“L’animale”: il romanzo di Matteo Malavasi ora in campagna crowdfunding. Leggere questo libro perché…

Il protagonista di questo romanzo di formazione/distruzione è Yuri Ferri, sempiterno vitellone, piccolo ‘Grande Lebowski’ alla costante ricerca di una propria credibile collocazione nel rutilante mondo degli adulti. Yuri scrive per gli altri per raccontare di sé, osserva l’esterno per essere analizzato all’interno, soffre profondamente per essere compreso pienamente. Ormai adulto, Yuri continua a perseguire ideali astratti e romantici, anacronistici e metafisici, mere illusioni che sarebbero irrealizzabili se non ci fosse Enrico Dell’Acqua, grande amico di Yuri, a rendere l’utopia una persuasione a portata di mano, una certezza che si verifica, puntualmente, ogni sette anni. Un personaggio controverso e sopra le righe, Enrico. Un ragazzino incontrato a metà degli Ottanta, ad una festa di compleanno alla quale Yuri non era stato nemmeno invitato. Chi è veramente Enrico Dell’Acqua? Uno strambo filantropo? Un santo? Un guru? O semplicemente una persona pericolosamente scollegata dalla realtà? E chi è veramente Yuri Ferri? Ghost-writer, grande autore in odore di Strega o soltanto un eterno immaturo, incapace di tagliare il cordone ombelicale ed emanciparsi da una famiglia popolata da personaggi altrettanto intensi e complessi?

Matteo Malavasi, classe 1974, è modenese e insegnante di scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato con la casa editrice Artestampa (Modena) quattro polizieschi, intitolati Tra le spranghe e i Rolling Stones (finalista al Premio Internazionale Ovidio), Fuoco Amico, C’est la vie e Finalmente Libero. Con GFE ha pubblicato il primo episodio della tetralogia avente come protagonisti Beppe, Orso e Lavvi, intitolato Quando viene la sera. Lettore compulsivo, ha scoperto da qualche anno le gioie, e i dolori, della scrittura, patologia gravissima dalla quale, i medici temono, non potrà guarire mai più.

L’animale è il romanzo inedito di Matteo Malavasi, attualmente in campagna crowdfunding per Bookabook editore. L’autore modenese ama definirsi un “lettore compulsivo”, il che esprime bene anche il fluire di questo suo libro, arduo da arginare, impossibile da etichettare. Proprio così, perché le etichette che razionalizzano per “normalizzare” non piacciono all’autore, né ai suoi stravaganti protagonisti. Yuri e Enrico, due tipi fuori dal comune, viaggiano su binari tanto assurdi per gli altri, quanto totalmente normali per loro. Un legame indissolubile, morboso, li lega, due mondi opposti (ma poi lo sono davvero?) che si parlano, e soprattutto ci parlano.

Matteo Malavasi racconta con uno stile estroso, disorientante e divertente, cosa significhi sentirsi “diversi”, essere considerati dei folli, fuori dalla comune considerazione della “normalità”. Se il normale è ciò che ricomprende la realtà sotto il dominio della ragione, il diverso è sempre qualcosa che spaventa perché sfuggente. Ma un colpo di scena capovolge la lettura e la percezione delle cose. L’autore ci sorprende con una verità che arriva inaspettata lasciandoti semplicemente disarmato.

Questo libro è capace di gettare in un oceano di percezioni e di emozioni contrastanti, ti fa piangere e ridere allo stesso tempo, mentre guardi da vicino il dolore, l’euforia, la sofferenza, il sentirsi lontani dal mondo, dagli altri, ma soprattutto da se stessi. La mente che entra in gioco con le sue proiezioni palliative, per proteggere dal mondo. Lo scrittore esprime con maestria narrativa questa dissociazione e la sofferenza che comporta, il tentativo di aggrapparsi a un angolo di realtà per capire e farsi comprendere, per sapere dove inizia il vero e dove invece l’illusione. Ma infondo, perché trovare una linea di demarcazione?

Un libro spiazzante dalla trama incalzante e sofferta scorre incredibilmente leggero grazie allo stile ironico e espressivo dell’autore. Una narrativa affilata che scava nei pertugi della psiche per restituire la complessità dell’incontro con quella che forse troppo banalmente chiamiamo “realtà”. Questo libro va letto lasciando da parte tutti i pregiudizi, facendosi trascinare senza riserve in quello straniamento “schizofrenico” che ti lascia senza punti di riferimento; lo stesso che caratterizza i personaggi eternamente tormentati e in cerca di comprensione.

L’animale è un libro che merita di essere pubblicato e letto per il modo in cui l’autore racconta il mondo della psiche, restando coerente con le premesse di quella che da subito si presenta come una narrazione complessa con continui cambi di rotta, con i suoi personaggi difficili da domare ai quali ci si affeziona irrimediabilmente. Una penna sottile quella di Matteo Malavasi che erompe come un vulcano e rovescia continuamente i punti di vista.

“La leggerezza che sorvola sulla pesantezza”, come ha affermato lo stesso autore, è la sensazione che lascia questa storia, capace di entrare in profondità riemergendo sulle ali dell’ironia. Un romanzo per ricordare che spesso -o forse sempre- l’unica possibile e “normale” realtà è esattamente la propria.

Oggi incontriamo Matteo Malavasi per parlare del suo libro inedito L’animale e dialogare con lui su alcuni approfondimenti  sulle tematiche presenti.

Ciao Matteo, cosa ti ha spinto a scrivere L’animale?

