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Ogni anno nel mondo nascono 119mila neonati con sindrome feto-alcolica

In Italia questa patologia è particolarmente diffusa: colpisce 25 mila bambini ogni anno e solo nella Regione Lazio la prevalenza è di 48 affetti su 1.000

ROMA – Ogni anno nel mondo nascono 119mila bambini affetti dalla sindrome Feto-alcolica, detta Fas (Fetal alcohol syndrome), e complessivamente sono 60 milioni le persone che soffrono delle conseguenze dell’esposizione all’alcol nel grembo materno. Uno stigma che colpisce in Italia 25mila bambini e solo nella Regione Lazio la prevalenza è di 48 affetti su 1.000. Un problema molto grave che vede oggi, in occasione della Giornata internazionale della sindrome feto alcolica e disturbi correlati, la presentazione di una campagna e di un manifesto di sensibilizzazione dal titolo ‘Mamma! Mi fa male. Punto e basta“. È un progetto collettivo che ha coinvolto la Confederazione italiana dei pediatri del Lazio (Cipe), il Centro di riferimento alcologico (Crarl) della Regione Lazio e la Società italiana di pediatria (Sip), con il patrocinio del ministero della Salute.

Le donne in gravidanza non devono bere nessun tipo di alcolico“, dice senza se e senza ma Patrizio Veronelli, vicesegretario del Cipe Lazio che ha riunito a Roma tutto il team di lavoro nella sede dell’Enpam. Il manifesto in questo senso è chiaro: “Non esiste una quantità minima di alcol che può essere considerata sicura durante la gravidanza”. E per sincerare le famiglie della bontà di queste affermazioni, fornisce un elenco di siti web affidabili sia delle istituzioni che delle società scientifiche.

L’Italia ha un primato in tema di Fas: il primo studio mondiale è stato fatto proprio dalla Regione Lazio e ha mostrato che il Bel Paese è al secondo posto in Europa per incidenza di sindrome feto-alcolica e al quinto posto nel mondo. “Questa ricerca è la storia di un lungo viaggio partito nel 2002 a San Francisco- racconta alla Dire Mauro Ceccanti, direttore del Crarl- grazie ad una collaborazione con il National Institutes of Health (Nih). Un’avventura poi proseguita in Sud Africa, dove abbiamo imparato come esaminare i bambini e, infine, arrivata nel Lazio nel 2005-2006 con uno studio su 2.000 bambini di prima elementare. In base alle alterazioni morfologiche, soprattutto del capo ma non solo, individuate dagli esperti dell’Nih e in collaborazione con gli esperti italiani- ricorda Ceccanti- siamo arrivati a selezionare un gruppo di bambini sottoposto ai test psicometrici. I risultati, successivamente presentati ad una conferenza in New Mexico, hanno rilevato che su 1.000 bimbi esaminati 48 avevano uno spettro della Fas e 8 una sindrome Fas completa e gravissima”.

(Agenzia Dire – www.dire.it)

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