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Roma: Continuano le proteste per la Palestina libera: “stop al genocidio” ferma la posizione di Papa Bergoglio

ROMA – Continuano le proteste, con cortei e marce nella Capitale, questa volta ci spostiamo al Circo Massimo, in un sabato grigio, fremito di attendere il risveglio della primavera. il Governo sembra non sentire minimamente le volontà del popolo che lo ha eletto, le voci delle migliaia di persone riunite non sfiorano gli orecchi dei potenti. Da Kiev a Gaza la situazione sembra la stessa, il servo ubbidisce alle richieste del padrone. La lotta per la supremazia e il potere prevale sui milioni di esseri umani che ogni giorno muoiono a causa di bombe e piogge di proiettili.

Non è tanto la richiesta del riconoscimento di uno stato sovrano o la libertà apparente di un popolo, si tratta della vita di ogni singolo individuo e della pace globale che sempre maggiormente rischia la vanificazione. Ecco perché questi manifestanti imperterriti, finché non hanno voce gridano e sventolano bandiere. La guerra ora è il nuovo affare del ventunesimo secolo e gli investimenti sono il sangue e la carne di uomini, donne e bambini. Bisogna dire immediatamente di cessare il fuoco, ad ognuno sia riconosciuto il proprio diritto, nel rispetto e nella buona convivenza dell’altro.

Pochi giorni fa si é appresa la notizia che Papa Bergoglio secondo quanto emerso durante un’intervista alla Radiotelevisione svizzera con lungimiranza e pragmatismo ha chiesto all’Ucraina di abbandonare ogni idea di vittoria militare sulla Russia e di riconquista dei territori perduti e di sedersi al tavolo delle trattative. Un modo che non vale solo per l’Ucraina ma anche per la guerra in Medio Oriente e i Capi di Stato che sono invischiati con la situazione geopolitica internazionale.

Le sue idee sono chiare, non ci può essere pace se non ci sono compromessi e in tal modo il Papa per la prima volta nella storia si propone come diplomatico religioso distaccato dagli affari temporali. Per continuare ad affermare la sua dura posizione giorni addietro ha rinunciato alla donazione di un milione e mezzo di euro offerta da una società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, dimostrando coerenza e compattezza nelle proprie decisioni. 

La Chiesa oggi con tali gesti riconquista i veri valori del Cristianesimo che da secoli aveva perso, ma soprattutto vive il presente e non più in un mondo utopico dottrinale.

Come il Papa ha dimostrato coraggio e volontà di pace, lo facciano anche i governanti, perché la politica non può esistere senza il suo popolo che stanco vuole solo la pace e fratellanza universale.

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