Le scuole si svuotano e il Sud si spopola -Italia del Meridione lancia l’allarme
Più di 3.800 scuole già chiuse nelle aree interne
Roma-Sono più di 4.000 i comuni a rischio spopolamento, dove, tra l’altro, la qualità dell’offerta educativa risulta piuttosto compromessa. E’ in atto un processo irreversibile di spopolamento -dichiara Adele Sammarro, coordinatrice del dipartimento Istruzione e Merito di IDM-dovuto in parte, ad una forte emigrazione di giovani, costretti a lasciare la propria terra per “cercar fortuna altrove”, a ciò si aggiunge il fenomeno della denatalità.
Sono circa 400 i comuni italiani a zero nascite, continua Adele Sammarro di Italia del Meridione– dove gli over 65 sono di gran lunga in misura maggiore, rispetto ai giovani. Il problema più grande si registra nel Mezzogiorno, con dati allarmanti. Il nodo cruciale -ribadisce la dirigente di Italia del Meridione– è il forte calo demografico che si rileva anche in alcune aree della Calabria, con conseguente impatto diretto e significativo sulla scuola, i cui risultati sono drammatici. Difficile sperare in una inversione di tendenza, commenta Adele Sammarro. Molti istituti faticano a mantenere il numero minimo di iscritti, per non parlare delle comunità che vedono progressivamente ridursi il proprio tessuto sociale ed educativo. Nei prossimi anni avremo sempre più banchi vuoti e la scuola sarà attraversata da un lungo inverno demografico. La difficoltà più significativa che emerge dalle statistiche scuola italiana, riguarda proprio il calo delle iscrizioni. Negli ultimi anni- ribadisce la Sammarro– sono state chiuse oltre 2.600 scuole tra infanzia e primaria. Un dato che non può essere trascurato, ma che certamente è frutto di un cambiamento culturale. Alla luce di quanto esposto, va detto che le previsioni per i prossimi anni, non sono affatto incoraggianti. Il leader di Italia del Meridione parla di cause profonde che hanno generato il calo demografico, tra questi: la precarietà lavorativa, ossia l’incertezza economica; la carenza di servizi, diversi sono i comuni del Sud, dove si registra una mancanza di asili nido, fattore questo, che influenza le scelte dei potenziali genitori. Altro aspetto è il fenomeno migratorio che vede sempre più giovani trasferirsi all’estero per motivi di lavoro. La crisi demografica rappresenta un serio problema sociale che produce effetti diretti, in modo particolare per il settore dell’istruzione. Per far fronte al problema è necessario- commenta Adele Sammarro di IDM-pensare a misure che diano sostegno alle famiglie, promuovere azioni che mirino a favorire e a sostenere la natalità; garantire un sistema educativo di qualità, che sia in grado di affascinare gli allievi. Diminuire il numero di alunni per classe significherebbe migliorare la qualità dell’insegnamento e avere una migliore attenzione verso gli studenti. Attuare misure serie che siano di contrasto all’abbandono scolastico. E’ opportuno ora più che mai – conclude Adele Sammarro– dare alla scuola la giusta centralità che merita, non solo quale fucina di sapere, soprattutto come volano di crescita e di coesione sociale

