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Gatta ci covid

di Alan Davìd Baumann

Editoriale – Abbiamo quasi perso l’ordine del tempo, come quando da studenti prematurità si trascorrevano
all’incirca tre mesi di vacanze estive, e sempre che non si potesse puntare verso varie destinazioni,
i giorni trascorrevano con una monotonia piacevole, priva di orari seri, tranne quelli dettati dalla
natura.
Proprio della Natura siamo diventati ora vittime non del tutto innocenti, perché l’abbiamo
maltrattata da decenni ed il nostro bieco egoismo non ha voluto esaminare il significato dello
scioglimento dei ghiacciai artici, dell’affiorare di un’isola di roccia in Antartide, della brutale
eliminazione sistematica dell’Amazzonia, degli incendi in Australia e quant’altro. Siamo diventati
eremiti ognuno della propria quotidianità senza scelta di destinazione, sebbene alcuni siano
riusciti a rimettere in funzione alcuni lati positivi del proprio pensiero – quali l’altruismo o
accorgersi che una malattia può capitare veramente a tutti -, altri non riescono ancora ad
apprezzare quello che hanno, mentre troppi non hanno una casa dove rifugiarsi, o la vita ha dato
loro un rifugio scomodo, ingombrante, troppo affollato, o sono da soli e forse malati.
Coloro che ci rappresentano nel mondo intero, insistono nel volersi affermare ognuno come deus
ex machina. Le lotte politiche previrus non si sono fermate e molti hanno anzi accentuato l’astio
verso il “nemico”, perché dopo aver dato la colpa per la diffusione iniziale, sia nel territorio
nazionale che internazionale, l’avversario da umiliare, eliminare, letteralmente “fare fuori”, non è
il Covid-19, bensì l’avversario dell’altro schieramento, che sbaglia ancora una volta, per un motivo
o per un altro. Si analizzano le uscite fuori programma del premier britannico, si condannano
quelle del Presidente statunitense, si osservano le misure prese dalla Cancelliera tedesca o dal
Presidente francese, quasi per non ratificare che qui, ancora una volta, non si trova un’intesa
neanche quando un nemico invisibile ci sta eliminando, iniziando dalla popolazione anziana,
“incoronata” da un lato e tralasciata dall’altro.
I politici nostrani si battono per aprire o meno le Chiese, per dare o meno valore alle statistiche
quotidiane, spesso cercando di far supporre che la “estrazione del lutto” siano causa di un partito
opposto al proprio. Ci si barrica poi dietro all’economia e si accusa l’antagonista per non saper
condurre la crisi attuale e futura, mentre sappiamo tutti che la situazione è per parecchio tempo
sarà purtroppo impossibile da gestire.
Loro, i politici, il futuro lo custodiranno anche oltre la fine della legislatura. I soldi per attenuare le
urgenze li sta trovando proprio il Coronavirus eliminando i pensionati.
Scrive il Dizionario dei modi di dire Hoepli: «Gatta ci cova si usa quando si ha il sospetto che ci sia
qualcosa che non va, che le cose non stiano così come vengono presentate, che ci sia un trucco, o
un’intenzione nascosta poco encomiabile». Il riferimento è al gatto inteso come animale
frodatore, furbo, che, in apparenza, si mostra ignaro, mentre in realtà attende, non visto,
l’occasione buona per rubare. Gatta ci Covid allora!
Alan Davìd Baumann

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