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Dal Politecnico di Milano la fotocamera a raggi X per vedere i virus più veloci al mondo

Il rivelatore Dssc consentirà non solo di "vedere" oggetti piccoli come atomi e nano-strutture biologiche ma anche di filmarne l'evoluzione temporale

MILANO – Nasce la fotocamera per raggi X di bassa energia più veloce al mondo, che rivoluzionerà il modo di studiare la materia a livello atomico e molecolare, con ricadute positive nello studio di malattie e nuovi farmaci. Il rivelatore Dssc è stato realizzato da un consorzio internazionale coordinato dall’European Xfel di Amburgo e guidato da Matteo Porro, ex dottorando del Politecnico di Milano. Lo riferisce oggi, in una nota, lo stesso Ateneo milanese, precisando che gli altri partner del consorzio sono Desy, Università di Heidelberg, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Università di Bergamo. Il team del Politecnico di Milano, composto da Andrea Castoldi, Carlo Fiorini e Chiara Guazzoni, ha coordinato lo sviluppo dell’elettronica di lettura a basso rumore e la calibrazione del rivelatore Dssc.

Con questo nuovo strumento, si evidenzia nel comunicato, “la comunità scientifica avrà un’arma in più per dipanare le complesse strutture di singole proteine o virus, con immediate ricadute sulla comprensione di malattie e sullo sviluppo di nuovi farmaci. Sarà inoltre possibile acquisire immagini tridimensionali della materia su scala nanometrica o filmare l’evoluzione di una reazione chimica di interesse industriale”.

Il rivelatore Dssc, installato all’European Xfel, consentirà non solo di “vedere” oggetti piccoli come atomi e nano-strutture biologiche ma anche di filmarne l’evoluzione temporale a seguito di specifici stimoli finalizzati a comprenderne il comportamento. Un enorme passo in avanti, se paragonato alla precedente generazione di sorgenti e rivelatori di raggi X, che moltiplicherà esponenzialmente il numero di analisi possibili in tempi incomparabilmente più brevi.

“Aver dimostrato la capacità di registrare a tale velocità immagini di raggi X a bassa energia con risoluzione di singolo fotone è un passo significativo che consentirà di sfruttare appieno le nuove tecniche di indagine con impulsi ultra corti- spiega Castoldi, del dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano e associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-. Il successo ottenuto è una testimonianza dell’ottimo livello della ricerca svolta presso il Politecnico di Milano e della sua competitività a livello internazionale”. (Agenzia Dire – www.dire.it)

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