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Grande attesa per la Notte europea dei Ricercatori in Italia

Torna in tutta Europa il 27 settembre la Notte europea dei ricercatori: in Italia sono 9 i progetti sostenuti dalla Commissione europea, grazie ai quali la ricerca e i ricercatori incontrano nelle città centinaia di migliaia di persone di ogni età.

ROMA – Si è svolta  la conferenza stampa di presentazione della Notte europea dei Ricercatori, che si svolgerà il 27 settembre 2019, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, del direttore f.f. della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Vito Borrelli, e dei rappresentanti dei 9 progetti italiani finanziati dalla Commissione Europea, con la moderazione di Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze.

LORENZO FIORAMONTI, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: «Per me è sempre un piacere essere invitato alla conferenza e partecipare alla Notte: non è solo un momento divertente ma è la celebrazione di un ruolo sempre più fondamentale in un contesto economico avanzato: il ricercatore è una figura che si assume dei rischi. Aprire i nostri enti di ricerca e università alla comunità è riconoscere il ruolo della ricerca nel dibattito sociale, riconoscere che la ricerca fa bene a tutti. Gli scienziati non sono separati dal resto del paese: questa distinzione deve essere superata, la scienza è strumento di emancipazione per tutti. La scienza e la ricerca diventano sempre di più uno sforzo collaborativo: l’Einstein del futuro sarà un gruppo, non un singolo. Forse nei mesi passati c’è stata la percezione di una distanza tra la politica e la scienza. Ma ora la politica ascolterà la scienza, in primis sul tema dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile. Ringrazio la Commissione europea, gli organizzatori delle Notti, le Università e gli Enti di ricerca. La data del 27 settembre si lega anche ai Fridays for Future: il messaggio è: “ascoltate la scienza”. Il ministero sarà aperto alla riflessione trasversale sulla grande sfida del nostro tempo».

«Già da vice Ministro – e ora ancor più da Ministro – mi sono impegnato per avere maggiori finanziamenti per le Università, la ricerca e il mondo delle accademie e dei conservatori e ho quantificato almeno in un miliardo i fondi pubblici che servono per fare in modo che si possa cominciare a rilanciare la ricerca e la formazione in questo paese. Non è semplicemente una questione di recupero dei finanziamenti perduti del passato. È anche quello. Con questo finanziamento aggiuntivo non riusciremo neanche ad arrivare ai livelli del 2008. Ma è anche perché la ricerca e la formazione sono il segreto dello sviluppo economico di un paese. Quindi se non investiremo in questo settore non riusciremo a fare nient’altro».

«Io credo fortemente nella citizen science e non solo perché è una bellissima manifestazione di un modello scientifico moderno e contemporaneo, ma anche perché storicamente, sempre, la scienza ha fatto passi da gigante quando tutti – esperti e non esperti – hanno fatto degli sforzi collaborativi. Questa visione dello scienziato solo, nel laboratorio, è una visione edulcorata anche del passato. La scienza è sempre stata uno sforzo collaborativo. Quindi la genialità non si nasconde semplicemente in un laboratorio, può essere ovunque. Il bravo scienziato è anche quello che è in grado di collaborare con reti ampie di persone che utilizzano la propria creatività per riuscire a rispondere ai grandi problemi della società contemporanea».

«Noi venerdì 27 settembre non soltanto saluteremo gli studenti che parteciperanno alle manifestazioni dei Fridays for future – una bellissima iniziativa, la lezione più importante che possono frequentare – ma qui al Ministero lanceremo un banner, che verrà messo sulla facciata del Ministero, per raccontare la nostra dedizione alla lotta fattiva contro i cambiamenti climatici. Quindi utilizzare la scuola, l’Università, la ricerca per una missione collettiva di collaborazione contro i cambiamenti climatici. Ospiteremo numerose scuole all’interno del Ministero per raccontare i loro progetti di transizione ecologica, di efficientamento energetico e che hanno a che vedere con la tutela e la salvaguardia dell’ambiente».

«Ricerca e innovazione vanno insieme, sempre più la ricerca diventa ricerca pubblica e privata che collaborano. Quindi il mondo dell’innovazione, che nasce in parte nelle università e negli ambienti pubblici di ricerca, ma anche all’interno delle imprese, diventa quel nodo fondamentale intorno a cui si deve strutturare un’azione di governo coesa. La Ministra dell’Innovazione Pisano ha appena cominciato, io ho avuto già interlocuzioni molto promettenti con lei, a breve inizieremo ad avviare dei percorsi di collaborazione affinché il Ministero dell’Innovazione svolga questo ruolo trasversale di contaminatore positivo di tutti i Ministeri, a partire dal nostro».

