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Critica della ragion persa, come l’uso squilibrato della tecnologia può renderci inetti

EDITORIALE – Aprire il discorso su questo argomento è come pressare un tasto dolente della nostra società, un’ operazione delicata a cuore aperto, un deficit non visibile per chi ne è affetto, una cecità comune.  Dalla “Critica della ragion pura” di Immanuel Kant alla critica della ragion persa. Un excursus apologetico del pensiero e del pensare alla caduta drammatica della logica umana, l’illuminismo rabbrividirebbe se guardasse al nostro periodo in cui la tecnica e la “scienza” la fanno da padrone inducendo le masse belanti al servizio collettivo dell’elite globalista.

Un’oligarchia caput mundi mascherata in democrazia, con il volto dittatoriale, cinico, disprezzante della vita che detta regole per tutti al fine del loro benessere. Come mai la tecnica avanza e l’umanità regredisce allo stato bestiale? Notevole il fatto che il dopo guerra ha provocato una propulsione esponenziale verso la ricostruzione e il futuro, accentuata poi dagli anni settanta, ottanta, una corsa al cambiamento, alle rivoluzioni sociali, alla modernità, al confort, alla comodità.

La tecnologia ha completamente risolto i problemi di comunicazione e di interconnessione, ha velocizzato in maniera lampante il commercio, il viaggio, quindi la mobilità, la ricerca, l’apprendimento, lo sport, la nutrizione.

Tuttavia la comodità ci ha reso pigri, la mobilità ci ha reso in sovrappeso, il commercio compulsivi, l’apprendimento pappagalli e sintetici senza spirito di critica, la comunicazione ci ha isolati nei rapporti umani e sinceri rendendoci amici solo sui  social, la ricerca sfrutta dannosamente le risorse terresti a proprio vantaggio, inquinando e non riciclando, l’intelligenza artificiale, la produzione di videogiochi, social media hanno di fatto creato una realtà virtuale, alternativa, non realmente esistente dove ognuno esprime la propria personalità, il proprio egoismo, un modo per mettersi in mostra, una vetrina a sfondo sessuale, nessun valore di rispetto, di comprensione, narcisismo puro, arroganza, lo sport è solo competizione, la nutrizione ci ha reso cultori del fisico, dei cibi sintetici, super lavorati e trattati chimicamente.

Uno scenario drammatico, cupo e rivoltante quasi fantasioso.

Quotidianamente passiamo più tempo davanti uno schermo che a riflettere, leggere un buon libro, guardiamo film, serie tv, social tutto il giorno, ascoltiamo di guerre, di pandemie, catastrofi, cambiamenti climatici, politica e la green economy, una brodaglia velenosa che inibisce il pensiero e l’attività del pensare, ci rende passivi, accentua le emozioni e ci fa agire per istinto come animali.

Un’ottima, intelligente strategia degli organi di potere per rendere la massa sociale mondiale assuefatta, manipolabile e controllabile. Una macchina vivente, vasta, produttrice di ricchezza, sfruttata ed alienata in cui i poveri lottano tra di loro rimanendo sempre poveri ed i ricchi sempre più ricchi.

Il denaro creato per facilitare il commercio è divenuto il mezzo, la verga di dominio della selvaggia, irrazionale bestia umana e deficiente.

L’intelligenza artificiale oggi è il focus per eccellenza, l’obbiettivo a cui tutti lavorano, sta ribaltando e semplificando praticamente tutto, sostituisce l’uomo in ogni cosa anche nell’arte e nella poesia, il creatore superato dalla creatura fatta a sua immagine e somiglianza. La domanda non è tanto più se i robot domineranno il mondo, è se l’uomo sarà in grado di rimanere tale?

Pensate le ultime notizie fanno emergere che la nano tecnologia sta facendo passi da giganti secondo cui ci semplificherebbe i pagamenti grazie all’impiantamento sottocutaneo di microchip, basterebbe col solo passaggio della mano, pagare ogni cosa, ci leggeremo nei pensieri, la barriera linguistica sarà azzerata, tutto grazie all’uso del 5G, algoritmi complessi sono in grado di replicare tutto, anche un testo letterario può essere scritto da una macchina, neanche più l’inventiva, la fantasia e le capacità tipicamente umane sono più una singolarità.

L’individualità sta scomparendo nella collettività incosciente ed istintiva, lasciando posto solo al narcisismo virtuale.

Non è invenzione, ma se non vi siete accorti è la realtà, dunque quale è la vera realtà? La felicità che posto occupa nella società di mercato? La risposta è il solo attimo fuggente, il cui successivo attimo è tristezza, depressione, aridità, tenebra.

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