempo, è perfino in aumento. Ma se c’è il coprifuoco serale da mesi, e questo stop&go che ha bloccato le persone nelle loro regioni e limitato all’essenziale ogni spostamento, ci chiediamo come mai non si fermi questa epidemia in Italia. Un virus subdolo sanitario, che è accompagnato da un virus politico, come ha avuto modo di affermare il virologo Giulio Tarro.

Ed il primo giorno dell’anno si apre già con la scure pronta dai consiglieri del Ministro Speranza, a mantenere chiusure anche dopo le festività. Siamo tutti coscienti di dover fare sacrifici, il Presidente della Repubblica è riuscito a tracciare un quadro obiettivo e reale, senza eccedere nel pietismo e fornendo al popolo anche un segnale di speranza. Ma quello che sembrava l’olio della Maddalena, ossia il vaccino, è arrivato ma porta con sè tutta una serie di valutazioni da fare. Effetti che vedremo ancora nel tempo, ed il raggiungimento della cosiddetta “immunità di gregge” dipende dal numero dei vaccinati. In pratica la responsabilità è affidata al popolo che anche su questi argomenti si divide per opinioni differenti.

Che vi sia un business di proporzioni mondiali in contest di produzione di articoli sanitari, vaccini ed altro è ormai noto ed indubbio, ma al popolo poco importa se ricchi diventano ancora piu’ ricchi: la gente vuole tornare alla vita. Il mondo intero è stato mascherato, i volti delle persone sono stati coperti e gli occhi sono stati spenti.

Per salvare taluni, come è giusto che sia, sotto forme diverse però stanno morendo talaltri. E questo sembra essere dimenticato. Depressioni, smarrimento, assenza totale di una visione futura generano problemi a non finire.
Il metodo di lockdown a zone colorate, sotto certi punti di vista ha salvato l’Italia da un lockdown alla marzomaniera che sicuramente è più risolutivo, ma come abbiamo visto è sul momento, e nè le persone possono vivere nello stato di morte ancorprima del loro destino.

Si riscopre la solidarietà, ma nel contempo il lavoro è diventato reato: gente esasperata che vede andare in fumo sacrifici di una vita e che non può fare altro rispetto ai propri lavori. Moda, spettacolo, intrattenimento, relazioni sociali, ristorazione, convivialità, danza, sport, settori commerciali e produttivi di ogni tipo che a cascata fanno i conti con il lockdown permanente effettivo, di natura fisica, mentale e produttiva.

Il problema più grave, è come siano state comunicate le cose: male, molto male. Specialmente nella prima fase dell’emergenza. Il governo ha trasmesso la sensazione (probabilmente non sarà così) di compiacersi di questa situazione, giunta a staticizzare un sistema politico che in assenza pandemica sarebbe già fallito da tempo.

Per conservare dunque, terrorizzare il popolo. Non si spiega come si sia potuto “consentire” ai media nazionali di trasmettere immagini di intubati e di anziani privi dei loro vestiti (e quindi anche della loro dignità) durante le ore di cena o di pranzo. Il buon padre di famiglia avrebbe sì dovuto limitare, ma facendolo nel modo giusto, sapendo comunicare le cose al popolo che è molto piu’ responsabile della classe politica che detiene il potere. E questo vale su tutti i fronti, il popolo obbedisce non perchè è fesso, perchè capisce che in effetti ci sono rischi, e lo ha capito a proprie spese, non perchè la strategia comunicativa di Casalino abbia avuto effetto. Anzi.

Il sistema a cui è appeso il popolo italiano è un disco incantato, si salva qualche voce stonata dal coro, come il vice Ministro Pierpaolo Sileri, forse figura unica caratterizzata per umanità e schiettezza. I suoi interventi sono stati apprezzati, seguiti da un popolo che gli porta rispetto perchè egli stesso lo porta al popolo.

Altri si mostrano distaccati, saccenti, con atteggiamento da bacchettatori e da punitori per peccati non certo commessi dal popolo a cui è vietato vivere.

Se il governo dovesse cadere con l’azione di Renzi, il disco incantato si romperà e cambierà anche il modus operandi di gestione di questa pandemia. Probabilmente in meglio per il popolo, poichè chi ha perso la poltrona ormai non è piu’ motivato a mantenere quello stato di fatto.

Quanto ai medici, sicuramente non indorano la pillola, ma anche qui in molti sono sembrati veri e propri gufi, avrebbero dovuto tener conto che oltre alla salute da preservare da contagi covid esiste l’umore, il morale di un popolo.

Non bastano le comparazioni con la Germania, alla quale l’Italia fa stupidamente l’eco. Se la Merkel prosegue nel tenere chiusi in casa i tedeschi, allora anche gli Italiani hanno il pretesto per poterlo fare. E così via. Le inadeguatezzze che riguardano tutto l’arco politico italiano (maggioranza e opposizione), le sta pagando il popolo attraverso varie forme.

Ora cosa ci aspetta nel nuovo anno? Il tempo è una misura convenzionale che esula dagli andamenti delle cose. Siamo in fondo noi artefici di un destino che non abbiamo certo voluto. La speranza e l’angoscia viaggiano di pari passo, ma si resta curiosi di capire cosa accadrà nel perseverare con queste ristrettezze e con i continui lockdown che non consentiranno alle categorie sopra menzionate di riprendere in nessun modo il loro cammino. Siamo appesi ad un filo, come lo eravamo prima del resto. Chi non è ancora morto, però, in qualche modo lo si lasci vivere.

Ai posteri le ardue sentenze.

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