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Riforma fiscale, attuazione e prospettive del governo

ROMA – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento al Convegno “La riforma fiscale – Attuazione e prospettive – I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici” alla Camera dei Deputati. Di seguito l’intervento in originale: 

“Buongiorno a tutti, grazie, saluto ovviamente tutti i colleghi, saluto i presenti, le autorità, ringrazio il Viceministro Leo e il Ministro Giorgetti che hanno voluto organizzare questo momento di confronto, al quale ho volentieri accettato l’invito a partecipare perché è un tema che noi consideriamo fondamentale per lo sviluppo e il benessere della nostra Nazione e quindi la materia che trattiamo oggi è anche una delle materie che sono al centro del lavoro di questo Governo. 
Noi affrontiamo un momento storico particolarmente complesso, soprattutto a livello internazionale e come sempre le crisi diventano anche un’occasione. In un momento storico come quello che stiamo affrontando ci viene imposto di dare risposte coraggiose e strutturali. È un momento storico che ci chiede di affrontare una volta per tutte questioni che finora non sono state affrontate a livello strutturale. Il tema del fisco è senza dubbio una di queste materie e lo rivendico perché è una delle prime materie che noi abbiamo voluto affrontare, approvando una riforma che era attesa da 50 anni e con la quale ci poniamo l’obiettivo di disegnare una nuova idea di Italia, che sia più vicina alle esigenze dei contribuenti, più attrattiva per le aziende, più attrattiva per gli investimenti. Nel farlo abbiamo dato seguito anche a un impegno che avevamo assunto con i cittadini quando abbiamo chiesto il consenso necessario a governare questa Nazione, l’avevamo scritto nel programma e lo stiamo facendo come è doveroso che sia. 
Perché era così prioritario per noi? Perché, a ben vedere, la riforma fiscale non è un semplice atto normativo, non è un complesso di misure tecniche, non è un ammasso di regole magari di difficile comprensione, riservato solamente agli addetti ai lavori. No, la riforma fiscale è uno dei perni attorno ai quali si costruisce e ruota il tessuto economico di una Nazione. È uno degli strumenti con i quali lo Stato può aiutare la società a crescere e a prosperare, mettendo chi crea ricchezza – che non è lo Stato, questo va sempre ricordato, ma sono invece le aziende, il tessuto produttivo, i lavoratori – nelle condizioni migliori per produrla. Perché più ricchezza verrà prodotta e più lo Stato potrà utilizzare la parte di quella ricchezza che gli compete per dare le risposte che i cittadini attendono.
La riforma fiscale è lo strumento con il quale lo Stato raccoglie le risorse necessarie a erogare i servizi pubblici, a far funzionare la macchina pubblica, a rendere la società più equa, redistribuendo le risorse, particolarmente – come noi stiamo tentando di fare – a favore dei più fragili. Questo è quello che deve fare un sistema fiscale. Un sistema fiscale non nasce per soffocare la società, ma nasce per aiutarla a prosperare. Non è uno strumento attraverso il quale lo Stato si impone sul cittadino, ma è uno degli strumenti attraverso i quali lo Stato può dare risposte ai cittadini.
Non deve opprimere le famiglie con regole astruse, incomprensibili, un livello di tassazione ingiusto che non corrisponde spesso al livello dei servizi che poi lo Stato eroga con le risorse che raccoglie. Il sistema fiscale deve chiedere il giusto e deve sapere usare ciò che chiede ai cittadini con lo stesso criterio che userebbe un buon padre di famiglia, e cioè con buon senso, lungimiranza, senza sprecare quelle risorse. Questo è un elemento fondamentale se quelle risorse si vogliono raccogliere. 
