Cosa accade quando moriamo, esiste vita oltre la morte?

EDITORIALE – Che cos’è la morte ? esiste realmente oppure è quello che noi crediamo che sia? c’è continuità di vita dopo la morte oppure tutto cessa in quell’attimo?

Sin da tempi immemori l’uomo ha sempre avuto paura di morire, anche se una piccola percentuale sa cosa avviene dopo la cessazione del respiro, del battito cardiaco e dell’attività elettrico celebrale. Molti l’hanno sperimentato con la cosiddetta NDENear Death Experience ) dopo incidenti drammatici, eventi improvvisi e netti, patologie degenerative e mortali o tutti quegli eventi che hanno posto momentaneamente fine a quella materiale esperienza e che poi sono ritornati in vita e hanno raccontato esperienze dell’oltretomba, dell’oltre corporeità sia in visioni positive che negative, milioni di dati statistici in tutto il mondo hanno riportato e continuano a registrare casi verificatisi.

Un’altra parte sa cosa avviene dopo la morte come molti monaci tibetani, buddisti, o meditatori trascendentali, maestri yogi o studiosi e ricercatori che lo raccontano in diversi manoscritti come una guida, un manuale da conoscere, dai più antichi come il “Bardo, il libro dei morti egizio” ai più moderni.

Il resto della società umana non ha la più pallida idea, ha paura, timore, la ignora per tutta la vita come se non esistesse e si dedica per lo più alla ricerca del piacere e della vita materiale sapendo che prima o poi arriva. 

Tutta questa paura nasce con l’avvento del materialismo assoluto, con l’illuminismo scientifico, quando si credeva che tutto fosse meccanico e ancora oggi si crede che la fisicità, la biologia, gli organi, la chimica sono responsabili dell’individualità umana.

Di fatto la medicina insegna che in assenza di attività elettrica, sia cardiaca che celebrale l’individuo non esiste più o per lo meno esiste quando ve ne è. Ma chi siamo? Cos’è quest’intelligenza che ci fa dire <<   Io sono >> che ci fa percepire, sentire, provare emozioni e darne a loro volta? Davvero l’entità individuale è misurabile solo in rapporto del suo sistema biologico?

Non è nell’interesse di questo articolo rispondere a queste domande bensì suscitare nelle coscienze il senso di ricerca della vostra identità, in questo dialogo univoco l’obiettivo principale è quello di delucidare la questione morte, chiarirne il significato e l’evento, di abbattere quella barriera di mistero e di paura dell’ignoto.

Che cos’è allora la morte?

La morte è quel processo in cui ogni attività biologica – fisica cessa permanentemente, con il successivo abbandono e separazione da parte dell’entità vivente e cosciente che prima animava quel corpo. L’aspetto grossolano, passivo e materiale ritorna, decomponendosi verso il basso, nella terra, da cui si è formato, mentre la coscienza che è quell’insieme di processi psichici legati al sentire ed al pensiero si distacca dal corpo fisico pian piano e diventa sempre più sottile, dissolvendosi nei quattro elementi e abbandonando tutti quegli strati vibrazionali prima nell’elemento terra, poi acqua, fuoco in fine aria e l’essenza che ne rimane si riconnette all’etere, all’universalità di coscienza che tutto muove, anima ed è, secondo il suo stato qualitativo fino all’avvento di una nuova possibilità di ritorno.

Tutto in natura è ciclico, non esiste nessuna cosa che sia rettilinea, il cerchio è il simbolo geometrico di tutte le cose, dall’atomo, ai pianeti, al sistema solare, alle galassie, agli insiemi di galassie.

Tutto ruota senza sosta, dal moto dei corpi celesti, alle stagioni, al ciclo dell’acqua, al ciclo della natura, negli animali, alle fasi lunari, al ciclo mestruale, d’avvero ogni cosa esistente. Come può dunque la vita e la morte comportarsi altrimenti? Le leggi universali sono uguali per tutti e per tutte le espressioni. Dunque è un dato di fatto che noi nasciamo nel senso di venire al mondo, perché <<nulla nasce, nulla muore ma tutto si trasforma >> cresciamo, ci riproduciamo, invecchiamo e moriamo e così di nuovo. Se fosse una linea retta da dove viene la vita? e dove va?

La vita non può nascere nel nulla perché il nulla non esiste, né tantomeno può andare nel nulla e dunque tutto è connesso al tutto, la materia è energia condensata in basse frequenze e l’energia è materia elevata e raffinata ad alte e sottili frequenze. Ciò che è pesante va in basso e ciò che è leggero va in alto, come un bastone bruciato, la fiamma sale e il carbone si disintegra.

Perché il nulla non esiste? Perché se noi facciamo esistere qualcosa che non esiste dunque la facciamo esistere, riducendosi solo ad un concetto mentale, d’altronde come la morte lo è, un concetto mentale. Noi abbiamo paura di ciò che immaginiamo che possa essere e non di ciò che è, abbiamo avuto forse paura quando siamo nati? Ci siamo preoccupati? Tanto più dobbiamo farlo per morire.

La morte è solo un passaggio di stato, come l’acqua passa dallo stato solido allo stato gassoso, allo stesso modo noi affrontiamo un cambio di coscienza, che si espande da ciò che era individuale e personale a ciò che è assoluto e impersonale.

Ogni notte sperimentiamo piccole morti con il sonno e con il sogno, si può forse dire che non esistiamo, ci preoccupiamo? La risposta è no, perché è la cosa più naturale del mondo, la nostra coscienza, attività della mente vive costantemente e sempre presente, allo stesso modo accade quando moriamo con la differenza che viviamo totalmente quello spazio e non più quello materiale.

Quindi dovremmo imparare a vivere in funzione della morte, sapendo che è inevitabile e che fa parte della nostra umana esperienza, smettendo di essere terrorizzati e prendere con mano la nostra esistenza e indirizzarla per migliori propositi, intenzioni, facendo tutto ciò che di buono, positivo, armonioso e amorevole possa esser fatto.

Siamo viandanti luminosi di passaggio che sperimentano e imparano al fine di evolvere e far evolvere, come il più grande è utile al più piccolo e il più piccolo al più grande.

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