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Pinocchio, la favola esoterica dai profondi significati

“Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” non è una semplice fiaba, ma un vero e proprio romanzo per ragazzi, scritto da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore toscano Carlo Lorenzini (1826-1890), pubblicato per la prima volta nel 1883.
Il racconto – forse più di tutte le fiabe che abbiamo visto finora – è pregno di significati profondi ed esoterici.
Tutta la narrazione infatti cela e simboleggia il percorso iniziatico dell’uomo – di ogni uomo – verso l’illuminazione (o, senza pretendere tanto, verso la maturazione).
Poiché riteniamo che alcuni dei termini che incontreremo richiedano una spiegazione che, messa in inciso (anche se tra parentesi), rischierebbe di interrompere e rendere ulteriormente ostico il discorso, questa volta ricorreremo alle note.
La trama è talmente conosciuta che non ci pare qui il caso di ricordarla. Ci limiteremo quindi, basandoci soprattutto sui personaggi, alla ricerca dei significati nascosti nel racconto, e non è improbabile, tanto ne è abbondante, che ce ne possa sfuggire qualcuno.
Mastro Geppetto, che costruisce Pinocchio intagliando un pezzo di legno, è un’evidente allusione al Demiurgo (1), un dio minore, creatore di un mondo fisico imperfetto, dominato da norme spietate (e qui potremmo anche uscire dal tema richiamando il dualismo manicheo e cataro, ma evitiamo questa tentazione). Il Demiurgo è quindi il “fabbricatore” della parte materiale dell’uomo, e così Geppetto costruisce il burattino col legno che, dopo lunghe avventure e traversie (che rappresentano le prove “iniziatiche” (2) cui tutti – più o meno – siamo sottoposti nel corso della nostra vita), diventerà finalmente un bambino in carne e ossa, rappresentando così l’uomo che, superate le prove cui la vita lo ha sottoposto, raggiunge l’illuminazione attraverso la Gnosi (3).
A un certo punto Pinocchio, pur essendo un burattino di legno, comincia magicamente a muoversi autonomamente e a parlare. Già questo può richiamare il mito gnostico secondo cui l’uomo, appena creato, rimane a terra immobile e senza vita, finché non riceve la scintilla divina, proveniente da una realtà (Dio?) superiore anche allo stesso Demiurgo che lo ha costruito. E subito comincia col fare dispetti e mancare di rispetto al suo “creatore”, simboleggiando in questo modo l’uomo gnostico – ma non ancora “maturo” – che si sente superiore perfino a colui che lo ha “creato”. A questo proposito è significativo il passo del libro: «Povero burattino! Dicevano alcuni. Ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di Geppetto! E gli altri soggiungevano malignamente: quel Geppetto pare un galantuomo, ma è un vero tiranno coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capacissimo di farlo a pezzi!»
Nel racconto, un ancora ingenuo Pinocchio è più volte imbrogliato dal Gatto e dalla Volpe, che rappresentano non solo i numerosi truffatori e lestofanti che ogni uomo rischia di trovare sulla propria strada, ma anche le facili seduzioni dell’ingannevole mondo materiale, che distolgono l’uomo dal suo percorso “iniziatico” (4) (come “viaggio iniziatico” (v. nota 2) può essere considerato il percorso della vita stessa) verso l’illuminazione.
Merita un discorso a parte il “paese dei balocchi”, dove il perfido Lucignolo (che a sua volta rappresenta le cattive compagnie che possono allettare deviando dalla retta via) porta il burattino adescandolo con attraenti promesse. Anche qui è interessante ripetere le parole del libro: «Lì non vi sono scuole. Lì non vi sono maestri. Lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai». E ancora: «Le giornate si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo». È un chiaro riferimento alla superficiale vita profana in cui è spesso immersa l’inconsapevole maggioranza degli uomini, volti genericamente verso la ricerca dei beni e delle soddisfazioni materiali più facili, comode e immediate. Il fatto stesso che il paese dei balocchi sia abitato solo da bambini, sta a rappresentare come la maggioranza dell’umanità si trovi in uno stato infantile ed elementare, incline al vizio e immerso nell’ignoranza, da cui non tutti possono – o vogliono – liberarsi. Non per niente i bambini che lo abitano e che non riescono a evolvere, prima o poi saranno trasformati in asini, addirittura indegni dello status di “uomini”. In quel “paese” Mangiafuoco rappresenta uno degli Arconti (5), ma senza il culto fondato da un dio falso e arrogante, dal quale essi sono stati generati. Sono gli esseri che, col Demiurgo, reggono e governano – non sempre con fini nobili e giusti – il mondo.
Invece il Grillo parlante, che spesso rimprovera e consiglia Pinocchio, rappresenta la ragione, la voce – spesso inascoltata e a volte perfino fastidiosa – della coscienza che cerca di orientare verso scelte sagge e corrette.
