Nel cuore pulsante delle milonghe milanesi, dove il tango è più di una danza ma un rituale di passione e mistero, una scarpa insanguinata diventa il preludio di un’indagine avvolta nel ritmo della notte. Quando Lara, una ballerina affascinante e controversa, scompare senza lasciare traccia, le amiche Daniela e Paola si trovano catapultate in un intrigo che affonda le radici tra desideri inespressi, rivalità e segreti inconfessabili. Tra un passo e l’altro, accompagnate dai tangheri Lucio e Libero, le due improvvisate detective scoprono che dietro ogni abbraccio di tango si nasconde una verità, e che il mondo delle milonghe è un teatro di seduzioni pericolose. Sullo sfondo di una Milano notturna, vibrante e ambigua, il tango diventa lo specchio delle loro paure e dei loro desideri più profondi. Un romanzo avvincente e sensuale, che intreccia mistero, amicizia e redenzione, lasciando il lettore sospeso tra la magia del tango e il brivido di una verità scomoda.
Intervista all’autrice
Buongiorno Chiara e ben tornata! Con il tuo ultimo romanzo Il tango lo fa segni un nuovo inizio nel genere giallo. Raccontaci come è stato affrontare questo nuovo territorio narrativo e se hai trovato la scrittura di un giallo più sfidante o più liberatoria rispetto ai tuoi lavori precedenti.
È stato elettrizzante affrontare un nuovo genere: il giallo è un genere letterario che amo e che ha una storia a incastri, mi è piaciuto molto scriverlo, è stato liberatorio investire in nuovo modo di raccontare seppur non totalmente differente dai miei romanzi precedenti in relazione alla descrizione dei personaggi. Lo scorso giugno ero in vacanza e mi è balenata l’idea per un giallo; quindi, ho pensato che l’ambiente del tango sarebbe stato perfetto per la storia che volevo raccontare intrisa di mistero e amicizia. Mi sono divertita nel delineare personaggi sopra le righe e farli divenire parte di una realtà che, nella narrazione, si ammanta di mistero e siccome trovo molto stimolante poter raccontare storie in cui narro persone differenti da me, la sfida è stata quella di riuscire nella caratterizzazione rendendoli verosimili.
Nel romanzo intrecci diversi temi, come la passione, il mistero e l’amicizia. Come hai scelto di esplorarli attraverso le dinamiche tra i tuoi personaggi?
Innanzitutto, devo ammettere che sono temi a me molto cari e che ho trattato anche nei precedenti romanzi. Ho scelto di guardarmi intorno, di immaginare cosa le persone proverebbero vivendo situazioni controverse: ad esempio due amiche che decidono di indagare la scomparsa di una donna, seppure a loro sconosciuta, in un ambiente che frequentano da poco. Così, ho iniziato a raccontare una storia a sfondo giallo senza tralasciare i sentimenti e le pulsioni che si potrebbero provare a contatto con situazioni di rischio. Analizzare le dinamiche che sorgono tra amici, oppure tra persone che hanno relazioni e frequentazioni anche insolite. Ad esempio, cosa succederebbe se uno di noi sospettasse di frequentare un assassino? Saremmo in grado di reagire con calma e sangue freddo? Ma, soprattutto, le persone attorno a noi sono davvero ciò che sembrano? Credo siano valutazioni che ciascuno di noi ha fatto almeno una volta e che i miei personaggi prendono in seria considerazione per riuscire a districarsi dal mistero che aleggia intorno a loro.
Il colpo di scena finale gioca un ruolo fondamentale nel giallo. Quanto è stato importante per te costruirlo fin dall’inizio oppure si è evoluto durante la scrittura?
Avevo già deciso all’inizio della storia chi sarebbe stato il colpevole ma non avevo scelto subito “come”. Nelle storie che narro mi lascio trasportare dalla sorpresa nel senso che parto con un’idea e lascio poi che i personaggi prendano vita, agiscano quasi con l’istinto e così la storia si dipana, inizia a sorgere dalla scrittura arrivando veloce al finale. Non ho mai un’idea preconcetta ma “lascio” i personaggi discutere tra loro facendoli maturare nelle intenzioni. Non sono una scrittrice che si prepara lo schemino da seguire: ho tutto nella mia testa e sento la necessità di lasciare un po’ di libertà ai miei personaggi mettendo le storie che immagino su carta e solo così riesco a creare nuovo spazio mentale per altri romanzi sentendomi davvero libera.
L’ambientazione nelle milonghe è davvero affascinante e aggiunge intensità al racconto. Cosa ti ha spinto a immergerti in questo mondo? Hai cercato di trasmettere significati simbolici o emotivi attraverso il riferimento al tango?
Qualche anno fa, in seguito a un grave lutto che mi ha colpita, ho deciso che avrei realizzato alcuni progetti accontanti nel tempo e uno di questi era d’imparare a ballare il tango. Così per poco più di due anni ho frequentato milonghe e corsi di tango; poi, anche a causa del periodo di lockdown, sono cambiati un po’ i miei interessi ma il fascino per un ballo tanto passionale ha lasciato in me bel ricordo. Il tango argentino ha una storia molto passionale e ho imparato ad ascoltare diverse visioni del ballo, differenti intuizioni nell’affrontare la vita e ho conosciuto un gran numero di persone generose oltre che interessanti. Quindi, mi piaceva l’idea di inserirlo in una narrazione particolare com’è il genere giallo e di condividere l’idea di questo ballo che è maturata in me nel tempo. Il vero significato, secondo me, è che in ogni ambiente possiamo trovare una varietà umana interessante come un mondo nel mondo e trovo entusiasmante poter conoscere mondi nuovi.
Scrivere un libro che mescola mistero, psicologia e danza dev’essere stato un viaggio ricco di scoperte. C’è qualcosa che hai imparato durante il processo di scrittura che ti ha sorpreso o che non ti aspettavi di scoprire?
Più che una scoperta ho avuto una conferma del fatto che mi piace osservare le persone e riflettere sulla capacità che ciascuno di noi possiede di affrontare eventi traumatici. Così è nata in me l’idea di una consapevolezza che insieme ad un gruppo di amici fidati è sicuramente più agevole affrontare la vita. Poi, come ogni volta che racconto una storia nuova, mi aspetto di conoscere le riflessioni che lascia nei lettori e di poter imparare cose nuove dall’incontro con pensieri anche differenti dai miei. Mi piace molto il confronto e credo che una storia dove si raccontano pulsioni anche negative possa generare riflessioni differenti tra i lettori: è questo il bello, poter condividere sensazioni diverse tra loro.
Ogni lettore potrebbe cogliere sfumature diverse del tuo libro. C’è qualche dettaglio o aspetto che speri venga colto in modo particolare, anche se potrebbe non essere subito evidente?
Mi piace pensare che ciascuno ha un modo particolare di affrontare la lettura di una storia e che ognuno può trovare qualcosa in più rispetto al mio intento originario. Ora spero, anzitutto, che nasca la curiosità per il ballo e la riflessione sulla necessità di amicizie profondamente sincere e leali: quelle che possono fare la differenza tra una buona vita e una vita mediocre, quelle che possono fare la differenza tra la vita e la morte. Credo nella possibilità di cambiamento ed evoluzione degli esseri umani a patto che lo vogliano davvero e che s’impegnino nell’ottenerlo.