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Pressione fiscale al 48%, Lamberto Mattei: “nel 2020 per abbassare le tasse vanno recuperati 33 miliardi”

Roma – “I contribuenti italiani che versano fino all’ultimo centesimo tutte le tasse, imposte, contributi previdenziali richiesti dall’Amministrazione pubblica subiscono una pressione fiscale reale del 48 per cento: si tratta di quasi 6 punti in più rispetto al dato ufficiale, che nel 2018 si è attestato al 42,1 per cento. E’ quanto afferma il commercialista Lamberto Mattei, founder dello Studio Associato Sarcc di Roma imegnato in prima linea per la tutela dei contribuenti.

“Il dato certo è stato calcolato – spiega Mattei ad una intervista per Uffici Stampa Nazionali –  tenendo conto innanzitutto dei rapporti Istat:  nel 2016 (ultimo dato disponibile) l’economia non osservata ammontava a 209,8 miliardi di euro (pari al 12,4 per cento del Pil): di questi, 191,8 miliardi erano attribuibili al sommerso economico e altri 17,9 alle attività illegali. In questa analisi molti studiosi di economia, hanno ipotizzato che l’incidenza dell’economia sommersa e delle attività illegali sul Pil nel biennio 2017-2018 non abbia subito alcuna variazione rispetto al dato 2016. La pressione fiscale ufficiale è data dal rapporto tra le entrate fiscali ed il Pil prodotto in un anno (nel 2018 si è attestata al 42,1 per cento). Se, però, dalla ricchezza italiana, ossia il famoso Pil,  sottraiamo la quota riconducibile al sommerso economico e alle attività illegali che, non producono alcun gettito per le casse dello Stato, il prodotto interno lordo diminuisce (quindi si “contrae” il valore del denominatore) facendo aumentare il risultato che emerge dal rapporto tra il gettito fiscale e il Pil (48 per cento).

Mattei: per il 2019 pressione fiscale destinata a crescere

Dobbiamo parimenti osservare – prosegue Mattei – che anche se negli ultimi anni la pressione fiscale è stata interessata da una leggera diminuzione, non è da escludere che nel 2019 torni a salire. Non tanto perché il prelievo complessivo è destinato ad aumentare, bensì perché la crescita del Pil sarà molto contenuta e nettamente inferiore alla variazione registrata l’anno scorso. Ricordiamo che, dopo il picco massimo toccato nel biennio 2012-2013, negli anni successivi la pressione fiscale ha fatto segnare una diminuzione che nel 2017 e nel 2018 si è attestata al 42,1 per cento.

Nuovi prelievi in arrivo?

Per ridurre  le tasse nel 2020 lo Stato – conclude Mattei – dovrebbe recuperare almeno 33 miliardi. Oltre alla compensazione per il mancato introito derivante dall’incremento dell’Iva che si vuole scongiurare. Quindi si profilano altri prelievi, sicuramente in settori diversi, anche impensabili e gli interventi del Presidente Conte hanno già fornito una certa indicazione su cui riflettere: merendine e voli aerei. Vedremo”.

 

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