I giorni che Pinocchio trascorre nel ventre della balena, oltre a essere – come qualcuno ha rilevato – un’allusione al “Gabinetto di riflessione” massonico, simboleggiano quel momento della vita in cui l’uomo comincia a isolarsi dal mondo per ricercare la “verità” nella solitudine del suo più profondo Io.
In tutto il racconto Pinocchio è supportato dalla Fata Turchina, che rappresenta la σοφία (sophìa) gnostica, la Sapienza divina, che proviene da un mondo ben superiore allo stesso Demiurgo (Geppetto).
Come abbiamo già ricordato, il romanzo termina quando Pinocchio diventa finalmente un bambino vero, cioè un uomo che ha raggiunto l’illuminazione e si è liberato dai legacci dell’illusione data dal benessere materiale: quando la “Grande Opera” alchemica è compiuta.
Il racconto di Pinocchio è l’esempio perfetto dei messaggi nascosti nelle fiabe: fino a che l’uomo si crede libero di fare ciò che vuole, in realtà non è altro che un burattino. Quando diventa finalmente un “vero bambino”? Solo dopo che ha incontrato – e accettato – la “Fata Turchina”, che simboleggia la superiore conoscenza iniziatica.
1) Demiurgo: nume mitologico e filosofico con facoltà generatrici, descritto per la prima volta da Platone nel “Timeo” – anche se un breve accenno a questa figura è già presente nel X libro de “La Repubblica” –, che l’autore chiama δημιουργός dēmiurgòs “lavoratore pubblico”, termine composto da δήμιος démios (del popolo) ed ἔργον èrgon (lavoro, opera), la cui figura si trova anche nello gnosticismo.
2) “Viaggio iniziatico”: è un tema ricorrente nella letteratura e nell’esoterismo, già presente nelle culture arcaiche. Si tratta di un cammino o (percorso), anche simbolico, attraverso cui una persona immatura deve superare una o più prove “iniziatiche” per essere poi riconosciuto quale adulto, dimostrando di essere in grado di venire ammesso nella società (intesa come insieme di individui che interagiscono tra loro col fine di perseguire uno o più obiettivi comuni) o in un contesto cui precedentemente era giudicato impreparato.
3) Gnosi, gnosticismo: lo “Gnosticismo” è un complesso movimento filosofico, religioso ed esoterico a carattere iniziatico, già presente in ambito ellenistico greco-romano, che tra il II e il IV secolo d.C., presente in numerose eresie cristiane, raggiunse la sua massima diffusione. E anche qui dobbiamo evitare la tentazione di parlarne e di accennare ai “Vangeli gnostici” (o “apocrifi”). Il termine “gnostico” deriva dalla parola greca γνῶσις gnósis, cioè “conoscenza”, la cui ricerca era appunto il fine dello gnosticismo, termine ideato nel 1669 dal filosofo britannico Henry More (1614-1687).
4) Iniziatico, esoterico: si definiscono “esoteriche” le dottrine spirituali almeno in parte segrete o riservate ai diversi gradi. Le verità o i significati nascosti di tali dottrine sono accessibili solo agli “adepti” (o “iniziati”). L’esoterismo, già presente nelle culture arcaiche, consiste in un cammino o un percorso (spesso solo simbolico) attraverso cui una persona dapprima immatura (o “profana”), dopo aver superato una o più prove iniziatiche, può essere giudicata matura ed essere ammessa a un livello superiore, fino a quel momento preclusole. In questo senso il percorso, che conduce alla maturazione spirituale dell’“apprendista”, può essere in qualche modo paragonato alla pratica del pellegrinaggio, metaforicamente inteso. “Esoterica” si dice di una dottrina che ha diversi livelli di informazioni, mentre una religione senza conoscenze segrete o riservate (come quella cristiana) viene definita “essoterica”. Comunque anche nel Cristianesimo è presente l’“iniziazione”: cosa sono infatti Sacramenti quali il battesimo, o la cresima, se non vere e proprie “iniziazioni”?
5) Arconti: dal greco ἄρχοντες (arcontes) che, nella teogonia (racconto che descrive l’origine e la natura della discendenza divina) e nella cosmogonia (complesso di miti sull’“origine dell’universo”) gnostiche svolgono il ruolo di giudici e controllori del mondo materiale. Sono molto affini ai semidei dello zoroastrismo (religione basata sugli insegnamenti di Zarathustra (o Zoroastro), definita anche zoroastrianesimo o mazdeismo, cioè “culto di (Ahura) Mazda”, che, tra il VI secolo a.C. e il X secolo d.C., fu la fede più diffusa in Persia e nell’Asia centrale. (fonte: Graal)
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