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A Roma il corteo in ricordo di Verbano: in duemila tra bandiere rosse e palestinesi

ROMA – Tante bandiere della Palestina e altrettante rosse, a volte coperte dai fumogeni multicolore. Persone di ogni età, da bambini ancora “bisognosi” del passeggino ad anziani che gli ‘anni di piombo’ li hanno vissuti quando erano nel pieno della loro vita. Circa due mila persone (tra cui ) hanno sfilato a Monte Sacro, da via Monte Bianco, passando per il quartiere di Valmelaina e il Tufello nel corteo in ricordo di Valerio Verbano, lo studente vicino ad Autonomia Operaia che il 22 febbraio del 1980 (avrebbe compiuto 19 anni tre giorni dopo) venne ucciso dentro casa sua, davanti ai suoi genitori, da tre persone armate (per il mondo della sinistra riconducibili al terrorismo di estrema destra) con un colpo di pistola alla schiena.

Tra canzoni di lotta della sinistra, “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri e anche “Casa mia” di Ghali, il cuore della manifestazione è stato caratterizzato a piazzale Jonio da un momento dedicato a quanto sta accadendo in Palestina. Sedici persone avvolte da altrettanti teloni bianchi con su scritto una lettera, hanno “simulato” i corpi morti delle vittime dei bombardamenti israeliani per poi comporre, ciascuno con la propria lettera, la scritta “Stop Gaza Genocide”. “Lo stato italiano fornisce armi ad Israele ed è complice del genocidio palestinese- hanno urlato dal carro che ha aperto il corteo poco prima che esplodessero dei fuochi d’artificio- Il modo migliore di ricordare Valerio è non voltarci dall’altra parte di fronte a questo genocidio. Valerio non si è mai voltato dall’altra parte ha affrontato i fascisti a viso aperto. La prossima settimana, anche se ci fosse vietato, scenderemo in piazza davanti al Parlamento perché non possiamo piu’ accettare in silenzio che questo genocidio venga compiuto davanti ai nostri occhi”. Per i manifestanti “questa non è una commemorazione ma una giornata di lotta e di resistenza dal basso per una vita migliore che ci meritiamo tutti. Roma è antifascista”. Non sono mancati i cori per Ilaria Salis, la militante detenuta in Ungheria. (www.dire.it)

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