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La realtà è una reale illusione, ce lo spiega la Quantistica

Che cos'è il velo di Maya che i mistici orientali dicono da millenni? Ora la scienza conferma

EDITORIALE – Determinare la realtà è sempre stata l’ossessione degli studiosi, l’età moderna dopo l’illuminismo ne è stata la massima fioritura entusiasmante. Fino alla fine dell’ottocento del secolo scorso ogni scienziato, ricercatore, studioso era per cosi dire indipendente, ognuno dei quali era spinto dall’animoso desiderio di conoscenza e di catalogazione di ciò che osservava.

Galileo Galilei è considerato il padre del metodo scientifico, il quale ha stabilito principi ben definiti e rigorosi per affermare in maniera inequivocabile e ripetibile un fenomeno fisico, attraverso leggi e formule fisiche. Da li in avanti l’impulso a stabilire e determinare ogni cosa è diventata una mania positiva, l’unico problema è che non c’erano unità di misura universali che andassero a definire le grandezze fisiche dei fenomeni osservati, ognuno, ogni nazione, ogni università procedeva per conto proprio.

Questo fino alla convenzione del metro del 1875 e della fondazione del sistema internazionale dei pesi e delle misure abbreviato in (SI) formalizzato nel 1971 con le sette grandezze fisiche. Questo ordinato procedimento ha dato l’impulso a tutta la meccanica classica, termodinamica, elettromagnetismo e fisica delle particelle fino alla Relatività ristretta di Einstein; un’ intera epoca con lo sguardo rivolto verso il basso, il materialismo e assoluto determinismo della realtà dove tutto sembrava ferroso e freddo.

Ma come ogni cosa nella storia e nella natura ha un ciclo volto a terminare, il vecchio viene sostituito dal nuovo e nuove idee rivoluzionano il modo di pensare. A metà del 900 è con Einstein con la sua formula E=MC^2 che c’è il risvolto, in cui sia ha una diretta relazione tra materia ed energia e poi con Max Planck e Niels Bohr, i genitori della meccanica quantistica.

Essa si regge, tra l’altro, su due concetti manco a dirlo innovativi: l’indeterminazione di Werner Heisenberg e l’interpretazione probabilistica della funzione d’onda che propone Max Born. L’evoluzione di un sistema quantistico era stato descritto da Erwin Schrödinger con una funzione molto precisa, quella “funzione d’onda” che ancora oggi è molto utilizzata. Born dimostra, però, che l’informazione che quella funzione fornisce non è deterministica, ma solo probabilistica. Per esempio mi dice qual è la probabilità di trovare l’elettrone in una certa posizione intorno al nucleo di un atomo, ma non mi offre alcune certezza assoluta su dove posso trovarlo, un esempio ancora è l’esperimento della doppia fenditura.

Non solo si parla di probabilità di trovare una particella ma addirittura di modificare il suo campo o stato d’essere dal momento in cui la si osserva, mutando all’istante, da qui l’indeterminazione, che va a confutare totalmente la tesi deterministica della meccanica classica. In poche parole l’osservatore, l’individuo, il soggetto quando osserva la realtà fa collassare quella funzione d’onda ed il suo stato che prima aveva, facendo assumere un’identità e frequenza nuova. Tutto ciò sta a significare che quando noi pensiamo e osserviamo la realtà si modifica e assume l’aspetto concreto che la nostra coscienza è in grado di percepire e registrare. Tutto quello che esiste è formato da particelle, che a sua volta sono atomi, fotoni e campi d’energia. Lo spazio non esiste in quanto tale perché è in sostanza vuoto ossia privo di consistenza ma pieno d’energia di luce, quando questo viene visto si condensa in materia grezza e solida facendolo apparire come reale e concreto. Allo stesso modo avviene all’interno dei canali neurali quando l’occhio che è un’antenna ricetrasmittente fotonica capta la forma degli oggetti attraverso le onde che essi trasmettono, le ribalta e le trasmette al cervello. La coscienza registra le diverse frequenze e le fa collassare a causa della sua identificazione, il fenomeno avviene all’interno dei microtubuli degli alveoli celebrali. Quest’ultimi avente massa occupano uno spazio celebrale come un corpo celeste nell’universo, a causa della gravità generata dalla sua massa le funzioni d’onda collassano facendo apparire la realtà in modo dualistico e separato.

Il film “Matrix” rappresenta molto bene questi concetti, una realtà virtuale generata solo nella nostra mente, tutti i più grandi mistici o maestri tibetani, in tutte le opere spirituali esoteriche, da millenni questa verità viene divulgata ma sempre tenuta nascosta o per pochi o per dominio affinché il popolo ignorante fosse coercizzato. La realtà è mente diceva il primo principio Ermetico, i Tibetani dicono che tutto è uno stato mentale, la scienza ci dice che la realtà è frutto della mente che ha senso solo quando la si osserva. Si può quindi tracciare un comune denominatore in cui la realtà non è ciò che appare ma ciò che potrebbe essere. Noi viviamo una continua illusione costantemente identificati con le nostre forme pensiero, emozioni, desideri, ecco perché soffriamo. Il Buddha sulle quattro nobili verità diceva che l’origine della sofferenza deriva dal desiderio, il desiderio produce attaccamento, l’attaccamento sofferenza, il distacco conduce all’illuminazione. Anche gli Stoici allo stesso modo insegnavano l’atarassia(letteralmente, dal greco anticoἀταραξία, “assenza di agitazione”, “tranquillità”) ossia attraverso il distacco e la rettitudine si giunge alla tranquillità ed alla felicità.

L’unione tra occidente ed oriente è evidente e non separata come vogliono far credere. Anche Gesù Cristo nei Vangeli dice<<” non preoccupatevi di ciò che mangerete o indosserete preoccupatevi piùttosto di cercare il regno di Dio, il resto vi sarà dato in aggiunta>>”. Il regno di Dio sta a significare l’interiore, lo Spirto, il Sè spirituale che è dietro e la causa d’ogni cosa. Per giungere alla felicità antichi maestri dicevano<<“Visita interiora terrae, rectificando invenies occultum lapidem(vista il tuo interiore, migliorando con rettitudine e distacco giungi al tuo Sé) “>>. Si potrebbe continuare all’infinito, tutti dicono la stessa cosa da tempi immemori, per trovare la pace e la felicità devi andare nel tuo interiore, scavare, cercare e smussare tutti gli spigoli della pietra grezza, solo quella è la strada, perché quella è l’unica verità stabile ed essenziale, il resto è illusione. <<“Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto “>> Nel vostro interno, solo li c’è il sanctum sanctorum, la fonte di vita.

Come? Domandatevi sempre il perché delle cose, chi siete? da dove venite? se è vero quello che credete? ricercate e studiate, applicate l’etica dei buoni principi e l’equilibrio nella vostra vita e troverete ciò che da sempre cercate.

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