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Cosa si deciderà oggi al Consiglio europeo e perché il Mes è un’ipotesi da scartare

Si discuterà soprattutto del piano di aiuti da attuare per i Paesi più colpiti dal coronavirus, Italia compresa. Conte rifiuta il fondo salva-Stati a favore degli eurobond

Oggi pomeriggio alle 15 si riunirà in videoconferenza il Consiglio europeo con i 27 leader dei Paesi membri per uno degli incontri più attesi degli ultimi tempi. L’argomento principe verterà infatti sul piano di aiuti per contrastare la crisi economica dei Paesi più colpiti dal Covid-19. Si parlerà di recovery fund, eurobond, Mes, Bei e Sure, parole che sembrano non spiegare nulla, ma che contengono, di fatto, la radice di una delicata trattativa su cui verte la decisione del Consiglio odierno.

Alla base di questo incontro decisivo c’è l’accordo preso tra i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, che il 10 aprile scorso hanno avanzato il piano di aiuti attraverso tre modalità: Bei (banca europea per gli investimenti), Sure (cassa di integrazione europea) e Mes (fondo salva-Stati), tre proposte attraverso cui gestire la crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus. Cerchiamo di capire nel dettaglio di cosa si tratta.

Bei: Banca europea per gli Investimenti, è un’istituzione della Comunità europea di proprietà comune dei vari paesi Ue, il cui presidente è Wernwe Hoyer. Serve a garantire e liquidare i fondi necessari per finanziare progetti legati alla Ue, sia all’interno che all’esterno, e promuovere la coesione socio-economica dei Paesi membri. Il suo obiettivo è accrescere le potenzialità e la competitività dell’Europa in termini di occupazione e crescita, e promuovere le politiche dell’Ue oltre i propri confini. La Bei sostiene l’innovazione e l’economia e supporta le piccole e medie imprese. In sostanza, chi gestisce un’azienda o un’attività nel settore pubblico e ha un progetto che contribuisce alla realizzazione degli obiettivi strategici dell’Ue, potrebbe beneficiare di un prestito della Bei. Al di fuori dell’Ue, la banca sostiene politiche di cooperazione e sviluppo in tutto il mondo.

Sure: cassa di integrazione europea contro la disoccupazione, garantita da tutti gli Stati membri. È il nuovo meccanismo presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Con Sure si introduce il concetto di “short time work” (lavoro ridotto), che “permetterà alle persone di mantenere la propria occupazione, alle aziende di sopravvivere in mancanza di domanda e di ripartire con più forza quando la crisi sarà finita”, come spiega la von der Leyen. Si tratta di un fondo da 100 miliardi di euro, una sorta di cassa integrazione a livello europeo per sostenere il lavoro dei Paesi più colpiti dal coronavirus, come l’Italia e la Spagna. I Paesi che beneficeranno del prestito europeo avranno tassi bassissimi e scadenze a lungo termine. Il Sure muoverà fino a 100 miliardi, partendo da 25 miliardi di euro di garanzie comuni. La Commissione dovrà decidere se i 25 miliardi verranno da capitali nazionali o dal bilancio Ue.

Mes: Meccanismo Europeo di Stabilità, chiamato anche fondo salva-Stati. Istituito nel 2011, grazie alle modifiche apportate al Trattato di Lisbona. È un meccanismo volto a mantenere la stabilità finanziaria dell’Eurozona ed è regolato da una legislazione internazionale con sede a Lussemburgo. Per garantire la stabilità, il Mes eroga prestiti ai Paesi membri in difficoltà, sulla base di condizioni molto rigide. Ma perché il Mes ha creato tanto scompiglio nelle ultime settimane, soprattutto in Italia? Ciò è accaduto in particolare nell’ultimo Eurogruppo, che ha concordato l’utilizzo dello strumento secondo condizioni ancora più aspre. Ma oggi che l’Italia ha bisogno dell’aiuto dell’Europa, il Mes appare un’ipotesi da scartare per le sue condizioni inaccettabili, come ha dichiarato lo stesso premier Conte, poiché rendono ancora più difficile poter accedere al programma di aiuti.

Secondo il presidente del Consiglio “il Mes è uno strumento assolutamente inadeguato”, mentre gli eurobond sarebbero la soluzione, “una risposta seria, efficace e adeguata all’emergenza che stiamo vivendo”, come ha dichiarato più volte in conferenza stampa. Dunque cosa fare? Quale potrebbe essere la soluzione migliore per uscire dalla crisi economica che stiamo vivendo? Si deciderà oggi al Consiglio europeo. Resta il fatto, però, che l’Italia ha bisogno estremo di liquidità, soprattutto in questo momento. Serve liquidità affinché chi non può lavorare non perda il suo reddito, e serve liquidità affinché non falliscano imprese e aziende, dal momento che non è possibile restare fermi in attesa del vaccino e al contempo ripartire senza un piano ben strutturato.

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