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Bonus vacanze un bluff mediatico? Stuppia (Flexad): “gli albergatori non possono vivere con un credito”

Roma – Ombrelloni distanziati, regole, normative, restrizioni, pericoli. Molte famiglie hanno scelto di non portare i loro bambini al mare per “paura”. E quindi cresce il turismo in località montano-collinari e soprattutto si riaprono seconde case lasciate con le ragnatele.

Il bonus vacanze, che sembrava essere la soluzione a tutti i mali di un turismo in ginocchio, si sta rivelando però una amara sorpresa per quanti, ignari della normativa, hanno ben pensato di poterne usufruire.

Le attività ricettive, quindi gli alberghi e centri turistici sono le realtà più colpite per una stagione iniziata già in netto ritardo e gravata da un allarmismo ansiogeno che non favorisce di certo il trascorrere di spensierate vacanze. Molti i lettori che ci scrivono lamentando l’inapplicabilità del bonus vacanze. Perchè?

“Il problema – spiega il dott. Vincenzo Stuppia dello Studio  Flexad  di Roma, sta nel fatto che il bonus prevede un credito per gli albergatori che poi  potranno in seguito scalare dalle tasse. Nel contempo si trovano quindi ad abbassare ulteriormente le entrate già compromesse da un calo turistico senza precedenti e su minori introiti causati proprio dalle ristrettezze degli spazi comuni utilizzabili. Era scontato che ciò potesse accadere e non si possono nemmeno biasimare gli albergatori per questa decisione”.

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