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La scuola ha bisogno di tre miliardi per ripartire.

Roma-  Riflettori puntati sulla scuola, tanti i nodi da sciogliere per far partire il motore dell’istruzione. Il mese di settembre sarà tra didattica a distanza e didattica in presenza. Intanto, in Francia, Emmanuel Macron, parla di riapertura progressiva delle scuole, a partire dal 12 maggio. Notizia che lascia sbalorditi. Per i francesi, dunque, presto ci sarà il ritorno in classe. Situazione diversa in Italia, dove, al momento, non si prevede alcun rientro a scuola. La ministra Lucia Azzolina sta organizzando un team di tecnici per garantire al meglio la ripresa del nuovo anno scolastico. Nel mentre, si prevede l’avvio con didattica mista e ingressi scaglionati, naturalmente dettato da una serie di variabili. Tra le ipotesi si prevedono turni alterni, tra mattina e pomeriggio, compreso il sabato, lezioni miste in aula che non saranno di lunga durata.

La riapertura ci sarà solo se si presenteranno le giuste condizioni per farlo. Resta da chiarire quali saranno le condizioni minime da poter decretare la partenza dell’anno scolastico, probabilmente ci saranno termoscanner all’ingresso delle scuole, mascherine e guanti saranno obbligatori per tutti. Previsti ingressi scaglionati. Insomma, non sarà facile gestire la situazione, tante saranno le difficoltà che le scuole dovranno fronteggiare e si creerà un vero e proprio disagio.

Non sarà facile, ancor più, mantenere il giusto distanziamento. Bisogna tenere presente che in molti istituti ci sono aule sottodimensionate e classi sovraffollate, dove è difficile garantire le distanze di sicurezza. E, poi, molto più difficile sarà la gestione degli alunni delle scuole primarie e dell’infanzia, dove il distanziamento non sarà cosa facile. Viene difficile pensare come potrà stare fermo, per tante ore, un bambino e come si potranno garantire le norme di sicurezza, vista la giovane età e la vivacità tipica di questa fase. La gestione certamente non sarà cosa semplice.

Intanto, al momento l’unica soluzione al problema per fronteggiare l’emergenza resta la didattica a distanza, che procede tra mille difficoltà, tra studenti e famiglie divise, tra device e connessioni internet, non sempre garantite. C’è anche da considerare che una buona fetta del 40% di famiglie del Sud non ha connessione ad internet. E, dunque, in questo caso, il diritto allo studio per una larga parte di studenti non sarà garantito.

In altre parole, la didattica a distanza non è sufficiente, poiché amplifica le disuguaglianze già presenti nella scuola. Per far decollare il sistema scolastico occorrono maggiori risorse, servono tre miliardi. Negli ultimi anni, la scuola italiana è stata vittima di una sfrenata politica dei tagli che ha creato forti ripercussioni al sistema di istruzione. La scuola deve tornare ad essere tema centrale nei tavoli del Governo. Certamente, non va dimenticato che scuola e sanità rappresentano i due pilastri del nostro Paese, e che, pertanto, è necessario investire maggiormente in questi due validissimi sistemi.

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