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Torino, si alza l’attenzione sui “clochard itineranti” e racket dell’elemosina

Torino – Sul fenomeno dei clochard itineranti «ho chiesto al comune di indagare meglio, per comprenderne la portata», afferma il prefetto di Torino Raffaele Ruberto nell’intervista pubblicata ieri sul quotidiano la Stampa-Torino, riferendo che il tema è stato anche, proprio in seguito a segnalazione da parte dello stesso ente locale, all’ordine del giorno dell’ultimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto in prefettura.

Il caso specifico, che fa pensare alla possibilità che si tratti di accattonaggio gestito dal racket dell’elemosina, riguarda 25 persone senza dimora, di origine romena, identificate in piazza Statuto dalla Polizia locale, trovate a bordo di un pullman e descritte come aggressive da altri clochard.

Quello dei “mendicanti itineranti” che si spostano di città in città nelle vie del lusso, reclutati dalla criminalità, è infatti «il fenomeno più problematico da gestire», spiega il prefetto. In quest’ambito si assiste alla presenza di tre ‘gruppi’ di persone senza tetto: «Quelli storici, questi itineranti e i nuovi poveri. Il primo e l’ultimo gruppo possono essere supportati, aiutati attraverso le progettualità che abbiamo messo in campo», spiega il prefetto, mentre «il secondo gruppo diventa più problematico da gestire, perché se realmente esiste questo tipo di organizzazione, bisogna fare i conti con una strategia di business».

Mentre alza l’attenzione sul rischio criminalità che si annida dietro alcuni casi di accattonaggio itinerante, il prefetto Ruberto ricorda quanto la prefettura ha fatto e sta facendo per sostenere in modo concreto le persone che vivono in strada da tempo e quelle che invece di recente vi sono state costrette dalla crisi, riferendosi in particolare al protocollo stipulato tra prefettura, regione, comune, azienda sanitaria locale (Asl), associazioni di volontariato e diocesi con l’obiettivo ambizioso di «superare la solidarietà della sopravvivenza».

La novità del protocollo sta infatti nell’approccio di assistenza globale all’individuo, con prestazioni di tipo socio-sanitario  – in attuazione dell’intesa la Asl sta già monitorando delle persone – che ne supportino la «ricostruzione sociale», facendo di Torino un «laboratorio anti-povertà», sottolinea il prefetto, annunciando a breve una nuova riunione dove si tratterà anche il tema delle risorse per il progetto.

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