“La curiosità di mettermi alla prova, di sperimentare una narrazione differente dalle mie precedenti uscite, ovvero una serie poliziesca e una di noir grottesco. Raccontare, inoltre, della ‘follia’ intesa come incapacità di piegarsi alle leggi del mondo, mostrare le difficoltà che si possono avere nel relazionarsi quotidianamente con il ‘pensiero unico’, quello che ti opprime e ti fa sentire inadeguato, sbagliato.”

Quale stile narrativo hai impiegato in questo libro e in generale quale stile ti caratterizza come scrittore?

“Ritengo di essere scrittore poco descrittivo e molto espressivo, nel senso che punto molto sui personaggi e sui loro dialoghi attraverso i quali, naturalmente, riporto i miei pensieri e il mio modo di intendere la vita. Non mi piace fare il formatore di coscienze, probabilmente non ne posseggo le stimmate; mi limito a raccontare storie utilizzando lo stratagemma dell’ironia. Se sono di cattivo umore, allora, ecco il sarcasmo, che mi serve per arrivare a fine giornata ed offrire una spiegazione razionale a tutto quanto capita durante l’arco delle solite, pazze, ventiquattrore.”

A quale genere lo possiamo accostare?

“Narrativa. Immagino sia molto generico, ma per narrativa intendo evasione, riflessione, fuga, ridere, piangere, farsi delle domande, darsi delle risposte, aver voglia che il libro che si sta leggendo non finisca mai o, al contrario, scagliarlo con forza contro il pavimento, perché ritenuto orribile. Succede anche questo, no?  In sostanza, tutti i generi, saggistica esclusa, e nessun genere in particolare.”

L’opera è in Crowdfunding: ti va di aggiungere qualche informazione a riguardo?

L’animale è stato selezionato dall’editore Bookabook, che ha quindi evaso la pratica del “qualitativamente idoneo”. Dopodiché, tocca all’autore espletare l’aspetto quantitativo, ovvero l’obiettivo delle 200 copie in preordine, e guadagnarsi così la pubblicazione. Per il sottoscritto è una novità, abituato com’ero alle classiche case editrici (piccole, certo, ma assolutamente NON a pagamento) che, una volta accettato il testo, si preoccupavano poi di editarlo e stamparlo. La campagna sta andando maluccio, non ho problemi ad ammetterlo, (bisogna sempre proiettare un’immagine di successo, prima regola del marketing, ma io non ne sono assolutamente capace) anche perché il poco successo non deriva certo dalla bassa qualità dell’opera (ancora inedita), bensì dalle poche opportunità che ho di organizzare serate o eventi che parlino di essa.”

Quali tematiche possiamo aspettarci dalla storia?

“Amicizia, soprattutto. Poi relazioni funzionali e relazioni disfunzionali, ricordi d’infanzia, ricordi che non esistono eppure ti sfasciano la psiche, mamma, papà, nonni, sorelle, gatti, film, canzoni libri letti e libri da leggere. La leggerezza che sorvola sulla pesantezza, che è l’aspetto del romanzo cui tengo di più.”

Chi è Yuri e quali reazioni suscita il suo personaggio?

“Yuri è il protagonista, almeno credo. Yuri sono io e tutto quanto quelli della mia generazione hanno esperito e vissuto. Almeno credo…”

Chi è invece Enrico?

“Enrico è il protagonista, almeno credo. Enrico sono io e tutto quanto quelli della mia generazione avrebbero voluto essere. Almeno credo…”

Quale messaggio custodisce la tua opera?

“Uno solo? Tanti messaggi. Non mi piace fare il profeta, non ho una folla di proseliti da istruire ed anche se l’avessi consiglierei di non seguire affatto quanto propinato dal Maestro, ma di disperdersi nel mondo cercando di non rompere le scatole al prossimo. Ossia, non credo che il lettore possa cogliere nel libro un messaggio particolare, pregnante, se non quello vago, ma importantissimo, che la diversità, alla lunga, vince.”

Chi è il suo lettore ideale e perché?

“Sarebbe bello averne qualcuno, di lettore. No dai, faccio il serio. Il lettore ideale è quello che considera lo scrittore alla stregua di qualcuno che, per pochi istanti, ha regalato spensieratezza, ha permesso un’uscita temporanea da sé stesso, ha fatto balenare un’idea e soprattutto ha reso possibile, ancora una volta, il miracolo della letteratura.”

Che tipo di emozioni o spunti di riflessione vorresti trasmettere al lettore?

“Una risata amara, compiaciuta della propria amarezza. Esattamente quella che fuoriesce tutte le volte che riguardiamo i film di Monicelli, De Sica, Risi. Riflettere sulla vita, sulla fatica che essa comporta, con uno sbuffo che esce involontario dalla bocca. “Eh già, è proprio così. Non resta che sorridere…”. Poi accomodarsi in poltrona, bere un bicchiere di vino, uscire per una passeggiata, prepararsi un bel panino al salame. Continuare, insomma.”

Tre buoni motivi per acquistare e leggere L’animale

  1. Perché, se non raggiunge le 200 copie, rimarrà inedito
  2. Perché è piaciuto all’autrice dell’intervista
  3. Perché è scritto da un autore sconosciuto alle masse, ed essere autore sconosciuto alle masse è frustrante quasi quanto essere autore osannato dalle masse. Mi basterebbero 30.000 copie a romanzo, per intenderci.

Grazie per lo spazio dedicatomi, e grazie a chi avrà voglia di leggermi.

 

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