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Campania da visitare: il parco archeologico dei Campi Flegrei

Il Parco archeologico delle Terme di Baia è il risultato di una straordinaria stagione di ricerche e indagini che si sono sviluppate nel corso del XX secolo lungo il versante della collina che si affaccia sul golfo di Baia.

Le indagini hanno messo in luce uno dei più grandiosi complessi archeologici e architettonici del Mediterraneo che restituiscono l’immagine luminosa dell’antica Baia, metà privilegiata per la villeggiatura in età romana, luogo cardine del termalismo antico, spazio di ristoro per il corpo e per lo spirito, tramandato in una polifonica narrazione dagli antichi scrittori.

Nella metà del II sec. a.C. le prime ville iniziano a occupare le pendici della collina andando a sfruttare quell’energia “flegrea”, legata al vulcanesimo attivo, sotto forma di cunicoli dove intercettare aria e acqua calda. Si creano i presupposti per la nascita del termalismo con un meticoloso sfruttamento delle risorse idrotermali del territorio e lo sviluppo di innovative soluzioni architettoniche.

Nel corso della tarda repubblica e la prima età imperiale si assiste ad uno sviluppo impetuoso dell’attività edilizia che estenderà la propria area di azione all’intero spazio disponibile facendo parlare gli antichi di bramosia costruttiva. Emerge un quadro complesso di ville, palazzi, spazi di ospitalità, complessi termali pubblici e privati. Non una vera e propria città, ma la manifestazione più complessa e articolata di un’antica destinazione turistica in grado di intercettare l’interesse delle élite del mondo romano fino a diventare un topos letterario.

La visita al Parco archeologico delle Terme di Baia si sviluppa lungo un percorso che si dipana lungo la dorsale muovendosi all’interno di più residenze costituite da nuclei architettonici separati, organizzati su diversi livelli di terrazzamento e messi in comunicazione tramite rampe a gradoni.

Il primo complesso architettonico che si incontra è quello denominato Villa dell’Ambulatio e si articola su sei terrazze. Quella più alta è occupata dal settore domestico, con peristilio, stanze di soggiorno e cubicula (stanze da letto) ai lati di una grande sala centrale aperta sul panorama. Più in basso si trovava il portico coperto (ambulatio) che dà il nome al complesso dotato di una grande sala centrale di rappresentanza.

Il nucleo centrale del Parco è costituito dal settore della Sosandra articolato su quattro livelli. Anche in questo caso troviamo la parte destinata a residenza nei livelli superiori, affacciati sul golfo di Napoli, dove si riconoscono ambienti di servizio, triclini, sale di rappresentanza ed un piccolo laconicum (locale per saune) decorato a stucco. Dalla sala più grande di questo settore proviene la statua in marmo della c.d. Aspasia, nota come Afrodite Sosandra (copia romana di un originale greco), che dà il nome al complesso. I due livelli inferiori dell’edificio si articolano con un effetto scenografico che aveva come protagonista l’acqua e sono costituiti superiormente da un emiciclo ed inferiormente da un’area scoperta.

Un ulteriore complesso ci introduce ad un imponente complesso termale frequentato fino ad epoca medioevale. Il settore cosiddetto di Mercurio, prende il nome, da una natatio (piscina) termale a pianta circolare con volta a cupola, chiamato “Tempio di Mercurio” dai primi viaggiatori. Il nucleo meridionale di questo quartiere, realizzato in età Severiana, è composto da sale fastose sia per opera architettonica che per apparati decorativi. Probabilmente tutti questi edifici facevano parte del Palatium di Alessandro Severo, che forse si estendeva fino al mare.

L’ultimo settore che si incontra nella visita è quello di Venere e deve il suo nome ad eruditi del Settecento che definivano “Stanze di Venere” alcuni ambienti del livello inferiore del complesso, caratterizzati da raffinate decorazioni in stucco sulle volte. Esso comprende tre nuclei edilizi di diversa epoca, posti su tre livelli differenti. Quello inferiore è alterato sul lato orientale dalla moderna via litoranea che ne ha isolato il c.d. Tempio di Venere, edificio termale a pianta circolare all’interno ed ottagonale all’esterno originariamente coperto da volta “a spicchi”.

La visita al Parco archeologico delle Terme di Baia ci pone di fronte ad un percorso all’interno delle storie degli illustri personaggi che hanno vissuto e raccontato questi spazi, ci offre la possibilità di popolare di immagini le ardite strutture architettoniche e di raccordare con lo sguardo altri tasselli della memoria flegrea come il Parco sommerso di Baia o il Castello aragonese.

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