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Ottantatrè anni fà il Regio Decreto istituiva i Vigili del Fuoco

ROMA – Con il Regio Decreto 27 febbraio 1939 n. 333, il Corpo pompieri assumeva la denominazione di “Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”. La nuova Direzione Generale dei Servizi Antincendi assunse il coordinamento dei Corpi Provinciali, numerati in ordine alfabetico (con l’eccezione di Roma n. 1 ed Agrigento n. 73). Fu poi la legge 27 dicembre 1941, n. 1570, abrogò quindi di fatto tutte le precedenti leggi e disciplinò, ex novo, l’organizzazione dei servizi antincendi e dei soccorsi tecnici in genere, ribadendo che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco era posto alla diretta dipendenza del Ministero dell’Interno.

L’assunzione del personale permanente avveniva, come tuttora avviene, su base nazionale, in seguito a concorso indetto dal Ministero dell’Interno. Pur esistendo un Corpo Nazionale erano però i Corpi provinciali che avevano un organico sia del personale permanente che di quello volontario.

Con la Legge n. 469 del 13 maggio 1961 I Vigili del Fuoco divennero statali, attuando un nuovo tipo di organizzazione, tuttora esistente negli aspetti fondamentali.

Sono soppressi i singoli Corpi provinciali e si istituisce un unico Corpo nazionale a carattere civile, che viene suddiviso in Comandi provinciali, Distaccamenti e Posti di vigilanza, secondo la vecchia disposizione dei Corpi provinciali.

Vennero quindi istituiti gli Ispettorati regionali e interregionali, con compiti di coordinamento dei Comandi provinciali.

Le norme riguardanti i compiti dei Comandi restano le stesse, con una insistenza maggiore sulle responsabilità inerenti la prevenzione incendi.

Norme successive hanno poi attribuito al personale, a seconda delle funzioni, le qualifiche di Agenti od Ufficiali di polizia giudiziaria e quella di Agenti di pubblica sicurezza.

Una ulteriore modifica dei servizi Antincendi viene attuata in seguito alle calamità naturali che funestano il Paese negli anni sessanta, con la Legge 8 dicembre 1970 n. 996, sulle Norme sul soccorso e l’assistenza delle popolazioni colpite da calamità. Con questa legge la Direzione Generale dei Servizi Antincendi, presso il Ministero dell’Interno, assunse la denominazione di Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi e le strutture del Corpo, pur mantenendo le attribuzioni previste furono riordinate.

Rispetto alla specifica situazione di calamità, oggetto principale della legge, il Corpo è tenuto ad assicurare gli interventi tecnici urgenti e l’assistenza di primo soccorso alle popolazioni colpite, e a tal fine vengono istituiti dei reparti mobili di immediato impiego, adeguatamente e specialisticamente attrezzati.

Il Corpo viene dotato di un Servizio Telecomunicazioni costituito da un Centro Radio e da Laboratori Radio Regionali ed Interregionali.

Con la Legge n. 850 del 27 dicembre 1973 scompaiono le vecchie denominazioni di origine militare del personale permanente operativo, che vengono sostituite con altre, più attinenti al servizio civile.

Non esistono più Ufficiali, Sottufficiali ecc., ma Ingegneri, Geometri o Periti del ruolo tecnico, Capi reparto, Capi squadra e Vigili.

Con la Legge n. 930 del 23 dicembre 1980 viene istituito il Servizio Ispettivo Antincendi Aeroportuale e Portuale, suddiviso in tre Ispettorati, rispettivamente per l’Italia settentrionale, l’Italia centrale e la Sardegna, e per l’Italia meridionale e la Sicilia.

Con la Legge 24 febbraio 1992 n. 225 il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco diviene componente fondamentale della Protezione Civile, della quale fanno parte anche le Forze armate, le Forze di polizia, il Corpo forestale dello Stato, la Croce Rossa italiana, le Organizzazioni di volontariato ecc.

