ROMA – Con una Sentenza pubblicata in questi giorni, il Tribunale di Roma ha riconosciuto ad una docente supplente di Ed. motoria precaria da oltre 36 mesi, l’indennizzo di circa 11.000 €, confermando quanto già sancito e riconosciuto in passato da varie Sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia Europea.
Come ribadito anche dal Tribunale di Roma, l’abusiva reiterazione dei contratti per oltre 36 mesi viola la clausola 5 dell’Accordo Quadro 1999/70 CE, attuata con D.L. n. 368/2001, la quale all’articolo 5 comma 4 aveva previsto che, “qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i trentasei mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato”. Molte Sentenze sia della Corte di Cassazione e sia della Corte di Giustizia europea nel corso degli anni riconoscevano tale indennizzo, quantificando il risarcimento ad una cifra compresa tra le 2,5 e le 12 mensilità.
Il Tribunale di Roma, proprio a seguito di giurisprudenza consolidata, accertava la sussistenza del danno da illegittima reiterazione dei contratti a termine per oltre 36 mesi alla ricorrente difesa dall’Avv. Simone Cococcia del Foro di Tivoli, riconoscendo alla stessa un indennizzo di circa 11.000 euro.
L’Avvocato Simone Cococcia evidenzia che “l’Italia ha il dovere di adeguarsi alla direttiva europea, riconoscendo alle docenti precarie da oltre 36 mesi la possibilità d’usufruire di una stabilità contrattuale ed economica. La continua reiterazione e precarietà delle docenti oltre che una violazione normativa, risulta essere anche un motivo di incertezza lavorativa per il futuro”.