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Epatite C, la conferenza delle regioni approva la “posizione ufficiale” sulla patologia

Roma – La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, di recente ha approvato una “Posizione” sulle politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C.
Dopo l’audizione parlamentare nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di  Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati che si è tenuta la Conferenza delle Regioni ha inteso fornire comunque  ad Emanuela Corda, Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali, un documento che fornisce un quadro delle principali azioni regionali e alcune proposte operative.

“Inquadramento epidemiologico
In Italia, negli ultimi decenni, si è assistito a un profondo mutamento dell’epidemiologia delle epatiti virali, per il contribuito di diversi determinanti: in particolare: le migliorate condizioni igieniche e socio-economiche; la riduzione della dimensione dei nuclei familiari e quindi della circolazione intra-familiare dei virus; una maggiore conoscenza e consapevolezza del rischio di trasmissione, anche grazie alle campagne informative sull’Hiv (le cui modalità di trasmissione sono comuni ai virus Hbv e Hcv); l’introduzione di importanti misure di prevenzione quali lo screening dei donatori di sangue e durante la gravidanza, la profilassi nei nati da madri HBsAg positive; l’adozione di precauzioni universali in ambito sanitario.
E’ stato possibile documentare l’evoluzione in calo di queste infezioni tramite il Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta (Seieva-ISS).
Dal 1° gennaio al 30 giugno 2019, secondo quanto riportato dall’ultimo bollettino SEIEVA che raccoglie i dati di incidenza delle epatiti sono stati complessivamente segnalati 16 casi di epatite C, provenienti da nove Regioni. Nessuna Regione ha segnalato un numero di casi maggiore di 6. Le segnalazioni riguardano prevalentemente soggetti maschi di età compresa tra i 55 e i 64 anni.
La bassa frequenza dell’infezione rende ancora più importante l’attività di sorveglianza per il monitoraggio e l’analisi dei fattori di rischio, nell’ambito della strategia globale contro le epatiti virali 2016-2021 promulgata dall’OMS al fine di raggiungere l’obiettivo di eradicazione.
Tra i casi di epatite C osservati nel 1° semestre 2019 emerge che l’infezione è avvenuta in ambito ospedaliero (47% dei casi). Il 35% dei casi riporta di aver subito un intervento chirurgico, mentre Il 37,5% dei casi riporta di avere effettuato un trattamento di bellezza nei 6 mesi precedenti l’insorgenza dei sintomi. Quattro casi riportano uso di droghe (1 dei quali per via endovenosa).
Stato dell’arte
Le Regioni stanno attuando quanto previsto dal Piano Nazionale per la prevenzione delle Epatiti Virali da virus B e C e quanto previsto dalla Normativa vigente.
Le principali attività portate avanti dalle Regioni sono orientate al miglioramento della sorveglianza e della notifica, ad aumentare il livello di sensibilizzazione della popolazione e dei gruppi a rischio e alla prescrizione della terapia antivirale ai soggetti con infezione da HCV.
Le Regioni hanno avviato azioni per l’individuazione e la ricerca dei pazienti candidati alla prescrizione della terapia (DAAs). Tale ricerca è avvenuta prevalentemente attraverso i reparti di malattie infettive ed i SerD e con la collaborazione dei medici di medicina generale. Azioni mirate sono state condotte negli Istituti Penitenziari. Risulta che in alcune regioni è stato effettuato l’aggiornamento dei Centri Prescrittori”.
Nel documento si riportano poi  i contributi pervenuti da: Regione Calabria, Regione Campania, Regione Emilia-Romagna, Regione Lazio, Regione Liguria, Regione Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Piemonte, Regione Veneto
“Proposta operativa
Nonostante quanto messo in atto, si rende necessario procedere ad una revisione degli obiettivi e ad un rafforzamento delle attività. Per quanto riguarda il mantenimento della terapia anti virale è necessario mantenere il fondo specifico previsto.
Si definiscono di seguito gli obiettivi e le attività
Obiettivi:
1) Rafforzare la sorveglianza delle Epatiti virali e nello specifico la sorveglianza dell’Epatite C
2) Uniformare tra le Regioni le attività di prevenzione delle infezioni nei soggetti a maggior rischio
3) Ridurre le infezioni correlate all’esposizione nosocomiale
5) Aumentare la sensibilizzazione della popolazione e la formazione degli operatori sanitari
6) Aumentare le abilità preventive dei giovani e dei soggetti a rischio
7) Rafforzare le attività di recupero dei soggetti con l’infezione per l’offerta della terapia antivirale
Alcune azioni potrebbero essere:
1) Aderire al Sistema Epidemiologico delle Epatite Virali acute (SEIEVA) che attualmente è alimentato solo su base volontaria da alcune Regioni con una copertura nazionale dell’80% delle Aziende Sanitarie locali/territoriali Italiane.
2) Aggiornare i contenuti tecnico-scientifici della normativa riguardante i centri estetici/tatuaggi, centri agopuntura, anche per gli aspetti di formazione/aggiornamento degli operatori sulle tematiche relative alla prevenzione delle epatiti e per le attività di sorveglianza. È attualmente in discussione tra Ministero e Regioni un documento di revisione sia della parte organizzativa che dei requisiti igienico sanitari e l’aspetto della formazione per gli operatori dei centri per tatuaggi e piercing.
3) Migliorare le procedure assistenziali attraverso la stesura di linee di indirizzo, definizione di un PDTA nazionale con percorso del paziente.
4) Aumentare e migliorare l’offerta della vaccinazione anti Epatite B in quanto una sovrainfezione in un soggetto portatore di epatite C potrebbe aumentare il rischio di danno epatico.
5) Realizzare un piano di comunicazione/ informazione rivolto alla popolazione generale ed agli operatori sanitari.
6) Promuovere l’attuazione di studi di prevalenza dell’infezione a livello nazionale”.
18 dicembre 2019

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