“Mach pì cènt!”, ovvero “Ne mancano cento!”, dicevano gli allievi ufficiali nel mio dialetto, il piemontese, più di 150 anni fa. Oggi Makπ100 è molto più di un conto alla rovescia: è il simbolo di una scelta, di una promessa, di una missione. Essere Ufficiali delle Forze Armate italiane. Care Allieve, cari Allievi, quello di oggi è un momento che porterete con voi per tutta la vita. Segna l’avvicinarsi di un passaggio decisivo per l’intera vostra vita, professionale e umana: da Allievo a Ufficiale, da chi apprende a chi comanda. La presenza, qui oggi, con noi e con voi, del Presidente della Repubblica, che ringrazio ancora una volta per la sua vicinanza, onora questa giornata e ne sottolinea il profondo significato istituzionale.
Il “passaggio della stecca” esprime continuità tra generazioni di militari. È simbolo dell’eredità storica, di tradizioni e doveri che oggi vi vengono affidati attraverso questa Accademia, e contiene in sé un’apparente contraddizione: presidiare valori antichi e, nel contempo, formare e formarsi per affrontare un futuro incerto e sempre più in evoluzione. Ma nessuna tecnologia, per quanto avanzata, potrà sostituire ciò che è davvero decisivo per le nostre Forze Armate e per il nostro Paese: la vostra coscienza e i vostri valori. Anche quelli trasmessi dalle vostre famiglie che oggi sono qui e che vi guardano con orgoglio. Siate sempre di esempio per tutti: i vostri futuri soldati, le vostre famiglie, il vostro Paese. E fatelo perché comandare non significa esercitare il potere, ma indicare la strada. Specie nei momenti difficili scoprirete che l’etica non è un concetto astratto, ma una bussola concreta. Avete scelto una strada impegnativa, ma straordinariamente significativa. A voi affidiamo la difesa della Nazione, il nostro futuro. Siate all’altezza della fiducia che l’Italia ripone in voi!”. così il ministro Crosetto.

