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La psicosi mediatica da coronavirus, la cura: “vietare la parola agli incompetenti”

Editoriale – Il condizionamento mediatico-massivo sulla tematica del Coviv 19 ha già prodotto una patologia correlata e che costituisce un vero problema per tutti: la psicosi da coronavirus. Comportamenti scellerati che generano a loro volta altre problematiche: iniziamo dall’assalto ai supermercati. Ci vorrà ora un tempo per rimpinguare gli scaffali e la sola vista del tutto vuoto genera paura, sgomento e disorientamento generalizzato. Si genera una sfiducia collettiva, il prossimo viene visto come un pericolo come una mina vagante che possa essere reo di toglierci la vita ed essere la causa dei nostri mali peggiori: morire di coronavirus.

Ebbene questa psicosi, generata da un sensazionalismo mediatico irresponsabile e senza precedenti nella storia italiana, andrebbe essa sì fermata. Ma non c’è vaccino contro la stupidità popolare, alla creduloneria generalizzata. E non c’è da meravigliarsi se si tiene conto che in tantissimi sono coloro che hanno arricchito le Marchi semplicemente vedendo trasmissioni televisive.

Il condizionamento mediatico è servito, è  riuscito, è testato. Il giornalismo italiano ne esce sconfitto nella sua qualità e nel suo senso di responsabilità macchiato da quel protagonismo sfrenato che chiunque ed in ogni dove cerca di ritagliarsi. Poi chi è già famoso approfitta per diventarlo sempre di più e via dicendo.

Cresce l’audience, ma con essa la psicosi di cui è responsabile un tipo di comunicazione allarmistica. In questi momenti anche l’enfasi narrativa con cui vengono condotti determinati programmi andrebbe adeguata, tolto il sensazionalismo, lo scoop, la ricerca del nuovo ultraottuagenario morto per coronavirus.

Andrebbero fermati colleghi giornalisti che vanno sotto le case dei genitori di “contagiati” per intervistarli. Ma su cosa? E cosa c’è da dire? Da sapere? Ognunno di noi è un contagiato da psicosi mediatica che fa pena.

Basta parlare dei casi “sospetti” poichè chiunque è febbricitante, o colpito dalla tosse potrebbe essere un potenziale colpito dal virus in circolazione. E basta che uno si fa visitare che scatta l’allarme. E basta.

Basta proprio ragazzi. Oltre a chiudere partite, bar e luoghi di aggregazione, andrebbe vietato l’uso della parola agli stolti, a conduttori e quanti a vario titolo e ruolo improprio vengono intervistati in trasmissioni che non sono certo di informazione ma di sciacallaggio. Lasciamo la parola ai medici, ai ricercatori, ai rappresentanti le istituzioni titolate a parlare e al giornalista Luciano Onder vero professionista di questo settore. Togliamo la parola alle scemette strapagate che fingono di essere preoccupate e che sgranano gli occhi e non sanno nemmeno intervistare i medici specializzati.

Per curare la psicosi mediatica: togliamo la parola agli incompetenti. E siccome resterebbero pochi ad avere questo ruolo, e beh allora ascolteremo volentieri solo quelli.

Daniele Imperiale

 

 

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