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Intervista esclusiva all’autore Lorenzo Zucchi, la sua evoluzione letteraria e il nuovo romanzo in uscita

Oggi abbiamo l’onore di intervistare Lorenzo Zucchi, autore che vanta una carriera letteraria fatta di  sperimentazioni narrative e stilistiche. Lorenzo Zucchi sta per regalarci un’altra avventura attraverso le pagine del suo ultimo romanzo I film belli li danno solo di notte, che sta per uscire e presto sarà disponibile per l’acquisto.

Con questa intervista esclusiva vogliamo accompagnare i lettori in un viaggio nel mondo della narrativa contemporanea e nell’anima creativa di uno scrittore eclettico, mentre scopriamo cosa ha ispirato la sua ultima opera e quali sorprese ci riserva. Senza ulteriori indugi, diamo il benvenuto a Lorenzo Zucchi e scopriamo insieme il suo percorso come scrittore e le novità della sua nuova creazione letteraria.

Ciao Lorenzo e grazie per essere di nuovo qui con noi. Sta per uscire il tuo nuovo romanzo, cosa possiamo aspettarci?

Ti dico la verità, sono particolarmente curioso di vedere come verrà accolto, perché è ancora una volta qualcosa di diverso da quello che ho scritto sinora. Parliamo di un romanzo non troppo lungo, ambientato nel 2006, ma che si ispira dichiaratamente ai teen horror di fine anni ’90, come Scream e So cosa hai fatto. Non ha messaggi incisi nella pietra da veicolare, il che lo rende un libro di intrattenimento; di fatto può essere definito narrativa classica con venature thriller. La maggior parte del libro si svolge tra le villette delle prime colline emiliane, in provincia di Parma, nei luoghi che anche io proprio come i personaggi del libro ho vissuto da bambino.

Sei uno scrittore poliedrico e hai scritto moltissimo, cosa caratterizza la tua scrittura e come si è evoluto il tuo stile narrativo nel corso del tempo?

Forse la cosa che definisce più il mio stile è quel tocco cinematografico del tutto, che permea la storia proprio come se fosse un film. Spoiler: la parola film compare persino nel titolo del nuovo libro! Curo sempre moltissimo le locations, perché arrivo dal racconto di viaggio e quindi mi porto dietro l’amore per la descrizione dei luoghi. Questo libro è narrato in terza persona, mentre in altri ho usato la prima. Diciamo che spero di essere tuttora in evoluzione, perché altrimenti avrei fallito.

Ogni opera che hai pubblicato accompagna una metamorfosi come autore ma anche l’esternazione di un sentire interiore: ti va di dirci qualcosa a riguardo?

Sicuramente, ti ringrazio per questa domanda. In realtà sono tutte facce diverse della mia personalità. La Trilogia delle Bandiere esponeva la mia anima più anarchica, mentre con il romanzo breve Quel che resta della memoria sulla vita di mio nonno ho tirato fuori le corde della commozione. Con il prossimo mostro il lato più scanzonato e che non si prende mai troppo sul serio, per fortuna. Avendo scelto di confrontarmi con stili e temi molto diversi l’uno dall’altro, di fatto è come se ogni volta plasmassi il mio alter ego di scrittore alla versione che più si adatta per quello specifico genere.

Da “scrittore a piedi nudi” conosceremo una nuova versione di te attraverso “la maschera”. Di cosa si tratta e quale cambiamento ci aspetta?

I piedi nudi restano sempre una risorsa di riserva. Visto che completamente nudi non si può andare in giro, almeno liberarsi delle scarpe aiuta. Quanto alla maschera, da subito è diventata l’icona del nuovo libro, per quanto nella storia non abbia un ruolo determinante. Mi è servita a fare un po’ di promozione divertente legata al libro, tipo i miei famosi video su Tik Tok in cui parlo con lei, proprio per quello che ci dicevamo prima, ossia che con questo tomo la mia immagine è tutt’altro che seriosa.

Oltre alla scrittura sei sempre molto impegnato anche con la radio e altri progetti…

Con la web Radio 20158 ho dato vita di recente a un nuovo programma, Origin, dedicato al mondo associativo. Credo sia necessario dare voce a tutte quelle piccole e grandi storie di chi combatte per la cultura nella quotidianità. E con la casa editrice Edizioni Underground? stiamo pensando di creare un gruppo di artisti per inserirci nel calendario degli eventi di Milano e fare dei reading delle nostre opere o di quelle dei grandi classici, a seconda del contesto.

Hai scoperto delle cose nuove su te stesso attraverso la scrittura? Come ti definisci oggi?

Ho scoperto che posso dedicarmi anche alle altre persone e non solo alla promozione del mio ego. Un grande passo in avanti dal punto di vista umano. Non saprei però come definirmi senza ricadere di nuovo nell’autocelebrazione.

Quali scrittori o letture ti hanno influenzato negli anni?

Tra i venti e i trenta ho letto tutti i grandi classici e sono ancora quelli ad aver formato la mia idea di scrittore. Proust, Joyce, Steinbeck, Hemigway, Faulkner, Simenon tra gli altri. Più di recente leggo con lo scopo chirurgico di imparare dai contemporanei come affrontare un determinato soggetto o genere di libro. Ci vorrebbero le giornate di 36 ore.

Un messaggio che vorresti lasciare ai lettori di questa rubrica letteraria

Grazie per avermi dato spazio e spero di tornare presto con un’altra delle mie trasformazioni. Vi saluto con una delle citazioni di un mio libro: La stagione dei grandi amori è un temporale emozionale improvviso. Nemmeno il tempo di annunciarsi e sarà già finita.

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Trovate Lorenzo Zucchi su Instagram come: lorenzo_zucchi_autore1973

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