REDAZIONE ESTERI – Doppia uscita per le entrate tributarie internazionali. Nei giorni scorsi, il Dipartimento delle Finanze ha infatti pubblicato sia il report dell’anno 2021, che riporta l’andamento del gettito fiscale nei Paesi europei sotto osservazione nell’intero arco gennaio-dicembre 2021 rispetto all’anno precedente, sia il primo bollettino del 2022, relativo alle variazioni riscontrate nel mese di gennaio rispetto allo stesso mese del 2021. Complessivamente, nel 2021 tutti i Paesi inseriti nel monitoraggio del Dipartimento delle Finanze (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito e Spagna) hanno incassato più entrate rispetto al 2020, l’anno in cui è iniziata la pandemia. Un trend in risalita che sembra confermarsi anche nel 2022.

2022, le entrate iniziano l’anno crescendo
Tutti i Paesi considerati hanno iniziato il 2022 con un generalizzato miglioramento dei tassi di variazione tra il gettito riscosso a gennaio di quest’anno rispetto al gettito dell’analogo mese dell’anno scorso. L’aumento maggiore di entrate tributarie in termini percentuali si è riscontrato in Spagna (+30,2%), cui seguono Irlanda (+23,7%), Germania (+22,7%, crescita doppia rispetto a quella media del 2021), Portogallo (+19,1% rispetto al valore medio dello scorso anno, +5,3%), Italia (+13%), Regno Unito (+10,9%). Infine, più contenuta la crescita delle entrate in Francia (+5,8%).
Come ogni mese, il report contiene un focus sul gettito Iva: per questa singola imposta, nel primo mese del 2022 è stata registrata una crescita diffusa del gettito, con eccezione della flessione evidenziata in Francia (-5,8%). In particolare, è stato riscontrato un aumento percentuale pari o superiore al 40% in Germania (+48%), Spagna (+46,3%) e Italia (+40%) e sopra il 30% per Portogallo (+38,6%) e Irlanda (+31,8%). Crescita anche per il Regno Unito, ma sotto il 10% (+9,7%).

Bilancio 2021 positivo per le entrate tributarie
Anche il report sull’andamento complessivo delle entrate tributarie nell’intero anno 2021 rispetto al 2020 presenta un miglioramento diffuso dei tassi di variazione per tutti i Paesi. L’osservazione generale del rapporto è che nel corso del 2021 si è avuto un rapido recupero dell’economia in Europa, favorito anche dall’allentamento delle misure di contrasto al Covid-19, tanto che i singoli Paesi sono riusciti a incamerare entrate tributarie nettamente superiori rispetto al difficile 2020: nell’anno di inizio della pandemia, infatti, i diversi governi, con misure e tempistiche differenziate, hanno messo in campo da una parte restrizioni alla circolazione e chiusure delle attività per contrastare concretamente i contagi e dall’altra regole straordinarie sul fronte fiscale (come sospensioni e differimenti delle scadenze, stop alle attività di controllo) per dare sollievo a operatori e cittadini durante la fase acuta dell’emergenza. Nell’insieme, quindi, tra rallentamento dell’economia e interventi sugli obblighi fiscali, nel 2020 si è verificata una diffusa flessione delle entrate fiscali.
Guardando ai dati del 2021 rispetto al 2020, il gettito tributario è tornato ad aumentare, con percentuali dal 5,3% del Portogallo al 19,7% dell’Irlanda. In mezzo, Italia (+10,8%), Germania (+11,5%), Regno Unito (+13,9%), Spagna (+15,1%) e Francia (+15,5%), sulla quale, in particolare, il Dipartimento delle Finanze rileva che dopo tre anni di riduzioni delle entrate tributarie, l’andamento del gettito è tornato crescente per opera, oltre che della ripresa economica, anche del programma di riforma sulla Transition énergétique.
Sul fronte Iva, invece, il 2021 ha fatto registrare nel complesso un incremento del gettito per Irlanda (+24,3%), Italia (+19,3%), Spagna (+14,5%), Germania (+14,3%), Regno Unito (+10,0%) e Portogallo (+7,9%) ed una flessione per la Francia (-16%).