Sicilia, focus con Natascia Pisana: “venti anni di sindacato attivo”

REDAZIONE SICILIANA – Correva l’anno 2002 quanto la brillante Natascia Pisana ebbe ad iniziare un lungo e proficuo percorso di rilievo sociale nel mondo del sindacato. A distanza di venti anni, molte le cose che sono cambiate sia nelle azioni da portare avanti ed in relazione alla diversità di esigenze che nel corso del tempo si sono manifestate. Diverse le sigle con cui è stata fatta esperienza, e che oggi costituisce un bagaglio importante per lo sviluppo della Sicilia.

Abbiamo rivolto alla Pisana alcune domande intervista proprio per meglio focalizzare l’evoluzione sindacale soprattutto nel contesto sanitario assistenziale.

D.  Venti anni di intensa attività, quale è il suo bilancio ad oggi?

R. L’esperienza vissuta in contesto sindacale è stata sempre caratterizzata da una predisposizione per il sociale, la voglia di consocere norme per apportare soluzioni ai casi difficili, e dopo un primo periodo di apprendimento, la mia azione è iniziata subito a tutto campo avviando collaborazioni, intraprendendo iniziative dapprima su scala locale e che poi si sono gradualmente estese nella regione siciliana arrivando poi a collegamenti diretti con la capitale romana. Tante persone sono passate in conoscenza durante questo ventennio, da ognuna ho cercato di trarre qualcosa, l’umiltà è il primo aspetto per fare sindacato, e la consapevolezza che si sta svolgendo un servizio sociale. Come in tutti i campi, anche qui non mancano gioie e dolori, situazioni che a volte hanno portato alla necessità di rivedere le scelte e cambiare pagina, ma sempre nella linea dell’unico denominatore: l’interesse sociale e l’attenzione verso le categorie deboli. 

D. Balzando ad oggi la vediamo impegnata nel progetto Zeromolestie…

R. C’è  bisogno di alzare non solo l’attenzione mediatica contro le violenze sulla donna, ma di agire concretamente ogni giorno e non solo nelle giornate celebrative. Con questo progetto portato avanti in sinergia con partner speciali, puntiamo a fornire uno strumento che sia al passo con i tempi, che faccia capire quanto l’omertà settoriale e la sofferenza debbano essere evitate. E questo è oggi possibile grazie anche e soprattutto all’esperienza fatta in questo ventennio. Non ci si può infatti occupare di problemi che non si conoscono, e nell’azione sindacale nel contesto sanitario di esperienze ne sono capitate molte. 

D. Quale è stato l’impatto della pandemia da covid 19 nel settore degli operatori sanitari e della sanità?

R. E’ sotto gli occhi di tutti quanto la pandemia abbia condizionato la vita di ogni giorno di tutti noi, l’emergenza ha fatto emergere però alcuni aspetti sopiti, non capiti soprattutto per l’importanza che riveste la categoria degli operatori sanitari. E nella gestione ordinaria, che sia domiciliare o presso strutture ospedaliere ne abbiamo avuto la riprova. Ciò nonostante ci siamo messi a lavorare a capo fitto, coscienti di rischi da correre, ma si è capito che solo attraverso una azione di tutela sindacale alcuni comparti sanitari hanno potuto avere giusti riconoscimenti. Che non si riconducono necessariamente e solo a livello economico, bensì anche meritocratico e formativo. 

D. La formazione riveste importanza nel sindacato? 

R. Molta, ovviamente non si finisce mai di imparare. Chi fa sindacato deve avere ben chiaro il concetto dell’umiltà che spesso però viene anche frainteso come debolezza. Il corso delle esperienze ci serve poi a far accendere quella illuminazione intellettuale per discernere e valutare sempre al meglio. Oggi siamo di fronte alla necessità di formare adeguatamente gli operatori sanitari, ma anche gli stessi operatori che si occupano a vario titolo e ruolo di sindacato in generale. In passato abbiamo incontrato molte persone che prive di competenze, hanno fatto scelte dannose per molte categorie. 

D. Uno sguardo al futuro per il sindacato in generale? 

R. Anche le vicende nazionali, politiche influiscono sulla storia dei sindacati in generale, da sempre filtro importante per una serie di esigenze. Non dobbiamo far sì che le azioni sindacali vengano oscurate da attenzioni mediatiche che ogni giorno si profilano all’orizzonte. Siamo tutti preoccupati per il futuro, ma per guardare al futuro bisogna innanzitutto analizzare il presente, fare i conti ogni giorno con le evoluzioni correnti, molte delle quali non dipendono dalla nostra volontà. Ci adeguiamo e con maggior forza per il futuro l’obiettivo è raggiungere risultati, conquistare diritti, uguaglianza e miglioramento dei servizi e tutela dei lavoratori ove serve. 

Grazie e buon lavoro

 

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