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La variante delta, unico rimedio per il mal di elezioni

Editoriale – La politica, da sempre è caratterizzata da dinamicità e da un susseguirsi di fatti, eventi e circostanze che sono in costante evoluzione. Rapporti, posizioni, atteggiamenti, scontri, chiarimenti, una sorta di pensiero filosofico tutto a se stante dove spesso la crudezza e la cattiveria prende il sopravvento sulla bontà. In politica non servono competenze, anzi, sono peraltro fastidiose, quindi i cerchi magici amano circondarsi di portavalori errabondi, il più delle volte corpulenti e con macchiette d’olio extra vergine di oliva sulla cravatta, o che lambiscono le iniziali delle celesti camice poste lungo l’addome.

E poi tutto è concesso. Per arrivare a raggiungere gli obiettivi non servono concorsi ma un consenso elettorale che passa per un sistema un pò affannato, dove quella che doveva essere la novità è diventata amara consuetudine statica.

La pandemia ha regalato dunque staticità e stabilità forzata a livello nazionale, per gestire l’epidemia, e probabilmente siamo salvi perchè qualcuno, non si sa bene poi chi, pare abbia capito che si andava verso un baratro ed ha deciso di mettere a capo autorevoli e sensati personaggi, non eletti, ma indubbiamente dotati di grandi capacità. Quelle che servono in emergenza.

Ed ora mentre la vita prova a ripartire, lasciandosi alle spalle restrizioni, umiliazioni, chiusure e problemi di varia natura, incombe subito la variante delta e con l’aggravante della delta plus.

I vaccini proseguono spediti in gran parte delle regioni, ma ora ci si è assuefatti anche al vaccino. E la staticità tanto desiderata da una politica di finto perbenismo ma di repressione popolare sta per essere assicurata dalle varianti in questione. Le uniche che possono lenire il mal di elezioni. Molti seggi sono destinati a saltare, molti equilibri anche e specificamente legati alla città di Roma, ma come in tante altre realtà.

Per molti sindaci la pandemia è stata una occasione per distinguersi e quindi ottenere la riconferma, per altri il contrario esatto.

E quindi siccome le elezioni sono pericolose, perchè appendono i politici ad un rebus sul loro destino, specialmente chi fa politica  mestierante, …e allora meglio rinviare a data da destinarsi. Già un regalo era avvenuto con il rinvio di maggio, ed ora c’è chi già lavora per quello di ottobre, e magari spostare le elezioni di stagione in stagione restando sempre con la speranza che il virus e le sue varianti facciano ancora il loro dovere a lungo.

L’ultimo aspetto è il godimento che ha tratto la politica in generale dall’avere l’opportunità di schiacciare la testa al popolo, di privarlo di ogni libertà e renderlo così solo un topo prigioniero del suo appartamento e lasciato vivere nelle sue frustrazioni, gravanti soprattutto nelle categorie e restrizione forzosa.

Il resto, si vedrà, intanto, Santa Variante aiutaci tu.

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