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Italiani a rischio daltonismo: è “allarme” confusione tra i colori del covid e delle allerte meteo

Editoriale ironico – Rischia di diventare daltonico il popolo italiano. Che attenzione non è una nuova malattia ma bensì una condizione in cui si ha un’alterata percezione dei colori. E quindi questa volta scatta “l’allarme” daltonismo. Perchè sta dilagando la confusione tra i vari provvedimenti a macchia di leopardo che classificano le zone in colori vari alle regioni italiane attribuiti a seconda dell’indice di contagio. 

Mutatis mutandis, dunque per lungo tempo ancora avremo a che fare con i bollettini del fine settimana che il venerdì, un tempo dedicato alle cene di pesce, ora è dedicato ai colori. E cosicchè in base ai parametri che il governo raccoglie nei dati trasmessi dalle medesime regioni decreta il colore del periodo. Che corrisponde, ovviamente a restrizioni piuomeno marcate. Zona gialla un lusso, quella arancione la normalità, la rossa una punizione mentre è stata istituita anche la bianca che premia quei cittadini ligi a stare in casa più d’altri.

Ma esiste anche la zona nera, solo che non è contemplata nei colori del governo ma che è quella in cui sono finite tante categorie produttive che sono motore portante nel nostro paese.

Ma mentre ormai ci si è abituati a termini come “allerta”, ed il piu’ noto “allarme”, non ci riesce a districare nella matassa dei colori. Oltre alle zone di classificazione covid infatti per fare una cosa bisogna poi fare i conti con il meteo.

Anche qui le allerte verdi, gialle, arancio e rosse, che corrispondono ad episodi piuomeno severi di maltempo in arrivo.

Pertanto, la settimana prossima il Lazio è allerta gialla meteo, ma zona arancione covid. Quindi bisogna regolarsi. Magari si può uscire nel proprio comune liberamente causa covid, ma non lo si può fare per via dell’allerta meteo. E quindi bisogna attrezzarsi ogni mattina e capire bene la situazione dei vari colori che regoleranno d’ora in poi la nostra vita per lungo tempo.

E dunque ormai gli allarmi lanciati dalla piccola Gretina Tumberg la bambina arrabbiata con il mondo causa emissioni nocive in atmosfera oggi è appagata perchè la gente che sta in casa non inquina, o inquina meno. E quindi un problema almeno è stato risolto.

Allarmi vengono lanciati da chiunque, tutti per allertare, allarmare, rendere la vita impossibile alle persone. Anche gli amministratori di condominio ormai si sono adeguati e lanciano l’allarme sul a rischio infiltrazioni d’acqua dal tetto.

La vita è trasformata in un allarme continuo, intriso di colori, di numeri e di notizie ansiogene. Se quello del covid fosse un esperimento chi lo sta osservando avrà ben capito le reazioni dei vari popoli in base ad una inversione di tendenza della democrazia che permane in apparenza ma non nella sostanza. Nel nome di una pandemia e del voler salvare gli italiani dalla febbre del terzo millennio avanzato e dal rigor mortis che ne deriva, la politica si è affezionata alla curva epidemica, piu’ è alta, più la gente ha paura e meglio è per certi versi. Almeno si hanno pretesti per tenere gli uffici chiusi e per rimandare il tutto come “a dopo le feste”, ora si usa “alla fine della pandemia”.

Oltre ai colori bisogna fare attenzione ai bollettini giornalieri,  da non confondere i dati sugli infettati con quelli dei vaccinati. I guariti vengono poco sbandierati perchè non sono allarmistici.

Che dire, meglio i colori che un nuovo lockdown generalizzato? Certo al peggio non v’è mai fine. Ai posteri le ardue sentenze.

 

 

 

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