In seguito allo sviluppo del paese i compiti attribuiti ai Vigili del Fuoco diventano sempre più complessi e differenziati, fino a che con D.Lgs 8 marzo 2006 n. 139, relativa al “Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco” si stabilisce che: “Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata nel Ministero dell’interno – Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per mezzo del quale il Ministero dell’interno assicura, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti, secondo quanto previsto nel presente decreto legislativo.”

 

La storia dei Vigili del Fuoco è molto antica perché antico è l’uomo, antico è il fuoco, antiche sono le calamità naturali; ed è evidente che il bisogno di difesa contro la minaccia degli elementi avversi è nato con l’uomo ed è stata questa difesa una delle prime manifestazioni della società umana sin dalle origini della sua primordiale organizzazione.

Fu Augusto con due riforme, una del 26 e l’altra del 6 avanti Cristo che diede a Roma una vera e propria difesa contro il fuoco, con criteri organizzativi e funzionali di notevole interesse tecnico. Con queste due riforme Roma ebbe, infatti, un Corpo speciale di guardie notturne sotto il comando di un ‘Prefectus Vigilum’. Tale Corpo, denominato Militia Vigilum Regime,  era organizzato in sette Coorti di ‘Vigiles’ e 49 Centurie (sette per ogni coorte) per un totale di circa 7.000 uomini; ogni coorte assicurava il servizio nel territorio di due regioni (Augusto aveva diviso Roma in 14 regioni) collocando una caserma (statio) in una di esse, ed un distaccamento (excubitorium) nell’altra. In Trastevere, nei pressi del ponte Garibaldi, esiste ancora oggi un’antichissima costruzione della fine del II secolo d.C., distinta da un’iscrizione corrosa dai secoli. L’iscrizione indica che quell’edificio, nell’epoca romana dell’Impero, era adibito ad excubitorium della VII coorte dei ‘Vigiles’, preposta al controllo della XIV regione Transtiberim.

Sorvolando sui cenni storici riferentesi ai secoli successivi deve però citarsi fugacemente l’origine del famoso Corpo dei Sapeurs-Pompiers di Parigi, perché esso ha costituito l’organizzazione tipica alla quale, nei secoli XIX e XX, tutti i paesi civili si sono ispirati come ad un modello.

Fu nel 1699 che l’industriale Dumourrier-Duperrier propose ed ottenne di costituire, egli stesso, un servizio completo ed autonomo antincendio, valendosi dei suoi operai. Da questa organizzazione, ideata e realizzata da un industriale, nacque poi, oltre un secolo dopo, e precisamente il 18 settembre 1811, il Corpo dei Sapeurs-Pompiers che della struttura organizzativa del Dumourrier-Duperrier conservò le caratteristiche fondamentali. Il Reggimento dei Sapeurs-Pompiers di Parigi è ancora oggi in Francia è il fulcro tecnico ed organizzativo intorno al quale si svolge e dal quale prende vita tutta la difesa antincendio di quel Paese.

L’unità d’Italia trovò, in materia di servizio antincendio, una situazione quanto mai varia e certo non brillante: ai pochi Corpi pompieristici locali a carattere volontario e limitati alle circoscrizioni comunali, facevano riscontro vaste zone, addirittura intere regioni, completamente prive di qualsiasi difesa organizzata contro il fuoco. I pompieri comunali, là dove esistevano, erano ancora organizzati con concezioni ed ordinamenti quasi medioevali e tutto il complesso antincendio italiano appariva anacronistico, insufficiente, mal distribuito, alla mercè dei mezzi e delle tradizioni locali. Pochi, pochissimi Corpi, e solo quelli delle grandi città, ma neppure di tutte le grandi città potevano rispondere alle esigenze di un’efficace difesa antincendio.
Occorre arrivare al 1935 prima che questo problema così importante, sia riconosciuto in Italia a carattere nazionale.

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