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Investimenti pubblicitari, crediti d’imposta per le società, Scarpa (Studio Flexad): “lo sport non è uguale per tutti”

Approfondimento di grande interesse dello Studio Flexad di Roma

RomaIl Decreto Legge di mezza estate (D.L. 1482020 n.  104) ha previsto(art.81), per l’anno 2020, un credito d’imposta a favore di imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie, comprese le sponsorizzazioni(frequenti nel mondo sportivo) a favore di leghe che organizzano campionati nazionali a squadre(Lega Pro nel calcio, Lega Basket serie A, Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo serie A, ecc.), società sportive professionistiche e società ed associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro CONI operanti in discipline ammesse ai Giochi Olimpici e che svolgono attività sportiva giovanile.

“Quello che balza subito agli occhi di un attento lettore – spiega il dott.  Luca Scarpa  dello studio  Flexad  di Roma –  è che ci sono diverse società e associazioni sportive che non potranno beneficiare degli investimenti nei loro confronti perché non operanti in discipline ammesse ai Giochi Olimpici (questo risente del fatto che il Comitato promotore dell’iniziativa ha inglobato al suo interno solo alcune delle leghe sportive a scapito di altre).

Il credito d’imposta, riconosciuto a favore dell’investitore, è determinato nella misura del 50% degli investimenti effettuati dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione, previa istanza diretta al Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il credito d’imposta spetta a condizione che i pagamenti (degli investimenti pubblicitarisponsorizzazioni) siano effettuati con versamento bancariopostale ovvero con altri strumenti di pagamento tracciabili.

L’investimento in campagne pubblicitariesponsorizzazioni – prosegue Scarpa – deve essere di importo non inferiore ai 10.000(diecimila) e rivolto a leghe, società sportive professionistiche e societàassociazioni sportive dilettantistiche con ricavi, relativi al periodo d’imposta 2019, almeno pari a 200.000(duecentomila) euro e fino a un massimo di 15 milioni di euro.

E’ evidente come il legislatore prevedendo un valore di ricavi così elevato(per alcune realtà occorrerebbero 56 anni per raggiungerlo), per i soggetti destinatari delle campagne pubblicitarie, abbia voluto favorire solo quelle entità sportive di prima fascia( in termini di incassi e non di meriti sportivi) trascurando le altre società “minori” che comunque sonosarebbero meritevoli di attenzione per il sol fatto che operano sul territorio a favore di tanti giovani e adolescenti.

Atro elemento che lascia perplessi, è rappresentato dal fatto che sono escluse dalle disposizioni di favore le sponsorizzazioni rivolte alle societàassociazioni sportive che aderiscono al regime fiscale della legge3981991, in buona sostanza sono tagliati fuori circa l’80 percento dei sodalizi sportivi.

In conclusione la norma in commento più che favorire la ripartenza del mondo sportivo in generale ha voluto premiare, in termini di benefici economici, solo alcune realtà di prima fascia. Quindi lo Sport non è uguale per tutti. ”

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