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Cina, big data e intelligenza artificiale per arginare l’evasione fiscale

Il nuovo sistema Golden Tax IV sfrutterà la disponibilità dei dati per effettuare controlli

big data, raccolti con la fatturazione elettronica sempre più estesa, e ora lavorati tramite i nuovi applicativi dell’intelligenza artificiale, consentiranno alle Entrate cinesi (SAT, State Taxation Administration) di svolgere una supervisione fiscale precisa, selettiva e per categorie in modo da intercettare e prevenire diverse tipologie di evasione fiscale. Questo passo segna un vantaggio significativo e una svolta nella gestione del fisco rispetto al periodo dominato dalle fatture vecchio stile, il cosiddetto “Fapiao“. Oggi, infatti, l’e-Fapiao si trova al centro della recente svolta decisa in ambito fiscale. In sostanza, si tratta di un file di dati che viene generato nel sistema fiscale ufficiale in un formato strutturato e definito, standard. Del resto, è più facile per i sistemi finanziari effettuare simili passaggi e archiviare automaticamente. Inoltre, l’e-Fapiao adotta misure tecniche anticontraffazione, come la firma elettronica, per garantirne l’autenticità e, da quest’anno, la sua adozione obbligata su larga scala e a regime diverrà effettiva e non più lasciata a Governatori o autorità locali, oppure, a sperimentazioni geograficamente limitate.

Il nuovo Golden Tax System cinese, una grande piattaforma fiscale
Si tratta di un sistema di amministrazione, gestione e monitoraggio dell’Iva a livello nazionale ora nella sua fase più aggiornata ed evoluta adottando le innovazioni tecnologiche più selettive ed elevate. In realtà, lanciato per la prima volta nel 1994 è ora alla sua quarta fase operativa ed è atteso un forte impatto in rifermento al monitoraggio fiscale sulle imprese. Migliorando il funzionamento del Golden Tax System con l’immissione dei big data aggiornati in modo tempestivo ed esteso grazie alla fatturazione elettronica e all’utilizzo dell’IA, la Cina intende passare dalla “gestione delle tasse attraverso la fattura ordinaria” alla “gestione delle tasse attraverso i bigdata“. Le autorità fiscali cinesi sperano di raccogliere, integrare e analizzare i dati fiscali da più campi, attraverso il questo nuovo meccanismo GTS Fase IV. Ciò consentirà loro di effettuare analisi statistiche di rischio dei dati sempre più mirate in modo da migliorare la vigilanza fiscale e utilizzare i big data e la tecnologia cloud per comprendere meglio le attività commerciali, le dinamiche e i fenomeni interni all’ambiente economico e alle grandi multinazionali. L’applicazione dei big data fiscali coordinati con applicazioni di IA è destinata ad aumentare la trasparenza fiscale delle multinazionali che operano in Cina. Di conseguenza, l’evasione fiscale, ed anche fenomeni e schemi elusivi, saranno più facile da rilevare in futuro.

L’occhio del fisco su sette settori
Il SAT, come indicato nelle sue linee direttive, si concentrerà su società con sede in Cina provenienti ed operative in sette settori ad alto rischio con l’obiettivo, in particolare, di incidere su tre diverse tipologie di evasione fiscale “ricorrenti”. I sette campi interessati includono la produzione e la lavorazione di prodotti agricoli e collaterali; l’acquisizione e l’utilizzo di materiali di scarto; l’acquisto e la vendita di commodities, come carbone, acciaio, rame elettrolitico e oro; istituzioni educative a scopo di lucro; cosmetologia medica; piattaforme di live streaming e intermediari. I tipi di evasione fiscale includono società di comodo, quindi in sintonia con l’Ue, false esportazioni e false dichiarazioni di reddito. Si tratta perciò di soggetti che emettono fatture false, omettono ricavi, elencano i costi in modo errato, ottengono comunque vantaggi fiscali non spettanti oppure adottano pianificazioni fiscali aggressive utilizzando transazioni con parti correlate in giurisdizioni “opache”.

I risultati
big data fiscali hanno già aiutato con successo le autorità fiscali lo scorso anno nell’indagine e nell’esposizione di una serie di casi fiscali nei campi sopra menzionati, dimostrando l’atteggiamento della Cina di tolleranza zero per l’evasione fiscale. In particolare, da quando è stata adottata la fatturazione elettronica sperimentale e l’uso delle prima indagini di rischio dall’ottobre 2014 sono stati divulgati i primi casi inseriti nella lista nera dei fenomeni evasivi ed elusivi a campione, un totale ad oggi di 40.799 casi e 547,4 mila entità coinvolte a loro volta deferite negli anni alle agenzie governative competenti dalle autorità fiscali. Nel corso del 2019, dato più recente, le autorità fiscali di tutti i livelli hanno pubblicato 24.157 casi in black list e deferito 271,8mila enti ad altre autorità competenti. Di tutte le attività nella lista nera pubblicate in tutto il Paese, 1.719 hanno pagato volontariamente tasse, interessi e sanzioni. In pratica, nel 2019, primo anno di avvio della sperimentazione a base di big data e analisi di rischio, il fisco cinese ha quasi raggiunto un obiettivo pari a quello del quadriennio passato. Una certificazione di qualità nei controlli e nel monitoraggio che ha spinto al successivo passo dell’adozione del nuovo Golden Tax System IV.

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