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Alla Casina delle Civette apre la mostra “Alchimie di terra e di luce”, un omaggio al maestro della ceramica Guerrino Tramonti

Esposte oltre 50 opere tra ceramiche, dipinti e arazzi in dialogo con le decorazioni delle stanze del Museo, gli arredi e le vivaci cromie delle vetrate

Foto di Maria Laura Zazza

Roma – La Città rende omaggio al maestro della ceramica Guerrino Tramonti con un’importante mostra allestita nella splendida location della Casina delle Civette di Villa Torlonia. Un luogo che rappresenta l’eccellenza dello stile Liberty, dove le opere in ceramica, i dipinti e gli arazzi dell’artista – circa 50 quelle esposte – dialogano con le decorazioni delle sale del Museo, in particolare con gli arredi, come pavimenti e maioliche di rivestimento, insieme alle vivaci cromie delle vetrate.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Maria Grazia Massafra, Raffaella Lupi e Stefania Severi, si avvale del Patrocinio dell’Associazione Italiana Città della ceramica (AICC), del Comune di Faenza e del Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC) ed è organizzata dalla Fondazione Guerrino Tramonti, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Apriti Sesamo e la Galleria Sinopia di Roma.

Foto di Maria Laura Zazza

Guerrino Tramonti, nel corso della sua lunga e intensa attività, è riuscito a imprimere un percorso d’artista riconoscibile, in particolare nella produzione di ceramiche. Ha definito stili sempre innovativi, dove favola e magia, luci e colori giocano un ruolo importante nel design. Tramonti modella la terra con l’alchimia casuale del fuoco, creando immagini cangianti e imprevedibili e assolutamente non convenzionali. L’impronta materica e policroma che l’artista imprime alle sue opere, e l’espressività esuberante che da esse traspare, superano la tradizione e confluiscono verso un nuovo linguaggio.

La mostra “Alchimie di terra e di luce. I mille volti della ceramica di Guerrino Tramonti (Faenza 1915-1922)”, allestita dall’11 giugno al 27 settembre 2020 nelle prestigiose sale espositive della Casina e della Dipendenza, costituisce un grande e ulteriore riconoscimento per Tramonti, ceramista, scultore e pittore fra i più affermati del XX secolo in Italia. Delle 50 opere, alcune sono state selezionate per la Casina delle Civette, come le ceramiche e le porcellane monocrome di grandi dimensioni, dove la sintesi della forma e la varietà delle superfici sono gli elementi scelti per dialogare con le vetrate.

Foto di Maria Laura Zazza

La selezione fatta invece per la Dipendenza concerne la produzione “policroma”, come piatti, arazzi e dipinti, questi ultimi scelti per dare un’indicazione di confronto con il segno pittorico, interesse prevalente dell’artista negli anni dopo il 1970.

Sono trascorsi 10 anni da quando Roma dedicò a Tramonti una bellissima mostra presso il Museo di Palazzo Venezia: le opere esposte attirarono l’attenzione di esperti giapponesi, che avviarono un articolato progetto espositivo itinerante che ha toccato, tra il 2011 e il 2012, le città di Tokyo, Hagi, Nishinomiya e Seto, e si è concluso nel 2013 al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, che custodisce in maniera permanente un importante corpus di sue opere.

Grazie alla Galleria Sinopia e alla Fondazione Tramonti, che dopo la scomparsa dell’artista ne tutela e custodisce le opere, il “riportare” Guerrino Tramonti all’attenzione del pubblico romano nasce dall’idea di approfondire l’articolato mondo della ceramica e di rinnovare la memoria di questo grande artista, offrendo al pubblico un nuovo approccio alla sua arte.

Foto di Maria Laura Zazza

La scelta della Casina delle Civette, splendido esempio di stile Liberty nonché Museo della vetrata artistica e sede della Biblioteca delle Arti Applicate, non è stata certo casuale. Infatti lo sposalizio vetrata-ceramica diventa parte integrante dell’apparato decorativo della Casina e le opere di Tramonti dialogano perfettamente con le sue vetrate. Lo studio dell’allestimento trae ispirazione dalla principale componente chimica della materia ceramica, ovvero l’argilla. Questa polvere, dalle cromie naturali e terrose, accompagna il percorso esaltando i colori delle opere stesse e richiamando quelli delle vetrate: una sintonia cromatica che unisce Tramonti alla Casina, come se le sue opere “emergessero” dalla terra.

«Questo è un momento di vera rinascita – afferma una delle curatrici della mostra, Stefania Severi. È la prima mostra che viene aperta in uno spazio del Comune di Roma, e questo ci fa molto piacere. “Alchimie di terra e di luce” si sposa perfettamente con la Casina delle Civette, poiché il tema centrale è la ceramica e nella Casina c’è la Biblioteca delle Arti Applicate. La ceramica, dunque, è particolarmente di casa. È fatta di creta, di sabbia, ma anche le vetrate sono fatte di sabbia silice, altro elemento in comune. In più, interviene il fuoco, e da tutti questi elementi si ottengono questi effetti meravigliosi.

Foto di Maria Laura Zazza

Per questa particolare mostra è stata selezionata una serie di opere di Guerrino Tramonti caratterizzata dalle superfici traslucide, quindi senza decorazioni, ma che affidano la suggestione alla luce che vive sulle superfici stesse, creando degli effetti fascinosi e sposandosi perfettamente con le vetrate».

«Le ceramiche di Guerrino Tramonti – spiega anche la responsabile della Casina delle Civette e altra curatrice della mostra, Maria Grazia Massafra – riprendono la tipologia delle ceramiche traslucide dell’Estremo Oriente con tonalità che vanno dall’azzurro, al verde, all’ocra e ogni pezzo è stato collocato nel percorso espositivo in maniera che dialogasse con i colori delle vetrate della Casina. Per potenziare questo dialogo cromatico nell’allestimento, sotto ogni opera sono state messe delle sabbie colorate che mettono in risalto, per analogia o per contrasto, i colori delle opere e delle vetrate».

Foto di Maria Laura Zazza

Stefania Severi parla poi della parte relativa alla Dipendenza, dove si trova un altro tipo di produzione dell’artista originario di Faenza. «In questa parte della mostra molto interessante, perché nuova, è la ceramica con superficie cristallina ad alto spessore, che dà l’effetto di un vetro frantumato: una novità assoluta, perché come l’artista lo abbia realizzato è un mistero della chimica e della produzione stessa del Tramonti: cosa che lo rende ancora più geniale».

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