Non penso e non dirò mai che le tasse siano una cosa bellissima. Sono una cosa bellissima le libere donazioni, non i prelievi imposti per legge. E proprio per questo penso che sia grande la responsabilità di chi è chiamato a gestire le risorse che arrivano da quei prelievi, che non possono essere utilizzate in modo irresponsabile, ancora peggio se per garantirsi facile consenso nell’immediato e lasciare a chi viene dopo a ripagare quell’irresponsabilità, ma devono essere immaginate in modo tale da far sì che chi ha pagato quelle tasse comprensibilmente “controvoglia” possa almeno dire: però sono risorse spese per cose utili, per cose utili a me, per cose utili alla comunità nazionale. 
Questa è la visione che stiamo cercando di realizzare, è la visione che ci ha spinto ad assumerci la responsabilità storica di abbandonare la logica degli interventi-spot per portare avanti una riforma del fisco che fosse organica.
Lo abbiamo fatto perché riteniamo che solo con una riforma organica e complessiva si possa puntare a raggiungere uno dei nostri grandi obiettivi che è quello di una riduzione generalizzata della pressione fiscale che grava sulle spalle delle famiglie e delle imprese di questa Nazione. Appena insediati ci siamo messi subito al lavoro, abbiamo approvato una Legge delega alla quale stiamo dando rapida attuazione. Voglio davvero ringraziare sinceramente particolarmente il Viceministro Leo per il lavoro puntuale, molto determinato, che sta portando avanti in questo senso.
Dall’approvazione definitiva della delega sono passati sette mesi. In quei sette mesi noi abbiamo varato ben dieci decreti attuativi, otto dei quali sono stati già approvati in via definitiva. E questa velocità di attuazione penso che renda molto bene la misura di quanto consideriamo centrale questa materia. Su questa riforma, chiaramente, come su quasi tutto quello che facciamo, è stato detto di tutto di più. Ci hanno accusato di voler aiutare gli evasori, di voler allentare le maglie del fisco, di voler nascondere dei condoni immaginari. Non argomenterò in risposta a queste accuse con le mie idee, perché ringraziando Dio a smentire queste accuse ci sono i numeri che a differenza delle idee non sono opinabili.
I numeri ci dicono che il 2023 è stato un anno record nella lotta all’evasione fiscale, con un’attività di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate che ha portato nelle casse dello Stato ben 24,7 miliardi, cioè 4 miliardi e mezzo in più rispetto all’anno precedente, una cifra mai raggiunta nella storia di questa Nazione. A questi vanno aggiunti 6,7 miliardi di Euro che sono frutto dell’attività che sempre l’Agenzia delle Entrate ha svolto per conto di altri enti: INPS, INAIL, Ministeri, Prefetture e Comuni.  
Sommando queste due cifre si arriva alla cifra record di 31 miliardi di euro. Si tratta chiaramente di risultati ottenuti grazie all’ottimo lavoro della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate – che ringrazio – ma anche grazie a norme specifiche che questo Governo ha introdotto. Penso ad esempio alle norme che abbiamo introdotto per contrastare il fenomeno odioso delle cosiddette attività “apri e chiudi”, una misura che avevamo invano proposto anche ai governi precedenti, sui quali c’era stata una incomprensibile chiusura e che invece sta dando ottimi frutti. 
Il messaggio che vogliamo dare è molto semplice. Non abbiamo amici ai quali fare favori, se non gli italiani onesti che pagano le tasse e contribuiscono al mantenimento del bilancio pubblico. Gli unici amici che abbiamo sono gli italiani onesti anche quando non riescono a pagare, ma che vogliono farlo. Non c’è spazio per chi vuole fare il furbo, ma chi è onesto e si trova in difficoltà merita di essere aiutato e di essere messo in condizione di poter pagare ciò che deve. 
E lo sanno bene anche cittadini e imprese, lo dimostra il dato sulle somme versate spontaneamente all’Agenzia delle Entrate, che sono aumentate di oltre 26 miliardi di euro rispetto al 2022. Perché? Perché uno Stato giusto, uno Stato comprensivo, uno Stato disponibile, è uno Stato che non viene più percepito come un avversario, a volte addirittura come un nemico e di conseguenza è uno Stato che non merita di essere aggirato. 
