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Sedici milioni di Italiani a rischio sindromi debitorie, Lamberto Mattei: “urgono azioni di soccorso pubblico”

In azione lo staff coordinato dall'Avv. Luigi Fratini. Interviene lo psicologo Gilberto Di Benedetto

Roma – Con 16 milioni di segnalati nelle centrali rischi interbancari le probabilita’ di rapporti al limite dell’ usura tra banche e clienti sono molto alte.Tutto questo puo’ avere delle ricadute psicofisiche molto gravi sull’indebitato vittima di usura finanziaria.
La “sindrome del debito ingiusto” dell’imprenditore: un dramma emerso “grazie” alle conseguenze sulle persone di politiche bancarie che ignorano la propria responsabilità pubblicistica. Ma, che le banche non siano la punta dell’iceberg?! Fisco e ricorso al credito illegale quanto pesano?
La sindrome del debito ingiusto è stata inquadrata fra le malattie del III millennio da uno studio realizzato dal Prof. Vento, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Mobbing – Bossing in collaborazione con lo psicologo  Gilberto Di Benedetto. La patologia colpisce gli imprenditori in difficoltà ed i sintomi vanno da un forte esaurimento che può degenerare in “delirio di rovina” a disturbi cardiocircolatori finanche all’eccesso di alcol e fumo oppure ancora la totale asocialità.
Fatto di rilievo è che la sindrome del debito ingiusto crea anche alterazione della memoria e incapacità di concentrazione, due fattori fondamentali per l’imprenditore nello svolgimento della sua attività.
Il pronto soccorso del debitore   è costituito da un team di legali, psichiatri, psicologi,  imprenditori, commercialisti (tra cui il dottor Lamberto Mattei) coordinati dall’Avv. Luigi Fratini  e al fine di poter prefigurare cause collettive contro le banche per danni biologici, ha commissionato al Prof. Vento uno studio sulle potenzialità di tale intuizione. Quello che è emerso è che la sindrome del debito ingiusto è a tutti gli effetti una patologia. Ma il dramma sostanziale risiede nel fatto che il fenomeno non è circoscritto a casi che riguardano singoli individui, caso che seppur grave, sarebbe “controllabile”. Qui il dramma è di natura collettiva e bene è stato illustrato dal Dott. Di Benedetto: “Si toccano le iniziative imprenditoriali degli italiani, scoraggiando lo spirito d’iniziativa di ardimentosi che si sono ritrovati con il conto corrente in rosso”.
La terapia messa a punto è costituita da ansiolitici e antidepressivi. Nei casi in cui sussistono componenti deliranti si aggiungono neurolettici e ipnotici contro l’insonnia. In tutti i casi, la terapia farmacologica deve essere coordinata con un ciclo di psicoterapia che serve a riordinare i rapporti sociali con la famiglia e con il resto della società.
Fin qui abbiamo descritto il fenomeno della sindrome del debito ingiusto nei suoi casi “positivi”. Cosa di peggio? Infarto e suicidio. La sindrome del debito ingiusto, quando deriva di situazioni di drammi che l’imprenditore considera insormontabili, può arrivare a “pagare i debiti” prima nella gestione delle cose, della famiglia dei rapporti sociali e poi, a volte, anche con la vita… La “sindrome del debito ingiusto” dell’imprenditore: è emerso “grazie” alle conseguenze sulle persone di politiche bancarie che perseguono il profitto finanziario fino al punto di ignorare la responsabilità pubblicistica che gli è propria. Ma, che le banche non siano soltanto la punta dell’iceberg?! Le politiche fiscali cosa generano? Il conseguente ricorso al credito illegale cosa crea? Queste e altre mille domande troverebbero risposta e soluzione se chi ne è causa aderisse al proprio ruolo e si assumesse le proprie responsabilità
“Il nostro impegno – afferma il dottor Lamberto Mattei – quali professionisti di settore è doveroso nei confronti di una società che non sa difendersi ed è esposta ogni giorno a situazioni in cui oltre ai calcoli e le interpretazioni normative serve un vero e proprio staff assistenziale che operi a 360° dedicando ad apportare un vero soccorso con le proprie conoscenze e valutando i singoli casi, nel 2020 il nostro impegno sarà quello di poter apportare rimedi e calmierare una patologia galoppante”.
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