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Il Nuovo Olimpo di Özpetek , l’amore in una storia di apparente dualità

Editoriale – Lungo il transito dell’apparente dualità… ricorre e risuona questa frase in una tra le più belle canzoni di Franco Battiato. L’apparente dualità  che caratterizza l’uomo viene di fatto resa pura nel film “Nuovo Olimpo” del regista Ferzan Özpetek. Una pellicola che trasporta lo spettatore in una dimensione dove protagonisti sono le emozioni, l’amore vissuto sotto una dimensione che lascia veramente pensare e riflettere. Damiano Gavino e Andrea Di Luigi sono gli attori protagonisti del film che sta suscitando un forte interesse su Netflix. Attori bravissimi sia nella recitazione vocale che in quella espressiva: sguardi, movimenti, ogni dettaglio nella scena fa la sua differenza.  Interpretano Enea Monti e Pietro Ghirardi, due ragazzi che si innamorano un giorno del 1978, ma che il destino allontana impedendo loro di amarsi e di vivere la loro storia come vorrebbero. E quelle epoche ormai così lontane dove gli stereotipi ed i bigottismo regnavano dilaganti,  la normalizzazione dell’appeal, dell’amore proibito, sorprendono per il realismo con cui viene affrontata la storia. Un realismo che sembra anche impossibile in relazione all’epoca in cui tutto ciò è ambientato. Lontani dall’era dei social media, con i contatti immediati, con l’iperconnessione ed i sistemi che oggi ci consentono di raggiungere chiunque in tempo reale anche non avendo il numero di cellulare. 

All’epoca, parliamo del 78,  i contatti erano sicuramente reali, ed anche allora la scintilla di un amore era destinata a scoccare comunque, prescindendo dalla caratterizzazione sessuale. Già di per sè è stato proprio Netflix con la messa in onda di una molteplicità di serie tv a voler rappresentare una angolazione diversa di quelle diversità che oggi rientrano in quella normalità figurativamente evocata in mille circostanze.

Nuovo Olimpo, ci riconduce nel ricordo delle sale cinematografiche in cui si illuminava la striscia del primo o del secondo tempo, o intervallo che chiariva subito all’avventore a che punto fosse la proiezione del film. Si tenga conto che il cinema era una occasione per poter stare insieme, un luogo di incontro, un punto riservato di riferimento. Nel caso del film avallato da una avvenente cassiera che teneva il gioco alla apparente dualità.

E perchè continuiamo a chiamarla apparente? Perchè la dualità dei personaggi, in particolare riconducibile nella figura di Pietro, rende chiaro il concetto di come una storia d’amore vissuta tra persone dello stesso sesso, sia maschi o femmine, veda come protagonista la persona prima che il suo ruolo o la sua caratterizzazione sessuale. Il film evidenzia una storia pulita, cristallina, trasparente, una storia urbana. Dal 1978 ad oggi, tanti passi avanti sul fronte dei preconcetti: sono arrivate le unioni civili, e perfino la Chiesa ha dovuto aprire gli orizzonti e modificare le sue posizioni rigidamente sempre espresse contro i gay.

Posizioni di circostanza, se si tiene conto degli scandali che nel corso del tempo hanno coinvolto importanti prelati, sfociando in pedofilia. Questo si, un reato grave, non conciliabile con la moralità. Non accettabile a prescindere.

Nuovo Olimpo dunque ci riporta in un passato ma come se fosse più che un presente. Oppure realmente era quella la realtà? Sicuramente nascosta rispetto ad oggi. Cresce il numero di personaggi famosi, ritenuti icone macho, che hanno scelto di concedersi il lusso di dichiararsi.
Oggi la società discrimina molto meno rispetto a prima, in passato film di questo genere non sarebbero stati accettati dalla critica e dall’opinione pubblica. Nuovo Olimpo, in fondo racconta un amore, in una storia dove la dualità  è solo apparente. Gli sguardi, a distanza di anni, da quell’evento di trasporto che coinvolge i personaggi. Ma quanti Enea e Pietro ci saranno stati nel corso della storia? Forse più di quelli che riusciamo ad immaginare. Nuovo Olimpo non pone di fronte ad una scelta sessuale, ma pone di fronte al senso delle emozioni naturali, istitintive nate da connessioni senza regola e senza costrizioni.

E poi parliamoci chiaro non è necessariamente una questione di sesso, bensì di rapporti, dove la persona è protagonista come essere umano prescidendo da ogni altra cosa. Il regista, indubbiamente vuole lanciare dei messaggi di natura sociale. Quelle frasi, uniche, che fanno riflettere. E mi ricorderò di te tra le luci di Roma, Così il tempo e lo spazio non ci separano. 

Più che frasi di circostanza sono odi di una pulsione, di un sentimento che riesce a trovare la sua allocazione nel punto di mezzo tra il bianco ed il nero: due colori diametralmente opposti. Quella mappa con l’indirizzo di una casa ottenuta fortuitamente per isolarsi, ci riportano all’era degli stradari, o/e di come una frase potesse restare impressa per sempre. Scripta manent. Ora il patrimonio della scrittura, viaggia sui server, scompare. Allora restava anche scritto.
Il regista, ci fa immaginare questa bella città eterna, luminosa come non mai, in cui in un attico con vista mozzafiato si consuma un amore, che probabilmente nei giorni nostri poteva concedersi il lusso di essere vissuto. In quegli anni, si restava impassibili in balia degli accadimenti, oggi ognuno è un pò il timoniere della sua vita. Siamo cresciuti dunque. Le scene di Nuovo Olimpo sono perfette, gli ambienti, le musiche, i colori. Riportano lo spettatore che ricorda quegli anni, improvvisamente indietro nel tempo dando spazio al riaffiorare di antichi ricordi, sopiti in qualche cassetto.

La dualità, dunque è solo apparente, Nuovo Olimpo ci insegna come i valori delle persone siano caratterizzanti e non altro. Oggi ci possiamo permettere il lusso anche di non dissentire. Si può non scegliere, ma si deve accettare, per rispetto della storia e dell’evoluzione cognitiva dell’uomo.

 

 

 

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