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Il thriller d’esordio di Barbara von Bredow sulle tracce dell’assassino tra i vigneti dell’Umbria

Un giallo avvincente ambientato fra le pittoresche campagne umbre: La donna morta sulla strada del Sagrantino. Un thriller in Umbria (2022) è il primo romanzo di Barbara von Bredow tradotto dal Tedesco da Stefania Leone.

Barbara è nata a Würzburg in Germania, dove lavora come educatrice e come clown dottore nelle case di riposo per anziani. Mi racconta di aver scoperto l’Umbria per caso, grazie a un’antica libreria dove ha trovato una vecchia guida sulla regione. Affascinata dalle pagine di quel libro, lei e suo marito decidono di partire alla volta del “cuore verde” d’Italia, senza pianificare il viaggio. Hanno scoperto così la bellissima tenuta di campagna che ormai frequentano da oltre dieci anni, e nella quale si sentono a casa.

Il suo thriller trascinante si snoda lungo la strada del Sagrantino, in cui l’ispettore Volpe si trova a indagare sull’assassinio di una giovane donna trovata morta all’interno di una casa vacanza. Il ritrovamento del corpo di Amalia Conti getta una luce oscura sul luogo, coinvolgendo nella vicenda tanti personaggi che con maestria l’autrice ha saputo caratterizzare, creando un intreccio di storie, intrighi e validi moventi.

Tra le indagini negli sconfinati vigneti, il romanzo è arricchito da ricette prelibate e riferimenti ai vini più pregiati della zona. Un giallo che sa coinvolgere dall’inizio alla fine grazie a un linguaggio ironico e divertente, e al particolare luogo di ambientazione. Nel libro si riesce a apprezzare anche tutto l’amore della scrittrice per l’Umbria.

Conosciamo meglio Barbara von Bredow e il suo libro.

Hai deciso di ambientare un omicidio sulla strada del Sagrantino, come mai e quando ti è venuta questa idea?

“Mio marito ed io viaggiamo regolarmente in Umbria. Trascorriamo le nostre vacanze in un’ agriturismo, un luogo incantevole e appartato. Quando ci sediamo a bordo piscina, guardiamo giù nella valle i vigneti e gli uliveti ben curati. Di notte sentiamo il richiamo dei gufi. È un piccolo paradiso per noi.

Nel frattempo con i proprietari siamo diventati come amici di famiglia, e abbiamo anche aiutato durante il periodo della vendemmia. È sempre stato il mio sogno scrivere un romanzo giallo. Innamorata di questa regione, dal fascino particolare e delle persone adorabili, ho avuto la motivazione per scrivere il mio primo libro”.

Scrivere un giallo non è facile. La vicenda va pianificata nel dettaglio e i particolari del caso devono essere svelati al momento giusto. In questo sei riuscita benissimo. Come hai organizzato il tuo lavoro di scrittura?

“Un romanzo del genere cresce poco a poco. Oltre alla storia, per me era importante presentare l’Umbria, il suo aspetto incantevole e forse poco conosciuto dal punto di vista turistico e delle sue bellezze lungo la Strada del Sagrantino. Prima di scrivere la storia ho creato i personaggi con i loro diversi caratteri e le loro particolarità, al fine di caratterizzare esattamente la persona, gli anni, l‘aspetto, i suoi gusti e le sue debolezze. Sebbene questi dettagli non compaiano tutti nel romanzo, ogni personaggio ha la propria personalità.

Poi ho creato l’intreccio della storia e una sfida per il lettore messo di fronte ai molteplici legami e moventi, che ogni soggetto intrattiene con la donna assassinata. Nuove idee sorgono anche durante la scrittura, a volte mi è capitato di dover cambiare i capitoli, con conseguenti modifiche sul resto del libro”.

I riferimenti al vino umbro e alle ricette del posto sono sempre presenti nel corso della storia. Come mai questa scelta? E quale vino o piatto hai apprezzato di più durante il tuo viaggio?

“Mio marito ed io, nella tenuta in cui andiamo, veniamo viziati con piatti tipici umbri. Quando entriamo nella cucina, abbiamo il piacere di guardare la nonna che prepara. Per me questo è qualcosa di molto speciale. Purtroppo temo che la generazione delle nonne in grembiule che fanno la pasta in casa presto finirà.

La signora ha condiviso con me alcune ricette dei suoi tozzetti e delle sue torte. I vini che ho apprezzato di più sono il Montefalco Rosso e il Montefalco Sagrantino, mi piace poi un bel rosato da accostare alla lepre arrosto con ripieno di uova. Amo soprattutto il Passito, nel quale si possono intingere i biscotti alle mandorle”.

Si nota che ami i paesaggi e che le strade del Sagrantino ti sono rimaste nel cuore. Quale luogo ti ha ispirato nella scrittura del tuo libro?

“Nel mio romanzo il centro dell’azione è la città di Montefalco. Amo particolarmente la zona di Giano dell’Umbria con i Monti Martani o l’antica Bevagna. Nel mio romanzo però vengono nominati anche luoghi di fantasia. La stessa ubicazione del commissariato di Montefalco è di mia immaginazione”.

Il linguaggio che utilizzi è spesso ironico e pronto alla battuta. La lettura risulta piacevole e avvincente. Questo aspetto rispecchia anche il tuo carattere?

“Forse un pochino. Ho fatto parte di un gruppo teatrale per molti anni. Giocavamo a raccontare favole per bambini e ci esibiamo nei festival di strada. Abbiamo recitato un piccolo dramma d’amore in costume, il tutto senza linguaggio e al rallentatore (teatro nonverbal e slow motion) con musica in sottofondo. Esibirmi come clown mi ha sempre affascinato tanto. Ho completato la mia formazione come ‘clown dottore” e in quell’occasione ho conosciuto il teatro d’improvvisazione, che poi mi è stato molto utile nella scrittura per presentare le storie anche con un po’ di umorismo”.

Cosa ti è rimasto impresso del tuo viaggio in Umbria?

“Appena arrivata, la grande valle umbra mi ha impressionato. L’Umbria non è invasa dal turismo ed è rimasta nella sua natura originaria. Si scoprono piccoli poderi nei villaggi, le città medievali e un tranquillo paesaggio pittoresco. Si ha il piacere di incontrare persone molto legate alla natura e alla terra. Questa vicinanza si esprime anche nella semplice cucina umbra, che amo molto”.

Stai scrivendo altri libri?

“Si. Il mio secondo giallo ambientato in Umbria è in lavorazione!”

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