titolo pulito

Dal lockdown al caro bollette, attività produttive distrutte dal sistema

EDITORIALE  – Nessuno avrebbe mai potuto immaginare fino all’arrivo del 2020 quale spada di Damocle pendesse sul collo degli italiani. L’arrivo di una pandemia, probabilmente generata in contesto mondiale proprio per testare effetti e correlazioni. Come si fa con i topi da laboratorio. Chi ha progettato questo virus avrà certamente avuto la sua soddisfazione. Ma il tessuto sociale produttivo, aziendale, operativo di piccole e medie dimensioni è veramente allo stremo.

Mesi di chiusure generati da un lockdown di fatto, senza precedenti nella storia repubblicana. Nessuno avrebbe immaginato che l’italiano medio in maniera prona e supina avrebbe accettato divano e divieti perfino di uscire di casa. Autodichiarazioni, limitazioni. Oggi sembra un sogno, e forse si è già voluto archiviare quel senso di repressione senza precedenti. Le attività produttive sono state quelle a pagare il prezzo piu’ alto per tutto cio’ che ha comportato la lunga chiusura, e poi il green pass, e poi il contingentamento e le varie regole restrittive a cui disciplinatamente il popolo si è sottoposto.

Abbiamo subito i sermoni del gigino popolare, ne abbiamo sentite di tutti i colori temendo che fosse arrivata la fine del mondo. Non era così ma non per volontà della politica, che tanto ha la sua arca di Noè sempre pronta, ma per un disegno che dopo il covid aveva in serbo una nuova destabilizzazione: altra ghiotta occasione per far soldi. Si la speculazione regna sovrana, oggi tutto è una scusa per aumentare anche laddove non ve ne è alcuna necessità. Il caro bollette è la nuova gongolante emergenza. Certo chi non ha problemi a pagare cifre astronomiche probabilmente non deve preoccuparsi di nulla, ma la massa si, chi ha le attività produttive e vedeva il momento della ripartenza ha subito un nuovo stop. Costretti a rivedere linee strategiche commerciali, ridurre aperture, ridurre costi, spesso a scapito della qualità dei servizi. La coperta è corta, quella è. Molte le chiusure, serrande sempre piu’ abbassate in ogni dove. Non si facciano spallucce però, senza quelle serrande aperte, i soldi finiranno poi anche per gli altri anche se non per tutti.  La speranza non sta tanto nell’uscente funebre ministro della nostra salute, quanto in un cambiamento di rotta e di concreti aiuti per evitare che le piccole e medie imprese continuino a chiudere, con conseguenze inesorabili per il tessuto sociale italiano che saranno senza precedenti.

Certified
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More

Privacy & Cookies Policy
404