Questa è la scommessa culturale che noi abbiamo fatto e i dati ci dicono che funziona. Lavoriamo su questo principio con senso pratico, con pragmatismo, lo abbiamo dimostrato anche mettendo a terra la Legge delega, confrontandoci con il Parlamento, approvandola con l’appoggio di una parte dell’opposizione che pure voglio ringraziare per il suo contributo fondamentale. 
Abbiamo lavorato e lavoriamo per aumentare e migliorare l’equità del sistema fiscale anche attraverso innovazioni che favoriscono una collaborazione maggiore tra il fisco e i contribuenti,  mi riferisco ad esempio al concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni, misura che apre nuove possibilità ad oltre 4 milioni di imprenditori e lavoratori autonomi consentendo a loro di pianificare il futuro con maggiore serenità e consentendo a noi, allo Stato, di poter contrare su maggiori entrate e su entrate certe. 
In pochi mesi abbiamo avviato la riforma dell’IRPEF con la riduzione da 4 a 3 aliquote, che è un intervento con un effetto diretto tangibile sulle tasche dei lavoratori e dei pensionati. Abbiamo regolato la fiscalità internazionale, abbiamo rivisto il contenzioso, gli adempimenti, soprattutto le sanzioni. Stiamo lavorando per allineare le sanzioni ai parametri europei, perché le sanzioni che avevamo erano sproporzionate, illogiche, vessatorie, e a giudicare dai dati dell’evasione fiscale, che sono sostanzialmente rimasti immutati, nonostante l’inasprirsi delle sanzioni, anche abbastanza inutili. Queste misure sono, come dicevo, espressione di una visione, una visione di un’Italia in cui il fisco finalmente viene visto come un alleato per la crescita e per lo sviluppo, un’Italia nella quale imprenditori, lavoratori autonomi, dipendenti, pensionati, possano sentirsi supportati dalle istituzioni, un’Italia nella quale tutti remano nella stessa direzione perché hanno un obiettivo comune che è far crescere insieme questa Nazione. 
La riforma fiscale è solo l’inizio di questo percorso. Continueremo a lavorare per migliorare il sistema, per renderlo sempre più equo, sempre più funzionale alle esigenze di tutti i cittadini. 
Prima di concludere voglio aggiungere un’ultima considerazione e questa considerazione riguarda i testi unici, tema insieme agli altri sui quali chiaramente entreranno più nel tecnico il Ministro Giorgetti e il Viceministro Leo.
Noi abbiamo predisposto delle bozze che metteremo in consultazione, anche qui accoglieremo gli spunti sia della politica che degli addetti ai lavori per recepire tutte le osservazioni e poi varare un sistema fiscale che sia molto più semplice, dove la certezza del diritto è la cifra fondamentale di tutta la riforma. 
Lasciatemi dire però che sono molto fiera che sia questo il Governo che sta mettendo ordine in una materia che per moltissimi anni si è preferito riporre in un cassetto perché era troppo complessa per essere affrontata. Sono molto fiera che sia questo il Governo che sta allineando l’Italia ai principali standard europei in ambito fiscale, e che sta lavorando per dare modo alle nostre imprese, ai nostri cittadini, di competere alla pari con le altre economie del G7, con tutte le principali economie mondiali. Sono molto fiera che sia questo il Governo che sta consegnando ai cittadini un fisco più equo, più giusto e più comprensibile. 
Abbiamo chiaramente ancora molto lavoro da fare, però abbiamo anche un vantaggio che altri prima di noi non hanno avuto, che è il vantaggio del tempo, e cioè la possibilità di avere davanti un orizzonte di legislatura che ci consente di fare le cose bene, con buon senso e nell’interesse degli italiani. Grazie a tutti coloro che intenderanno continuare a collaborare con noi su questo obiettivo che è un obiettivo non di un partito politico, non di una maggioranza di governo, ma ritengo debba essere un obiettivo della Nazione nel suo complesso. Grazie.”

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