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La duodecima hora, dall’alba a tramonto ed è equinozio di primavera

L’hora prima era la prima ora dell’alba, l’hora duodecima era l’ultima ora di luce al tramonto, mentre il punto mediano identificava l’hora sexta o meridies (mezzogiorno)

Editoriale – Oggi Alle 22:24 ora italiana di lunedì 20 marzo 2023 avviene l’Equinozio di Primavera, ossia il momento esatto che, in questo mese, nell’emisfero boreale sancisce il passaggio astronomico tra la stagione invernale e la primavera.

La parola “Equinozio” deriva dal termine latino aequinoctium, che si compone delle due parole aequus (uguale) e nox (notte); ciò significa che le ore di luce e di buio – ovvero la durata del dì e della notte – si equivalgono nel corso del giorno in cui si verifica questo evento. Il circolo di illuminazione passa quindi per i poli terrestri e la radiazione solare è perfettamente perpendicolare all’Equatore e all’asse terrestre

L’equinozio di primavera, infatti, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo. E la data odierna ne è la palese conferma.

Con il termine equinozio, ci si dovrebbe riferire dunque non ad un giorno, ma ad un preciso istante ossia quello in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale in marzo e viceversa in settembre durante l’equinozio di autunno, l’orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernaleovvero l’intersezione tra l’ eclittica e l’equatore celeste.

Ovviamente non è il Sole a muoversi, ma è la Terra a raggiungere il punto della sua orbita in cui poi apparentemente la nostra stella sembra compiere questo passaggio. Questo è il punto in cui l’asse terrestre, che possiede un’inclinazione di 23°27’ (motivo per cui eclittica ed equatore celeste non cadono sullo stesso piano), è quasi parallelo al Sole e quindi i suoi raggi arrivano perpendicolarmente o quasi sulla superficie terrestre. Ciò nonostante e a discapito dello stesso nome equinozio  (dal latino “equi-nox“, “notte uguale” al dì), non è vero neanche che in questo giorno, o nel suo corrispettivo autunnale, le ore di luce siano esattamente quante quelle di buio.

L’Equinozio di primavera celebra la fertilità della terra, la rinascita e segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico legato al risveglio della Natura. In questo giorno, in cui ha luogo la perfetta corrispondenza tra ore solari e ore notturne, nelle civiltà contadine era diffusa l’usanza di accendere fuochi rituali sulle colline. Si riteneva infatti che quanto più a lungo la fiamma riuscisse ad ardere, tanto più fruttifera sarebbe stata la terra. Pianta sacra all’Equinozio di Primavera è il trifoglio, associato al triskell, la ruota sacra a tre braccia.

La vita dell’uomo è caratterizzata da un susseguirsi di passaggi, tutti intrisi di un alto significato anche sotto il punto di vista esoterico. Nella quotidianità, i “cambi stagione” vengono associati a pratiche profane, e l’arrivo della primavera visto come un preludio all’estate. Ma non siamo di fronte all’esigenza del cambio gomme stagionale, bensì di fronte ad un evento che a livello simbolico e di approfondimento costituisce una tappa formativa nella vita dell’uomo. Rispetto agli equinozi precedenti, l’uomo può trarre nei passaggi, modo per riflettere per prepararsi sempre di più ad affrontare l’edificazione di templi votati alle virtù, quindi a compiere un lavoro interiore che ponga l’uomo di fronte alla propria coscienza sapendo riconoscere la nuova luce che l’equinozio porta con sè.

Chi ha la possibilità e la voglia di fermarsi in solitudine durante l’equinozio, ossia alle 22.24 di questa sera, avrà modo di comprendere di essere un piccolo tassello protagonista però di un ciclo, quello generato dalla vita del quale siamo parte integrante e sostanziale.

Il transito interiore sul quale trarre energia è relativo all’arrivo di luce, come quella del giorno che aumenta sempre di più e che porta ognuno di noi ad apprezzare il risveglio dei colori nella natura, sopiti durante l’inverno che ci si lascia alle spalle. La capacità dell’uomo, è quella di saper adattare, sapersi proteggere, e proteggere coloro che ci sono intorno dalle intemperie, ma non riferite alle condizioni metereologiche ma bensì a quelle che la vita presenta. Con l’equinozio di primavera ognuno di noi, può e deve essere portatore di una luce rinnovata che parte dall’interiore e che sia riconoscibile nell’esteriorità.

 

 

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