Il catasto urbano guarda al futuro con nuove tecnologie
Utilizzati sistemi che prevedono l’uso di dati, strumenti e risorse esclusivamente interni all’Amministrazione, in grado di garantire l’accuratezza e la precisione necessarie per una cartografia di qualità
ROMA – Lo scorso settembre 2021 sono entrate in conservazione nuove mappe catastali del comune di Offagna, in provincia di Ancona, prodotte nell’ambito di una iniziativa progettuale di natura sperimentale per la formazione di nuova cartografia catastale.
Si è in tal modo verificata positivamente la fattibilità e la potenziale industrializzazione all’interno dell’Agenzia di un processo innovativo, speditivo ed economico, che prevede l’uso di dati, strumenti e risorse esclusivamente interni (in house) e che è comunque in grado di garantire l’accuratezza e le precisioni necessarie per una cartografia catastale di qualità.
L’economicità del processo, descritto nel seguito, si valuta rispetto all’utilizzo di metodologie tradizionali di rilievo. Parliamo di una riduzione dei costi dell’ordine del 70%, senza pensare all’eliminazione di rischi connessi all’esternalizzazione delle attività quali, ad esempio, possibili costi di contenzioso e mancanza di leve gestionali dirette sulle attività.
Questo evento ci riporta indietro nel tempo, alla nascita della cartografia catastale dello Stato italiano, la cui produzione è stata avviata ben 135 anni orsono.
A seguito dell’emanazione della legge costitutiva del catasto (legge “Messedaglia” del 1° marzo 1886) furono infatti avviate le operazioni di rilievo del territorio nazionale, che hanno progressivamente condotto alla formazione della cartografia catastale nazionale come oggi la conosciamo.
Le motivazioni di un progetto per la formazione di nuova cartografia catastale sono da ricercare, in primo luogo, proprio nella storia della nascita del catasto: per la maggior parte del territorio nazionale furono eseguiti nuovi, specifici e accurati rilievi sul territorio per la formazione del catasto. Tuttavia, la necessità di garantire il tempestivo completamento delle onerose operazioni, suggerì, per alcuni ambiti territoriali, la messa in conservazione di mappe catastali già disponibili, ereditate dai catasti preunitari che, tuttavia, scontavano minore accuratezza posizionale e precisione essendo state realizzate diversi decenni prima, con strumenti e tecniche di rilievo dell’epoca di riferimento.
Si tratta di territori circoscritti alla fascia pedemontana lombarda, dove furono messe in conservazione le mappe del catasto napoleonico, ad alcuni comuni della provincia di Ancona, dove a entrare in conservazione furono le mappe del catasto pontificio gregoriano, e ad alcuni centri storici in particolare del Sud Italia, per i quali furono messe in conservazione le mappe del catasto urbano di cui alla legge n. 5784/1870, rilevate con la tecnologia dell’epoca e non inquadrate in alcun sistema di coordinate.
La cartografia catastale nazionale, ricordiamo, è ormai interamente in formato vettoriale, tuttavia oggetto della digitalizzazione e dei successivi aggiornamenti sono state le mappe originariamente entrate in conservazione che, nei casi sopra citati, hanno trascinato i loro “peccati originali” di precisione e accuratezza posizionale anche nella loro attuale versione digitale.
Considerando l’importanza strategica rivestita dalla cartografia catastale – pilastro strutturale del nuovo Sistema integrato del territorio (Sit), nuova piattaforma per la gestione del sistema catastale e per l’erogazione dei servizi a esso connessi, verso la quale è in corso la progressiva migrazione dell’intero sistema catastale – risulta evidente come sia fondamentale garantirne il miglioramento della qualità, soprattutto in un momento storico in cui, con i servizi di interoperabilità, le informazioni catastali e cartografiche sono accessibili a chiunque e vengono oggi utilizzate da un numero sempre maggiore di soggetti privati e di amministrazioni pubbliche, per le proprie finalità private o istituzionali.
