Gerusalemme – È iniziata all’alba la giornata che molti già definiscono storica. Alle 7 di questa mattina, i primi sette ostaggi israeliani detenuti da Hamas sono stati consegnati alla Croce Rossa. Secondo fonti del movimento palestinese, una seconda consegna sarebbe avvenuta “a sud di Gaza” nel corso della mattinata.
La notizia del rilascio ha scatenato un’ondata di emozione in Israele: migliaia di persone si sono radunate nelle piazze, in silenzio o in preghiera, seguendo i collegamenti televisivi che trasmettevano in diretta ogni momento dell’operazione.
A suggellare la svolta, è arrivato il messaggio di Donald Trump: “La guerra è finita”, ha dichiarato l’ex presidente statunitense, che nelle prossime ore parlerà alla Knesset prima di recarsi a Sharm el-Sheikh per partecipare al cosiddetto “summit della pace”, organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
All’incontro parteciperanno venti leader mondiali, tra cui Abu Mazen, ma senza rappresentanti ufficiali né di Israele né di Hamas — una scelta simbolica che, secondo gli organizzatori, punta a consolidare un quadro politico nuovo per la regione.
Le televisioni di tutto il mondo trasmettono in diretta l’arrivo di Trump, già ribattezzato da alcuni media “il presidente della Pace”. Una definizione che accompagna l’eco di un conflitto durato mesi e che, secondo gli analisti, aveva sfiorato la possibilità di una terza guerra mondiale.
Per la prima volta da anni, il Medio Oriente sembra intravedere un orizzonte di stabilità. Ma il cammino della pace, come sempre, resta fragile e incerto.

