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All’Aquila la fontana luminosa tra fascino di storia e tradizione

L’Aquila – La Fontana Luminosa è considerato dagli aquilani di lunga memoria uno dei simboli del ventennio fascista, tanto che in età repubblicana venne eliminata la targa con i simboli del fascio. Con l’avvento della Repubblica poi, tornarono ad essere emblema dell’Aquila le 99 Cannelle, come ai tempi della fondazione.

Si tratta di una scultura composta da due corpi di donna in bronzo, che sorreggono la tipica conca abruzzese da cui sgorga il getto dell’acqua. La fontana è posta su una vasca a pianta circolare, rialzata dal piano stradale con gradoni bianchi sovrastati su due lati da grandi sfere. La fontana è situata all’inizio di corso Vittorio Emanuele, porta ideale del centro cittadino. La sua funzione di propileo è accentuato dagli edifici gemelli posti all’inizio del corso, Palazzo dei Combattenti e Palazzo Leone, prospicienti alla fontana stessa.

L’opera fu realizzata dallo scultore Nicola D’Antino (Caramanico Terme, 1880 – Roma, 1966), lo stesso della Fontana Vecchia di piazza Duomo, negli anni Trenta. Il suo nome è dovuto ai giochi di luce e colori durante le ore notturne. Le luci della fontana vengono modificate anche per motivi celebrativi legati alle occasioni pubbliche come le feste nazionali, eventi pubblici e sportivi come il Giro d’Italia, campagne di sensibilizzazione come la lotta contro il cancro, etc…

In inverno acquista il massimo fascino quando l’acqua versata dalla conca si gela, formando una scultura cangiante. La Fontana Luminosa è uno dei punti ideali di ritrovo e indicazione della città dell’Aquila. Prima della realizzazione del Terminal bus Lorenzo Natali, la piazza della Fontana Luminosa era fermata degli autobus provenienti dalle altre città.

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