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Giuseppe Mazzini, 153 anni fà la morte di un pensiero che vive ancora

EDITORIALE – Oggi 10 marzo ricorre l’anniversario della morte di Giuseppe Mazzini.  “Gl’individui muoiono; ma quel tanto di vero che essi hanno pensato, quel tanto di buono ch’essi hanno operato – scriveva Mazzini – non va perduto con essi: l’Umanità lo raccoglie e gli uomini che passeggiano sulla loro sepoltura ne fanno lor pro”.

Queste parole portano a riflettere in un giorno molto particolare. A distanza di tanti anni, ben 153, il messaggio è chiarissimo e costituisce un invito ad operare bene ogni giorno per l’umanità. Una frase non banale, realista, e consapevole che ogni uomo costituisce un tassello di transito nell’arco temporale di una vita terrena in cui si nasce, si ha la possibilità di crescere e poi di transitare all’Eterno Oriente. A ciascuno di noi la scelta. Il libero arbitrio di potersi/voler/dover concedere l’approfondimento interiore, introspettivo per mettersi in discussione con se stessi, e migliorare con lo studio, l’approfondimento costante e formativo.

Il ruolo di ogni uomo nel mondo non costituisce un numero seriale, bensì una risorsa destinata a terminare nella vita terrena. Il pensiero è un valore inestimabile, va alimentato, discusso, elevato all’ennesima potenza, quella in cui si acquisisce la consapevolezza di saper interpretare dottrine dei grandi del passato. Mazzini fu l’ultimo dei grandi italiani antichi, ed il primo dei nuovi, come si legge in una lapide marmorea ad egli dedicata nella bella Chieti. Un nuovo antico ci verrebbe da pensare dato che la sua scomparsa risale al doppio degli anni di una vita media. Non è così, quel pensiero, quei valori oggi risuonano attuali più che mai, e la sua eredità fa ancora riflettere ed accresce il senso della vita di quanti ne abbiano studiato i suoi contenuti.

Il valore di Mazzini, come racconta il compianto maestro chietino l’Avv.  Luigi Orsini (*) nel suo libro “L’Europa oggi”  e da egli dedicato ai giovani mazziniani, parte dall’atto di fratellanza della Giovine Europa con i principi di libertà, uguaglianza ed umanità. Orsini nei vari capitoli analizza il sogno del Mazzini analizzandone evoluzioni storiche e culturali intrise di grande significato.

La Giovine Europa dunque, fu il movimento da lui fondato nel 1834, concepito come strumento per unire i popoli europei nella lotta contro il dominio assolutista e per promuovere i valori di libertà, uguaglianza e fratellanza. Questo movimento rappresentava un tentativo pionieristico di superare le barriere nazionali e di creare una rete di patrioti e intellettuali uniti da un ideale comune.

 La Giovine Europa mirava a diffondere un’idea di Europa unita, in cui le nazioni oppresse potessero collaborare per riconquistare la propria libertà e autodeterminazione. Il movimento si basava su un fervente idealismo e su una visione etica della politica, in linea con i principi mazziniani.

Attraverso convegni, incontri segreti e la diffusione di scritti rivoluzionari, la Giovine Europa cercò di organizzare una resistenza intellettuale e politica contro i regimi autoritari. La partecipazione a tali iniziative era riservata a coloro che condividevano il profondo impegno per la causa della libertà, evidenziando un carattere fortemente esoterico e riservato.

Nonostante le repressioni e le difficoltà operative in un contesto politico ostile, la Giovine Europa ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del pensiero politico europeo. Essa ha ispirato successive generazioni di rivoluzionari e intellettuali, contribuendo a formare il discorso di una Europa basata su valori etici e solidali, oltre a fornire un modello di collaborazione.

Giuseppe Mazzini  nacque a Genova il 22 giugno 1805 e morì a Pisa il 10 marzo 1872 nella Casa della Famiglia Nathan Rosselli, oggi dichiarata monumento nazionale e trasformata in istituto storico sin dal 2002. E’ stato indubbiamente uno dei protagonisti del Risorgimento italiano, noto per il suo fervente impegno patriottico, il suo pensiero filosofico e la sua visione esoterica della storia e dell’umanità. Figura centrale nel movimento per l’unificazione dell’Italia, Mazzini non fu solo un rivoluzionario politico, ma anche un pensatore profondo che influenzò profondamente il panorama culturale e ideologico dell’Ottocento. 

Il pensiero di Mazzini si fonda su un’etica profondamente morale e spirituale, in cui l’azione politica è strettamente connessa a una missione divina. Egli sosteneva che la libertà e l’unità nazionale non dovessero essere meri obiettivi politici, ma il risultato di un’azione etica collettiva. La sua filosofia si articolava attorno a tre concetti chiave: Dio, Popolo, Umanità.

  • Per Mazzini, l’idea di Dio era centrale. Credeva che ogni nazione avesse una missione divina da compiere e che la politica dovesse essere guidata da un principio superiore di giustizia e moralità. Il popolo per lui non era solo una massa di individui, ma un’entità spirituale con un destino comune. La libertà doveva essere raggiunta attraverso la partecipazione attiva e consapevole del popolo alla vita politica.  L’obiettivo ultimo non era solo l’unità nazionale italiana, ma la fratellanza universale tra i popoli. Mazzini sognava un’Europa fondata su nazioni libere e unite in uno scopo comune.

Mazzini fu profondamente influenzato dalle correnti esoteriche e dalle società segrete del suo tempo. Si avvicinò alla massoneria e ad altre organizzazioni iniziatiche, che vedeva come strumenti per diffondere le sue idee e creare una rete di rivoluzionari consapevoli. Credeva nella necessità di un sapere riservato a una cerchia ristretta di iniziati, capace di guidare il popolo verso la consapevolezza e la liberazione.

La sua concezione della storia era intrisa di un misticismo progressista: ogni epoca rappresentava un gradino verso una più alta realizzazione dello spirito umano. L’azione politica, per lui, doveva essere un mezzo per accelerare questo processo evolutivo.

L’impatto di Mazzini sulla cultura e sulla politica è stato immenso. Il suo pensiero ha ispirato movimenti di liberazione in tutto il mondo, influenzando figure come Gandhi e altri leader rivoluzionari. La sua concezione della politica come missione etica ha lasciato un segno profondo nella storia italiana ed europea.

Il mazzinianesimo ha influenzato anche il pensiero repubblicano e socialista, con il suo ideale di una società basata sulla giustizia e sulla solidarietà. Il suo lascito si ritrova nei valori di democrazia, autodeterminazione e impegno etico nella politica, che ancora oggi risuonano nelle lotte per i diritti umani e la giustizia sociale.

Giuseppe Mazzini non fu solo un patriota e un rivoluzionario, ma un pensatore di straordinaria profondità. La sua filosofia, permeata di spiritualità e di etica, il suo legame con l’esoterismo e la sua visione dell’umanità come un tutt’uno lo rendono una figura unica nella storia. Ancora oggi, il suo pensiero continua a ispirare chi crede nella libertà, nella giustizia e in un mondo più giusto e solidale.

La ricorrenza della morte di Mazzini e per l’appunto il 10 Marzo costituisce anche una data emblematica per le fratellanze nel commemorare quanti trapassati all’Oriente Eterno.

@danieleimperiale

 

 

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