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Riflessi di vita e esplorazioni dell’animo umano: intervista all’autore Fabio Belli sul libro d’esordio “Sedici racconti”

“Sedici racconti” è una raccolta di storie autonome che coinvolge direttamente il lettore, chiamandolo a diventare parte attiva della scrittura, senza subire gli eventi ma vivendoli in prima persona. Dai racconti in tinta noir a quelli più intimistici, la silloge propone una visione chiara e onesta sulla condizione umana in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più impreviste.

Sedici racconti, Scatole parlanti, 2023, 176 pp. 

Fabio Belli è nato a San Gimignano (SI) nel 1973, dove tutt’ora vive e gestisce un’attività commerciale di sua proprietà. Nel tempo libero è un appassionato di cinema, di astronomia e ama leggere sia romanzi classici e contemporanei che saggistica. Dal 2018 scrive articoli su blog di informazione indipendente e, da gennaio 2021, collabora con la redazione della webtv “Casa del Sole” all’interno della quale scrive articoli giornalistici di geopolitica e partecipa alla realizzazione di un TG. Nel 2020, dopo aver scritto anche poesie, ha iniziato a scrivere alcuni racconti. Nell’estate 2023 i racconti ultimati sono diventati 16…

Intervista all’autore

Hai avuto esperienze personali o influenze letterarie che hanno guidato lo sviluppo di questa raccolta di racconti?

Sicuramente, senza letture o esperienze di vita sarebbe stato difficile partorire queste sedici idee di storie. Per quanto riguarda le esperienze personali, si possono trovare sia in quello che ho vissuto, sia da libri letti, ma anche dal cinema. Tuttavia, ci tengo a precisare che nessun racconto può dirsi autobiografico. C’è molto di me in tutte le pagine del libro, ma tutte le storie sono finzione e nessuna rappresenta una trasposizione di un evento vissuto in prima persona. Per quanto riguarda le influenze letterarie, la mia scrittura fa parte di un percorso iniziato circa quindici anni fa dove da lettore saltuario sono diventato un appassionato di letteratura leggendo molti autori di grande spessore come García Márquez, Saramago, Buzzati, Mishima, solo per citare i primi che mi vengono in mente. Alcuni di essi hanno probabilmente condizionato il mio stile, altri meno.

Come hai bilanciato la varietà di toni e generi passando da racconti noir a quelli più intimistici?

In realtà la raccolta doveva essere tutta incentrata sul noir, poi ho convenuto che trovare diverse storie dello stesso genere fosse difficile, ma anche ripetitivo per il lettore; quindi, sono andato con piacere a variare il tutto in base alle idee che mi venivano in mente. Trattandosi della mia opera prima penso che si noti anche un’evoluzione della mia scrittura dal primo all’ultimo racconto e la scelta mia e della casa editrice di lasciarli in ordine di cronologico di scrittura non è stata affatto casuale. 

Qual è stata la tua “strategia” narrativa per rendere ogni racconto autonomo e allo stesso tempo parte di un’esperienza coesa per il lettore?

Nessuna strategia narrativa anche se, contrariamente a quanto si pensa, i racconti non si scrivono di getto. Ho cercato di portare il lettore nella storia immedesimandolo con i personaggi e con la situazione. Ho usato un linguaggio adatto a tutti i segmenti di lettore cercando di evitare scene scabrose e violente e, allo stesso tempo, non raccontare e descrivere tutto, ma lasciare che fosse il lettore a farlo. Non a caso, ci sono due racconti in particolare che sono ispirati a dei fatti di cronaca passati, ma non c’è nessun riferimento preciso…

Ci sono temi ricorrenti o fili conduttori che legano le diverse storie?

Le storie e i personaggi dei racconti sono completamente slegati tra loro. I temi ricorrenti sono diversi. Come ho puntualizzato anche nel video promozionale, che ho realizzato in quanto sono anche amante del montaggio video, le parole chiave sono: mistero, distopia, surreale e suspence. Un’ispirazione aggiuntiva l’ho tratta sicuramente da quello che succede ogni giorno nel mondo visto che, oltre all’attività commerciale che gestisco in proprio, collaboro anche alla realizzazione di un telegiornale di geopolitica nella web tv Casa del Sole.  

Link del booktrailer https://youtu.be/ZyshgxhDE6Y 

 Quali sfide hai affrontato nel cercare di catturare la complessità della condizione umana attraverso la scrittura?

Le sfide sono state molte perché spesso i miei personaggi, come si evince anche dalla copertina, sono femminili. Pertanto, calarsi nella mentalità di una donna e di come pensa una donna non è facile per un uomo. Poi quando si scrive un libro si finisce per forza nel trattare argomenti che non si conoscono nel dettaglio, nonché ambientare le storie in luoghi immaginari o magari reali però dove non sei mai stato. La documentazione è stato un aspetto molto importante nella realizzazione della silloge e spesso i dettagli sono proprio quelli che rendono la storia credibile. Per questo ho dovuto anche studiare molti temi sui quali non ero molto ferrato. Ma va bene così perché un libro dev’essere un percorso di conoscenza in primis per chi lo scrive, ma anche per chi lo legge perché, a prescindere dalla storia, si possono imparare cose nuove, vocaboli nuovi e trovare spunti per l’arricchimento individuale. 

Qual è il messaggio principale o l’emozione che speravi di trasmettere ai lettori attraverso il tuo libro?

A dir la verità non esiste un messaggio o un’emozione principale, ma diversi e di varia natura. Il mio intento era quello di scrivere un qualcosa che non necessariamente fosse ciò che uno si aspetta di leggere o di sapere. Nelle storie cerco infatti di fornire una visione diversa da quella dell’immaginario collettivo dove spesso viene sposata una realtà stereotipata intrisa di luoghi comuni, frasi fatte e che segue molto le mode ideologiche del momento. Oltre a essere un libro con un linguaggio adatto a tutti volevo che fossero anche delle storie utili nel presente ma che, allo stesso tempo, non risentissero del passare del tempo. 

Stai scrivendo altro?

Il mio prossimo obiettivo dopo l’uscita di “Sedici racconti” era la stesura di un romanzo. A febbraio ho avuto un’idea e l’ho sviluppata pian piano. Ho iniziato a scrivere il romanzo il mese scorso e ho già in mente la storia, ma per ora ho scritto solo due capitoli. Posso dire soltanto che è ambientato nel passato e che è una trama piuttosto complessa. Sarà una bella sfida, ma io amo le sfide e, oltretutto, considero la scrittura un piacevole divertimento e anche una forma terapeutica quindi terminerò la stesura nel tempo che ci vorrà e presenterò il lavoro a un editore quando lo riterrò meritevole di essere pubblicato.  

 

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