«Sarò presente alla Ministeriale ESA di novembre. L’aerospazio è sempre stato al centro della mia azione di vice Ministro e continua a essere al centro della mia azione di Ministro Lo Spazio è una grande opportunità di crescita del Paese. L’Italia è uno dei pionieri dello Spazio storicamente e attualmente, siamo tra i primi in Europa, quindi è importante che la politica sia presente in tutti gli eventi internazionali dove dobbiamo difendere i nostri interessi e le nostre prerogative e mandare un messaggio importante dal punto di vista del governo italiano: lo spazio è una grande opportunità di sviluppo per tutti».

VITO BORRELLI, direttore f.f. della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea: «Ho già conosciuto il ministro nell’ambito dei progetti di integrazione europea. Dal 2005 la commissione sostiene l’iniziativa: l’Italia è sempre stata molto avanti per partecipazione e success rate. 9 progetti sono sostenuti nel biennio 2018 – 2019. Oltre alla Notte del 27 settembre, durante la settimana ci saranno anche dei pre-eventi a cui partecipano molti studiosi del programma MSCA. Il linguaggio della ricerca può apparire complesso: questo progetto porta nelle strade, nelle piazze, nei luoghi del patrimonio culturale la ricerca, per farne capire l’importanza. Una notizia sui finanziamenti: nel futuro, il quadro 2021-2027 vede il raddoppio dei fondi per la ricerca ed è stato proposto anche un aumento per il programma Erasmus».

In tutta Europa, migliaia di ricercatori incontrano nelle strade, nelle piazze e nei siti del patrimonio culturale, nelle università e nei laboratori dei principali istituti di ricerca centinaia di migliaia di persone di ogni età. La Notte europea dei Ricercatori, promossa dalla Commissione europea a partire dal 2005, ha l’obiettivo di alimentare il dialogo tra cittadini e ricercatori per far conoscere il ruolo e il valore della ricerca nella società e per il futuro. È l’Italia il paese nel quale la Notte europea dei Ricercatori ha una dimensione più diffusa e varia: negli anni, l’iniziativa si è affermata come un’occasione unica per approfondire i temi più attuali della ricerca a fianco degli “addetti ai lavori” di ogni ambito.

La Notte ha assunto negli anni una popolarità crescente tra il grande pubblico, al punto da superare il milione di visitatori in una notte in tutta Europa. L’ultima selezione dei progetti sostenuti dalla Commissione europea per il 2018 e 2019, svoltasi nel marzo 2018, ha registrato un record di partecipazione al bando con 128 progetti proposti: il 13,27% in più rispetto alla precedente competizione, sottomessi da 38 paesi. In questo contesto altamente competitivo sono stati approvati 55 progetti, 9 dei quali italiani sui 14 sottomessi dal nostro paese: cifre che danno all’Italia il più alto success rate in Europa. I 9 progetti italiani sostenuti dalla Commissione europea si sviluppano in tutta la penisola, articolati su scala nazionale, regionale o interregionale, e propongono centinaia di attività nel corso della giornata e notte del 27 settembre. Migliaia di visitatori di tutte le età incontreranno centinaia di ricercatori coinvolti in laboratori aperti, spettacoli, mostre, conferenze e attività divulgative, volte ad avvicinare studenti e pubblico generale al valore della ricerca, per trasmettere la passione dei ricercatori per il proprio mestiere. I progetti italiani (www.nottedeiricercatori.it) sostenuti dalla Commissione europea sono 9, otto dei quali si sono svolti sia nel 2018 che nel 2019 e uno dei quali si svolge solo nel 2019. Sono, in ordine alfabetico B-FUTURE (coordinato dalla Fondazione Neuromed); BEES (coordinato dall’Associazione Frascati Scienza); BRIGHT (coordinato dall’Università degli studi di Siena); ERN APULIA (coordinato dall’Università del Salento); LUNA 2019 (coordinato dall’Accademia Europea di Bolzano); MEETmeTONIGHT (coordinato dall’università Milano-Bicocca); SHARPER (coordinato da Psiquadro – impresa sociale di comunicazione della scienza); SOCIETY (coordinato dal Consorzio interuniversitario CINECA) e SUPERSCIENCEME (coordinato dall’Università della Calabria). Ai 9 progetti sostenuti si affiancano due progetti associati, BRAINCITIES (nelle città di Potenza, Matera, Melfi, Tito, Marsiconuovo, Nemoli) e CLOSER (in Piemonte). Da sud a nord lungo tutta la penisola coinvolgendo oltre 100 città, le Notti in Italia sono coordinate da università, enti di ricerca, società di comunicazione della scienza e associazioni. Un cartellone di centinaia di eventi quello proposto a spettatori di ogni età, dagli studenti agli adulti: spettacoli, laboratori aperti, conferenze, eventi di approfondimento culturale e intrattenimento trasformano le città in laboratori a cielo aperto e i laboratori di ricerca in piazze nelle quali cittadini e ricercatori si incontrano e insieme esplorano il mondo e le sfide di ogni tipo, da quelle dell’economia e quelle delle scienze e della tecnologia fondamentali per immaginare e costruire il futuro.

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