titolo pulito

Dal cadavere di Moro giustiziato dalle Br, al tempo delle primesignore della nuova “cosa loro”

Editoriale – Quarant’anni separano la triste giornata di storia nera dell’Italia dal 9 maggio 1978 ad oggi. Un anniversario di una delle pagine più nere della Repubblica, con l’Onorevole Aldo Moro fatto ritrovare riverso sul portabagagli di una Renault 4 di colore rosso in via Caetani a Roma. Questo dopo un processo che le Brigate Rosse dedicarono allo statista, capro espiatorio buono di un sistema di potere indiscusso esercitato dalla Democrazia Cristiana in primis e dal Partito Socialista al seguito. E’ l’epoca di una Italia intrisa di statisti tutti di alto livello che restano praticamente inermi, tengono il pezzo di fronte al ricatto delle B.R. E la figura di Moro che presenta molte sfaccettature sulla corrente democristiana che strizzava già l’occhiolino verso una sinistra radicale, con la quale era impensabile attivare un qualsiasi discorso. Se confrontiamo quel giorno ad oggi, notiamo una nazione che ha comunque svenduto autorevolezza, idealismo, battaglie studentesche per il credo in qualcosa, sia a ragione che a torto. La storia insegna, anzi dovrebbe insegnare qualcosa non tanto alle classi dirigenti, ma ad un popolo che ha subito una retrocessione di pensiero modalità del gambero. Mentre ieri la politica idealista sia di governo che di contestazione era riservata a chi culturalmente ne portava avanti le essenze su vari fronti, modalità talvolta inaccettabili come nel caso del processo brigatista a Moro, oggi ci troviamo per la prima volta nella storia a dover tornare probabilmente alle urne perchè l’esito delle stesse nel marzo u.s. non ha sortito effetti. Gli statisti, i cultori della storia repubblicana si staranno rivoltando nelle tombe, vedendo protagoniste primesignore con codazzi al seguito che un tempo non avrebbero potuto nemmeno pensare di portare la borsa della spesa a chicchessia. Ebbene, ci rendiamo conto di quanto il progresso, rispetto ad allora ci abbia dato, a livello tecnologico, informatico, ma di quante cose ci siamo perse strada facendo, prima fra tutti l’autorevolezza ed il senso di uno Stato che da allora iniziò a mostrare insiegabili cedimenti. Forse il quarantennio, da Moro ad oggi è stata una graduale decadenza di una Repubblica costituita per il bene del popolo e con la consapevolezza di chi governava di dover scegliere al meglio e far stare bene il popolo. E mentre alla mafia corrisponde l’appellativo di “cosa nostra”, ad oggi per molti sedicenti politici corrisponde appieno l’appellativo di “cosa loro”, rispetto ad un popolo vittima di se stesso.  Ai posteri le ardue sentenze.

Daniele Imperiale

Certified
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More

Privacy & Cookies Policy
404