Roma – Se n’è andata anche l’ultima lettera del CAF, l’acronimo che nel secolo scorso caratterizzava e signicava il patto politico al quale aderirono il leader socialista Bettino Craxi e con Andreotti e Forlani.
A 97 anni si è spento, “serenamente” a casa sua a Roma, precisano le agenzie, l’ex presidente della DC Arnaldo Forlani, uno degli ultimi pesi massimi della Prima Repubblica. Nel ricordarlo l’ex presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, che di Forlani fu uno dei più stretti collaboratori, lo definisce “l’ultimo dei protagonisti della Democrazia cristiana. Ha servito la politica e non se ne è mai servito”.
Nella memoria il volto dello scomparso resta però legato a quei residui di saliva che gli segnavano la bocca durante l’interrogatorio cui lo sottopose l’allora pm Antonio Di Pietro il 17 dicembre 1993 al Tribunale di Milano. Imperversava quella tangentopoli che spazzò via la DC e anche Forlani. Nel processo Enimont venne condannato a due anni e quattro mesi per finanziamento illecito.