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Il coprifuoco brucia il popolo, la proroga al 31 luglio è per “querelle politica”

Editoriale – Non essendosi espresso il Comitato Tecnico Scientifico, e non essendoci a priori basi scientifiche non si comprende il motivo di loculizzare il popolo anche durante le serate estive. Del resto l’ipotesi delle 23 era un giusto equilibrio, nessuno parla di notti da bagordi per le vie delle città e dei borghi. Ma fonti governative evidenziano sempre di più il fatto che la presa di posizione rigorista e chiusurista di Speranza, sia stato frutto sul tema del coprifuoco di un tira e molla con Salvini. Per il Pd, infatti, troppe concessioni aperturiste sarebbero state già concesse ai partiti del centrodestra. E quindi per bilanciare il pranzo o la cena con le galline all’aperto, bisognava dare un segnale di resistenza.

Avendo ottenuto un minimo di “sblocco” ad una situazione stagnante e statica che sta opprimendo psicologicamente il tessuto sociale ormai gravatissimo del popolo italiano, i chiusuristi si sono impuntati sul coprifuoco, non tanto per aver valutato l’essenza del provvedimento, ma per querelle politica. Tu ottieni questo e noi tiriamo l’elastico dall’altra parte.

Ora si sta aprendo in Italia una forma di contrasto al coprifuoco alle 22 di luglio, impossibile da sostenere. Sia nelle città metropolitane, sia nelle località balneari dove i clienti d’albergo, non potendo uscire in strada sarebbero costretti a stare tutti insieme e quindi assembrati nelle hall e negli spazi comuni.

La gente vuole rispettare le regole ma non può continuare a bruciarsi con un fuoco acceso da chi è immune da ogni effetto da questa pandemia.

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