In questo contesto, nel 2020 l’ufficio Geomatica applicata al catasto – settore Servizi cartografici della direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare, ha avviato la sperimentazione in argomento per la formazione di nuove mappe catastali, finora effettuata con metodologie di rilievo tradizionali o con attività, al momento in corso, di aggiornamento della cartografia vigente mediante l’utilizzo di precedenti rilievi (a terra o aerofotogrammetrici) ovvero di attività, svolte da enti esterni in virtù di specifiche convenzioni, di aggiornamento con l’utilizzo di data base territoriali (Dbt).
L’idea di base della sperimentazione è stata quella di produrre nuove mappe, a partire da quelle vigenti, con una specifica piattaforma, ora disponibile sul Sit, che utilizza come supporto informativo di riferimento le ortofoto ad alta definizione, rese disponibili dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).
Le ortofoto a disposizione hanno un Gsd (Ground sample distance) di 20 cm: ciò significa che, tramite le stesse, è possibile distinguere elementi a terra di dimensioni superiori a 20 cm.
Per la sperimentazione sono stati selezionati due comuni appartenenti alle descritte aree oggetto di attenzione: il comune di Sale Marasino, in provincia di Brescia, e il comune di Offagna, in provincia di Ancona e ci si è avvalsi della preziosa collaborazione di tue tecnici cartografici esperti: Francesco Corso, dell’ufficio provinciale di Brescia, e Fabio Magni, dell’ufficio provinciale di Perugia.
Le fasi del processo
Il cuore delle attività consiste in preliminari operazioni di orientamento e adattamento delle mappe catastali vigenti sulla base di punti omologhi individuati su queste ultime e sulle ortofoto. L’applicazione di potenti algoritmi (trasformazione a scarti nulli) – già realizzati nell’ambito del progetto di recupero delle deformazioni delle mappe, che il settore Servizi cartografici sta portando avanti da diversi anni – consente di far coincidere le mappe catastali con le ortofoto nei punti individuati, trasformando di conseguenza, in maniera congruente, tutte le geometrie appartenenti alla mappa.
Il processo prosegue, quindi, con le operazioni di verifica puntuale dei risultati ottenuti nella fase precedente e con la correzione di eventuali errori riscontrati mediante l’ausilio degli atti di aggiornamento Pregeo, delle geometrie desumibili dalle stesse ortofoto, delle planimetrie presenti al Catasto edilizio urbano, nonché, in ultimo, delle stesse mappe vigenti.
Le operazioni fin qui descritte consentono di operare, quindi, sulle mappe vigenti rendendole aderenti agli standard di accuratezza, precisione e qualità auspicati.
Dopo le fasi di orientamento, adattamento e verifica, si procede dunque all’aggiornamento delle mappe con l’introduzione di tutti gli elementi catastalmente rilevanti presenti sul territorio, ma non rappresentati sulle mappe vigenti (strade, acque, fabbricati).
Con opportuni e limitati sopralluoghi mirati a dirimere informazioni incerte e con la produzione di tabelle censuarie per il collegamento di tutte le informazioni relative al catasto vigente e al nuovo catasto (revisionato), si concludono le operazioni squisitamente tecniche cui segue l’iter amministrativo di pubblicazione delle mappe in vigore e revisionate e delle tabelle censuarie all’albo pretorio del comune e successiva entrata in conservazione.
Per il comune di Sale Marasino (BS) sono in fase di ultimazione le attività di natura tecnica, sia in relazione alla specificità e maggiore complessità delle mappe che alle intervenute esigenze di migrazione alla piattaforma Sit dell’ufficio di Brescia, mentre le fasi del processo brevemente descritte sono state portate a conclusione per il comune di Offagna, la cui nuova cartografia è entrata in conservazione il 30 settembre 2021.
I prossimi passi
L’esperienza positiva del comune di Offagna rappresenta solo un primo passo che ha dimostrato la piena fattibilità di un processo innovativo ed economico ora a disposizione dell’Agenzia, basato sull’utilizzo di sole risorse interne all’Amministrazione e che potrà essere utilizzato per la prosecuzione delle attività in relazione alla disponibilità di risorse tecniche, comunque da formare opportunamente.
Nel breve periodo, il processo potrà essere consolidato con ulteriori attività da condurre su alcuni comuni sulla nuova piattaforma Sit, che consentiranno il fine tuning delle attività.