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Odontoiatria, l’alveolite post estrattiva. Come prevenire e come risolvere presto e bene

Viaggio narrativo con il Prof. Filippo Fordellone in una delle complicanze più diffuse e più fastidiose dell'odontoiatria

Roma – L’alveolite post estrattiva è una conseguenza dell’estrazione dentale. Una complicanza che può essere prevenuta con alcuni accorgimenti da intraprendere prima dell’eventuale intervento di rimozione del dente come la sanificazione dell’arcata dentale.

Solitamente dopo una estrazione può comparire in seguito, quando la sintomatologia dell’intervento ab origine è in fase di regressione. Il dolore è intenso, acuto e resistente persino ai comuni antiinfiammatori e si irradia a tutta la mandibola arrivando perfino alla testa e alla spalla. La causa è per l’appunto questa formazione alveolare che genera una violenta infiammazione le cui conseguenze possono essere perduranti e ingravescenti. La terapia farmacologica, serve a controllare i sintomi che però tendono a persistere per diversi giorni condizionando il paziente nella vita quotidiana e compromettendo il riposo notturno.

E dunque abbiamo fatto un viaggio esplorativo verso un caso specifico risolto dal Prof. Filippo Fordellone di Roma:

“Il paziente – spiega Fordellone – è arrivato nei nostri studi in seguito ad un forte dolore causato da alveolite post estrattiva.

L’estrazione del dente è avvenuta circa una settimana prima in uno studio abruzzese. Dopo una prima fase di normalità, il paziente riferisce di aver iniziato ad accusare dolori sempre più forti dopo i due giorni successivi all’estrazione e che non si riescono a tenere a bada nemmeno con il Bentelan e Aulin.

Al paziente non è stata prescritta alcuna terapia antibiotica e questo invece a livello preventivo può essere molto importante. 

La ferita ci si presenta stretta con tre punti di sutura e visibilmente tumefatta, gonfia e molto dolente al tatto nella parte inferiore dell’arcata stessa coperta da siero biancastro di natura infettiva.

Orbene, con la terapia farmacologica i tempi di soluzione sono molto lunghi, ed in questi casi l’unica soluzione è quella di intervenire chirurgicamente. Quindi, senza anestesia, (non avrebbe alcun effetto in queste zone) si procede innanzitutto a rimuovere il punto centrale e far spazio gradualmente rimuovendo i detriti infettivi, il fondo sieroso biancastro, per poi individuare l’alveolite responsabile del dolore.

Il paziente è collaborativo e viene reso edotto in anticipo di ogni passaggio che andrà ad interessare la sua arcata dentale.

Poi si procede con l’ausilio del cucchiaio di Walkmann, ad effettuare alcune manovre di precisione, molto decise che causano dolore al paziente, ma che sono necessarie per rimuovere ed asportare l’alveolite stessa. Cosa che avviene falcimente rimuovendo anche gli altri due punti di sutura. Bisogna poi assicurarsi che non vi sia alcun altro frammento infettivo all’interno della gengiva, procedendo ancora a pulire benissimo tutta la parte fortemente dolente. La parte interessata che si presentava gonfia e tumefatta immediatamente ritrova il suo alveo naturale. Procediamo quindi ad alcuni lavaggi per disinfettare bene il tutto e poi con una manovra particolare provvediamo a rimettere in giusta sede le parti gengivali aperte rimodellando il tutto in linea con l’arcata. Anche questa è una manovra che riesce a ripristinare uno stato ottimale per la bocca e per il paziente anche se piuttosto dolorosa.

Al termine dell’intervento, che ha la durata di circa 10 minuti come si può notare nella foto a corredo, lo spazio estrattivo è tornato pulito e limpido, e privato di tutte le parti infette, compreso l’alveolo medesimo.

Il paziente, immediatamente avverte un senso liberatorio pur gravando ancora in sede una comprensibile dolorabilità.  Dopo circa un’ora dal termine dell’intervento, il dolore intenso scompare letteralmente. La gengiva viene quindi lasciata libera per evitare ulteriori problematiche. Ci vorrà un pò di cautela per i primi quattro giorni, in quanto bisogna igienizzare la parte con sciacqui mirati con acqua ossigenata dopo aver mangiato evitando che il cibo vada ad inserirsi nell’orifizio durante il periodo di rimarginazione. Ottimo anche l’utilizzo di un collutorio specifico lenitivo. Al paziente è stata indicata anche una blanda terapia antibiotica a scopo cautelativo, e può riprendere sin da subito tutte le normali attività lavorative e sociali in precedenza compromesse”.

 

 

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