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Al “Settimo” di Roma l’altra dimensione del gusto con lo chef Giuseppe D’Alessio

La recensione del direttore di Uffici Stampa Nazionali Daniele Imperiale

ROMA – Il “Settimo roman cuisine e terrace” è una perla nel cuore della città eterna. Settimo rigorosamente il piano in cui la struttura ricettiva accoglie in tutta la sua eleganza nel Sofitel Hotel di via Lombardia, 47. Pochi passi da via Veneto, e l’elevazione in ascensore conduce in un ambiente unico nel suo genere e con una vista a dir poco mozzafiato sulla bella Roma.

La sua denominazione, “Settimo” sta per  sottolineare di sicuro l’importanza proprio del numero 7 per la città di Roma e per il ristorante: 7 Re di Roma, 7 colli della città e settimo piano. 

Recensione:

“L’accoglienza del personale è subito cordiale, non invadente, e dopo essere rimasti incantati da un panorama che sembra celebrare la vastità della capitale in tutto il suo splendore, ci si rende conto di essere in una atmosfera in cui tutto il resto viene lasciato fuori. Ci si immerge nello spirito di convivialità, ci si ben predispone al dialogo,e alla degustazione dei servizi di cucina. Ogni dettaglio è curato alla perfezione, così come per l’igiene ed il servizio a tavola. Ma non possiamo nemmeno definirlo “tavola”, al Settimo infatti ci si trova come in un salotto. Comode poltroncine di classe, alternate a divanetti, taglio di seduta tavolo particolare, mettono l’ospite subito a suo perfetto agio: relax e poi il dubbio sulla scelta del gusto!

Lo chef è Giuseppe D’Alessio, che vanta una ampia esperienza nel settore enogastronomico e che caratterizza il suo lavoro con professionalità e soprattutto la passione creativa. Il suo portamento già evidenzia come la cucina del “Settimo” sia in fondo anch’essa una forma d’arte inserita in tutto il contesto. Con garbo, fornisce i menù e  ne spiega ai commensali le loro peculiarità.

Il taglio di cucina è di sentore romanesco, ma con una personalizzazione del gusto che rende unico ogni piatto. Dalla pasta farina ed acqua “cacio e pepe”, alle fettuccine del Cav. Cocco condite con un sugo ai tre pomodori, ma preceduto però da una overture unica anch’essa.

Il carciofo fritto dorato, è pastellato croccante e leggerissimo, la sua degustazione sprigiona degli aromi (sicuramente segreti) sapientemente miscelati e che ne riducono l’acidità e conferiscono un connubio di sapore veramente speciale. Sposa il carciofo un supplì. Sodo, ben ammalgamato, che odora di buono. Al taglio il supplì sprigiona un profumo della migliore cucina mediterranea, ma è il gusto ad essere sorpreso dal mix di ingredienti che ne fanno un supplì gourmet dello chef Giuseppe D’Alessio.

Spettacolare anche l’insalata di polpo, una vera chicca del “Settimo”. Il polpo è cotto in una giusta consistenza e se ne avverte la freschezza assoluta, poi il mix di ingredienti che compongono l’insalata rende il piatto una esperienza che predispone bene per le degustazioni successive dei primi e dei secondi, quindi dei finali servizi di cucina.

E dopo le prime ouvertoure accompagnate da una carta dei vini d’eccellenza, si comprende forse bene, solo durante la degustazione degli altri piatti quanto ci si possa sentire un pò anche al “Settimo” cielo, per tutto ciò che circonda il gradito ospite.

Al “Settimo” il tempo trascorre ancora più velocemente di quanto possa sembrare, e questo significa che ci si trova molto bene. Luogo ideale anche per aperitivi, per stare insieme ad amici per stare in famiglia, ma anche il posto giusto per parlare di lavoro, e perchè no anche di affari in generale. Il Settimo è dotato anche di una riservata hall ideale per quanti hanno bisogno di maggiore concentrazione per specifici obiettivi.

Dunque un’altra dimensione di gusto che val bene l’occasione di essere non solo vissuta, ma anche ripetuta” .

 

 

 

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